L’ARTE DI SEHGAL  SBARCA  A TORINO

A partire dal 4 febbraio fino al 17 marzo

Emanuela Terracina, 04.02.2018

TORINO – Tino Sehgal, uno degli artisti contemporanei più importanti e schivi, già Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2013, presenta la sua complessa e articolata coreografia alle OGR di Torino, per la sua prima personale nel nostro Paese.

«Le persone corrono, cantano, danzano, si muovono in un certo senso come ‘sciami’ di uccelli. – spiega l’artista. – Sono diversi anni che lavoro su questi movimenti e quando le persone si avvicinano al pubblico raccontano delle loro storie, rispondendo a una domanda semplice: quando hai avuto la sensazione di essere arrivato a qualche risultato, o di avere un senso di appartenenza».

Sehgal ha infatti ideato una complessa coreografia che vede la partecipazione di cinquanta interpreti, di cui solo sei facenti parte del team di Sehgal, selezionati tra torinesi e altri italiani che hanno chiesto di parteciparci. Dal mattino alla sera, fino al 17 marzo, questi cinquanta ‘non attori’ si muovono e cantano nell’immenso spazio dell’ex Binario 1 delle Officine Nord dell’edificio.

In questa presentazione le singole opere dell’artista – considerate come entità discrete che possono essere separate tra di loro e dal processo della loro produzione – diventano scene o momenti, elementi che prendono forma temporaneamente in un gioco di incontri che risponde a circostanze specifiche: il numero degli spettatori, il loro modo di interagire, o il periodo del giorno in cui questi incontri avvengono.

Il pubblico può interagire con loro, facendo le stesse cose o fermandosi tra di loro. Spesso i performers si mettono a cantare o a raccontare storie della propria vita allo spettatore. In un clima totalmente immersivo. Si tratta di un lavoro sulla comunicazione interpersonale giù presentato altrove ma totalmente rivisto per le Ogr.

«Sono una specie di regista teatrale – ha detto Sehgal – ma lavoro anche molto con le strutture dei giochi o degli sport: ci sono le regole, per esempio del calcio, e alla fine io ho il ruolo dell’allenatore».

La sensazione è quella di assistere a una forma d’arte completa e nuova, ma l’artista ribadisce che i suoi strumenti sono tradizionali.

«Io credo che quello che faccio sia molto vecchio, è vecchio e nuovo, mi fa piacere se viene definito nuovo, ma io credo che ci sia un grande valore in queste vecchie forme. Non sono mai stato appassionato di tecnologia e non credo che la tecnologia possa essere più potente di qualcuno che ti guarda negli occhi. Certo la tecnologia può darci oggetti magnifici, ma non saranno mai come qualcuno che ti bacia o che canta proprio per te. E anche certe forme di arte più vecchie possono essere usate in modo molto contemporaneo».

In occasione dell’apertura della personale alle OGR, domenica 4 febbraio alle 18.00 Tino Sehgal si presenterà eccezionalmente al pubblico conversando con Luca Cerizza, curatore della mostra, per indagare le peculiarità della sua pratica artistica.

A partire da considerazioni generali sulle motivazioni sociali, politiche ed economiche del suo lavoro e delle sue caratteristiche linguistiche, la discussione si concentrerà sulla specificità del progetto concepito per lo straordinario contesto delle OGR, e del nuovo modello di istituzione che rappresenta.