LA RELIQUIA DI SAN NICOLA RIENTRA A BARI

Il Santo dell’ecumenismo che girava tra città e campagne aiutando deboli e poveri

GIUSEPPE SCIAVILLA, 09.09.2017

la bottiglia della manna di San NicolaBari- Il primo fuoco d’artificio intorno alle 19 nel cielo azzurro della città vecchia! I fedeli hanno applaudito, hanno fatto il segno della croce e si sono messi in attesa. Questa è la scena che ho vissuto dal vivo la sera del 28 luglio scorso dinanzi alla Basilica di San Nicola, nel cuore di Bari vecchia, mentre l’aereo proveniente dalla Russia atterrava sulla pista dell’aeroporto di Bari-Palese per riportare “a casa” il frammento della costola sinistra di San Nicola.

Una reliquia preziosa, esposta dal 21 maggio scorso prima a Mosca poi a San Pietroburgo che ha richiamato due milioni e mezzo di fedeli per un evento definito “epocale”.

Energia, fede, festa! C’era tutto in quella lunghissima sera barese! Sulla pista, in aeroporto, ad accogliere la reliquia c’erano autorità civili e militari. Ad accompagnare il reliquiario, sull’aereo, il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, l’arcivescovo di Bari e il priore della basilica di San Nicola. Dalla pista dell’aeroporto, la reliquia è passata poi a bordo della “San Nicola mobile” per essere riportata nella Basilica, in Bari vecchia, con centinaia di fedeli in festante, febbrile attesa. Con questo viaggio, San Nicola ha manifestato nuovamente il suo miracolo: ha unito due popoli in un unico messaggio di pace, fede e fratellanza. Il grande santo taumaturgo è tornato a Bari come in quel lontano 1087 quando nella baia di San Giorgio si attendevano le spoglie del santo per costruire una nuova storia per la città. San Nicola è però un cittadino del mondo; Bari ha solo la grazia di essere prediletta da Dio: Felice Bari, Bari è felice perché custodisce le ossa del Santo Vescovo. La reliquia del Santo è stata accolta sul sagrato della Basilica nicolaiana da due ali di agenti della polizia locale in alta uniforme. L’emozione era al culmine, mentre il servizio d’ordine faticava a tenere a bada la marea di cameramen e fotografi. Il vero significato del trasferimento della reliquia è stato il dialogo ecumenico fra Oriente e Occidente per il quale Bari fa da sempre da  “cerniera” a tutti gli effetti. Dopo diversi secoli di separazione (dal 1054, anno dello scisma tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli) è giunto il momento di dare impulsi nuovi all’ecumene e guardare al futuro dell’ecumenismo con speranza. Questo viaggio ha insegnato che l’ecumenismo si realizza grazie alla comunione dei santi: San Nicola, il santo dell’Ecumenismo per eccellenza, dimostra che si può vivere in comunione con Dio e con gli uomini a prescindere dalle differenze culturali e geografiche.

Dagli studi diPadre Gerardo Cioffari, domenicano, si evince che nel mondo ci sono 1200 chiese e oltre 5000 le cappelle, dedicate a San Nicola che addirittura viene citato sia nella letteratura russa antica e sia in quella italiana si pensi alla Divina Commedia di Dante: “… la larghezza che fece Niccolò a le pulcelle”. Dante si riferiva proprio a San Nicola di Myra (città dell’allora Asia minore, oggi attuale Turchia nella regione della Licia), patrono di Bari per le sue doti di carità e di grandezza d’animo. Difatti San Nicola viene definito dalla letteratura russa come un vecchio che gira tra le città e le campagne aiutando i deboli e i poveri.

La trepidante attesa è terminata con la celebrazione solenne dei vespri presieduti dal Cardinal Koch in Basilica, che nell’omelia ha evidenziato l’attualità di San Nicola nel cristianesimo di oggi:Oggi stiamo assistendo a tanta persecuzione di tanti nostri fratelli cristiani soprattutto dell’Oriente, anche San Nicola nel suo tempo ha sperimentato la persecuzione, il carcere perché amante della verità e innamorato di Gesù Cristo e del suo messaggio di salvezza”.

L’ultimo tassello che ha chiuso in bellezza il grande e straordinario evento è stata la reposizione della reliquia nella tomba del Santo in cripta. Attraverso uno schermo si è potuto seguire il lavoro minuzioso dell’equipe di medicina legale dell’università degli studi di Bari, saggiamente diretta dal professore Francesco Introna, mentre con una sonda “quasi chirurgica” con micro-video riposizionava la costola cardiaca all’interno dalla tomba del Santo. Posso dire con un pizzico di orgoglio essendo sacerdote, ho avuto il privilegio di venerare la reliquia e di scendere in Cripta per vedere più da vicino la reposizione dell’osso di San Nicola. Nel vivere questo straordinario evento di fede mi sono sentito di portare là spiritualmente la Chiesa di Ivrea, perchè San Nicola non è patrono solo di Bari, ma è patrono soprattutto di coloro che non sono Baresi, data la sua universalità, difatti noi baresi diciamo da sempre: San Nicola è amante dei forestieri !