GLI ANGELI DI PAPA FRANCESCO 

Celebrato nei giardini vaticani il 203esimo anniversario di Fondazione del Corpo comandato da Domenico Giani

“Continuate a lavorare per la dignità delle persone, di ognuno, così porterete avanti la vostra vocazione: è l’invito che Papa Francesco ha rivolto alla Gendarmeria Vaticana in occasione del 203esimo anniversario di Fondazione, giorno del patrono San Michele Arcangelo. 

“La Gendarmeria  – ha aggiunto il pontefice – è la custodia dei nomi, di tutti i nostri nomi. Non per pulire la cartella di ognuno: se c’è qualcosa di brutto, la bruciamo via… No, questo nome non vale. Ma per aiutare la disciplina dello Stato della Città del Vaticano, che ognuno dei suoi abitanti abbia un nome”.  Con una  solenne cerimonia, nella splendida cornice dei giardini vaticani,  la festa della Gendarmeria è stata l’occasione per il Comandante Domenico Giani di tracciare un bilancio dell’intesa attività operativa e di prevenzione svolta nel corso dell’anno, con collaborazioni efficaci ed incessanti con altre forze militari e di polizia italiane e straniere, i servizi di intelligence e gli uffici dell’Interpol per il prezioso contributo logistico, informativo ed operativo in molte missioni. In particolare l’attività di contrasto e di repressione dei reati economico finanziari, materia di stringente attualità, vedrà coinvolto il sistema Santa Sede-SCV e di conseguenza il Corpo della Gendarmeria Vaticana con la valutazione dei commissari Moneyval.                                                                                                    “La nostra funzione e le nostre finalità su questo fazzoletto di terra – ha precisato il Comandante Giani – sono direttamente legate al Papa nell’articolato esercizio del suo ministero. Il nostro compito di garantire sicurezza e ordine pubblico si coniuga con l’accoglienza e con l’essere gente di pace. La visuale del nostro servizio si è allargata a missioni anche di peacekeeping come nella Repubblica Centrafricana per tentare di facilitare la riconciliazione in un contesto territoriale e umano che sta molto a cuore a Papa  Francesco”.

Tra le innumerevoli operazioni portate a termine con successo, si segnala infatti la firma di un patto di non aggressione siglato, grazie all’intervento del Comandante Giani, tra gruppi armati di matrice islamica e cristiana a Bangui, la martoriata capitale della Repubblica Centrafricana, che ha contribuito a far sì che la visita di Papa Francesco e l’apertura dell’Anno Giubilare in Centrafrica si svolgessero senza incidenti. Accordo che vige ancora tutt’oggi.       

Nel presentare l’annuale rapporto davanti al Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, il Comandante Giani ha voluto ricordare cinque parole chiave che caratterizzano l’operato dei gendarmi: disciplina, obbedienza, fraternità, carità e umanità. Non propositi retorici, ma ideali autentici che trovano la loro concretezza anche in azioni di aiuto caritatevole che la Gendarmeria realizza come la creazione del dispensario medico di Za-Kpota in Benin o la realizzazione di un refettorio nel carcere di Acapulco e ancora il sostegno all’Associazione  “Pace in Terra” per il riscatto di persone vittime di tratta, disagio, emarginazione.

“Non siamo Gendarmi severi e respingenti – ha aggiunto Giani – al contrario siamo impegnati a testimoniare l’umanità e la cordialità che Papa Francesco ci mostra con il suo esempio quotidiano. L’obbedienza deve coniugarsi alla lealtà e coerenza, ma anche a reciprocità d’intenti e di corrisposta quanto vicendevole correttezza”.

Fides et Virtus è il motto della Gendarmeria Vaticana, gli Angeli custodi di Francesco. Una storia di assoluto spirito di servizio che il Comandante Giani e i suoi uomini  incarnano ogni giorno con il loro impegno quotidiano, puntellato di fatiche, di sacrifici, di dedizione e di passione per il bene altrui.