I LINGUAGGI ANIMALI: LE NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA
È possibile la comunicazione tra uomo e animale? Ecco alcuni interessanti esperimenti

Alcuni metalinguaggi animali
Da secoli è in corso il dibattito epistemo-teologico sulla presenza o meno di un’ anima negli animali, ma solo di recente si è cominciato a discutere sull’esistenza di forme di linguaggio animale. Ciò è avvenuto alcuni decenni dopo gli studi di Darwin. Con l’ormai indiscussa connessione dell’uomo ad alcune branche del regno animale, sembrava infatti plausibile che anche altre specie fossero in grado di sviluppare o avessero già raggiunto un linguaggio più o meno complesso. Le prime ricerche, condotte sugli scimpanzé, non diedero i risultati sperati: i primati erano in possesso di un elementare linguaggio gestuale ed emozionale, ma in quanto privi di un apparato fonatorio adeguato all’articolazione di un linguaggio non erano predisposti ad un codice verbale.Il campo della ricerca venne perciò ridimensionato a linguaggi non verbali, di cui sembrava trovarsene un buon numero in varie specie animali. Partendo dai meno sofisticati, fu oggetto di studio la danza delle api bottinatrici. Questi insetti avrebbero sviluppato un particolare volo in grado di fornire indicazioni sulla distanza dall’alveare e, più grossolanamente, sulla quantità di fiori e polline. Per quanto si tratti sicuramente di comunicazione, è evidente quanto questa si discosti dal linguaggio umano. In seguito furono oggetto di studio i cercopitechi, un tipo di scimmie africane. Essi dispongono di una serie di segnalazioni per l’avvistamento di predatori come leopardi, aquile, pitoni e persino per gli umani. È interessante come abbiano sviluppato un segnale per un pericolo relativamente nuovo nel loro originale ecosistema. Numerose ricerche sono state compiute anche sugli ultrasuoni dei cetacei, e altri tipi di linguaggi.

Un punto di contatto
Ma ciò che più affascina l’uomo è la possibilità di interazione linguistica con gli animali. Per questo tipo di esperimenti era necessario servirsi di mammiferi evoluti, che avessero un cervello più adatto all’apprendimento di un linguaggio. Naturalmente era impensabile addentrarsi nel campo di un linguaggio verbale, almeno per quanto riguardava scimpanzé e bonobo, su cui si sono concentrati gli studi di Robert Yerkes (psicologo della Pennsylvania) e dei suoi seguaci. Occorreva infatti servirsi di un metalinguaggio, come ad esempio il linguaggio gestuale per sordomuti. Le prime esperienze sono state condotte da Beatrice e Allen Gardner, dell’università del Nevada, che hanno allevato ed educato la scimpanzé Washoe. La loro tecnica di allenamento consiste in remunerazioni, di conseguenza l’apprendimento del codice non può essere definito spontaneo, ma ha dato comunque buoni risultati. Un’altra scimpanzé, Sarah, allenata presso l’università della California, è giunta ad imparare un repertorio di parecchie centinaia di segni. Con i bonobo (un tipo di primate più prossimo all’uomo nella scala evolutiva) è stato fatto un ulteriore passo avanti. Parecchi esperimenti hanno mostrato la loro impressionante capacità di apprendimento e di comunicazione mediante l’uso di una particolare tastiera, usata anche con individui autistici. Il bonobo Kanzi, ad esempio, utilizza questa tastiera spontaneamente e dimostra di capire anche qualche parola in inglese. Singolari esperimenti sono inoltre stati condotti sui pappagalli, dei quali è da sfatarsi la proverbiale stupidità. La loro non è una capacità meramente imitativa, ma ci sono invece prove che con un po’ di allenamento possano affrontare semplici dialoghi, rispondere a domande e persino impuntarsi alle richieste degli sperimentatori. Proprio con i pappagalli si è raggiunta la sintesi di un affascinante studio che ha dimostrato singolari possibilità interattive tra uomo e animale, eventualità che erano anche solo impensabili fino a qualche tempo fa. La scienza ed il campo della ricerca, in quanto in continua evoluzione, si pongono sempre ulteriori obiettivi e non escludono nuovi traguardi.

 

 

Valeria Castellino
Corso giornalismo on-line Facoltà di lingue
Fondazione Carlo Donat-Cattin