AL CENTRO DEL VOLONTARIATO

La riforma del terzo settore e le opportunita’ offerte  dai centri di servizio

Emanuele  Mirabile – 28.01.2020

È stato un Convegno nel segno del confronto e della discussione, aperto sul tema della riforma dei Centri di servizi per il volontariato in base a quanto stabilito dal Codice del terzo settore, quello che martedì  14 gennaio, a Torino nella sede del centro servizi  per il volontariato il Vol.To, ha ospitato  numerosi rappresentanti delle associazioni, collaboratori e membri di associazioni del territorio della Regione Piemonte ed anche della Valle di Aosta.

I lavori sono iniziati con i saluti di Anna Di Mascio portavoce del Forum Terzo Settore che ha messo in risalto gli stretti legami che intercorrono con il mondo dei Centri Servizi. Stefano Tabò, Presidente del CVS Net, l’associazione rappresentativa a livello nazionale ed europeo dei Centri di servizio per il volontariato, ha posto l’accento sulla centralità e l’importanza che nel futuro avranno i centri di servizio per il volontariato, in termini di formazione ed anche di aggregazione degli enti operanti nel settore. Infine Gerardo Gatto, presidente del Centro Servizi di Torino il Vol.To, ha fatto presente che in questo particolare  momento storico, condizionato dalla crisi economica, dalla frammentazione, dalla confusione imperante, il valore del volontariato è di importanza strategica in quanto portatore di solidarietà, di altruismo, di relazione, di chiarezza, di democrazia.

Molteplici gli spunti di riflessione emersi durante la mattinata, così come gli esempi di esperienze virtuose , a partire da quelle dei Centri Servizi di Alessandria, Biella, Cuneo, Vercelli e Torino ed in particolare di Aosta. Promozione, formazione, consulenza, accompagnamento, informazione e comunicazione. Ecco gli ingredienti che hanno caratterizzato i vari territori  raccontati dai rispettivi rappresentanti dei Centri Servizi del volontariato. “Ogni  territorio ha potuto sperimentare il valore dell’alleanza e della partnership tra pubblico, terzo settore e associazioni di volontariato,» – un’alleanza che ha messo al centro il principio di corresponsabilità. Da soli si arriva solo fino a un certo punto, si deve fare sistema.” 

Nel corso del pomeriggio è intervenuto anche il professor Luca Gori, ricercatore di diritto costituzionale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con un approfondimento che ha legato insieme i temi della riforma del terzo settore e i profili giuridici e costituzionali di quello che sarà il futuro orizzonte di riferimento per tutto il comparto.

Gori indica tre punti sui quali focalizzare l’attenzione:il primo è riconoscere il volontariato intutte le forme in cui esso si manifesta all’interno delle nostre comunità. Il secondo elemento è preservare l’autonomia del non profit: ciò significa che il volontariato è chiamato ad autodefinire le proprie attività e modalità d’attuazione. Il terzo concetto riguarda la relazione con il potere, che deve essere improntata sulla collaborazione e non sulla sostituzione. Occorre condividere le risorse, riuscire a stare insieme sommando capacità, investimenti e attività. 

“Da giurista – conclude Gori – dico che occorre un diritto che sia in grado di valorizzare questa convergenza di risorse tra pubblico e privato. Non sempre questo avviene.Il diritto è chiamato fortemente a creare sinergie tra pubblico e privato. E allora bisogna alzare la voce forte partendo dalla prima fonte del diritto. Non si corre il rischio della retorica del buonismo quando si richiamal’articolo 3 della Costituzione, vuol dire appellarsi alla libertà, alla dignità sociale, all’uguaglianza. Prendere atto del radicamento costituzionale del volontariato è oggi la sfida decisiva per la qualità delle nostre democrazie”.

A conclusione dei lavori, ben coordinati da Enrico Bussolino funzionario del  Centro Servizi  il Volto di Torino, è intervenuto  il presidente di CSVnet Stefano Tabò per descrivere le sfide che i Csv si troveranno ad affrontare nel 2020, Tabò usa due sole parole: pluriennalità e integrazione. Due “elementi” che a suo dire dovranno marcare una linea di confine tra il passato e il futuro dei Centri di servizio per il volontariato di tutta Italia. “Integrazione perché il singolo CSV dovrà trovare sinergie e opportunità per lavorare insieme con i CSV vicini, a partire da quelli della propria regione ma anche con gli altri presenti sul panorama nazionale”. Per quanto riguarda la “logica della pluriennalità”, invece, si guarda soprattutto al futuro. E in quest’ottica, spiega Tabò, si è deciso anche di anticipare la conferenza nazionale annuale che per il 2020 si farà a Torino e si terrà a giugno.

“Un’occasione il convegno per ribadire come il Terzo settore rappresenti una realtà importante per numeri, radicamento territoriale e capacità di costruire solidi legami all’interno delle comunità. Soprattutto uno stimolo a rafforzare il lavoro del sistema cooperativo avendo come riferimento l’innovazione e la competizione, ma prima ancora il valore della responsabilità, dell’inclusione, della democrazia e della giustizia sociale”. 

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