GLORIA POLO, LA VITA OLTRE LA MORTE

Millecinquecento persone a Saint Vincent hanno accolto la toccante testimonianza della dottoressa di Bogotà, ambasciatrice terrena della Misericordia di Dio

Martina PRAZ, 26. 03.2016                FOTOGALLERY    

SAINT-VINCENT – Una giornata di pioggia, un fulmine, una luce indescrivibile. E’ una sequenza di eventi rapidissimi a trasportare l’anima di Gloria Polo, in quel lontano 5 maggio 1995, in una dimensione sconosciuta.

Lontana da riferimenti spazio-temporali, e avvolta da un pace e da un’armonia indescrivibile, Gloria vivrà una vera e propria esperienza di premorte nell’aldilà, al cospetto di Dio, mentre il suo corpo giace a terra, apparentemente privo di vita. Il viaggio nella realtà ultraterrena e il dono misericordioso di poter tornare sulla Terra per farne testimonianza cambieranno per sempre la vita di una donna che fino a poco tempo prima era una semplice dentista di Bogotà.

Il racconto del suo incredibile viaggio alle porte dell’inferno ha fatto il giro del mondo ed è sbarcata anche in Valle d’Aosta, al Palais di Saint Vincent, nel pomeriggio di sabato 12 marzo. Un evento unico offerto all’intera comunità valdostana, grazie all’organizzazione e l’impegno del gruppo di preghiera “Regina della Pace” di Casale Monferrato, rappresentato da Enrico Buoni.

Un pomeriggio intenso, in cui le parole della signora Polo e il racconto del suo viaggio nell’aldilà hanno davvero toccato il cuore di tutti i presenti, credenti e non, perché inconsueto. Infatti a differenza di molti santi come San Giovanni Bosco, Suor Lucia di Fatima o Santa Teresa d’Avila, che hanno avuto visione dell’inferno, del purgatorio e del paradiso, ciò che tocca dell’esperienza vissuta da Gloria Polo è proprio il suo essere una persona comune, come tante. Medico dentista a Bogotà, moglie e madre, prima di incontrare Dio viveva un vita dominata dai valori materiali e dall’apparire: dall’attenzione alla cura del proprio corpo, alla partecipazione ai riti religiosi per pura formalità, all’incoraggiamento all’aborto delle giovani donne come segno di ribellione e di emancipazione.

Una volta al cospetto di Dio la giovane dottoressa capisce di essersi autocondannata per la sua condotta nella vita terrena, ma soprattutto di aver sprecato tutti i richiami misericordiosi offerti da colui, che nonostante tutto continua ad ardere di amore per lei. Questo pensiero diventa una certezza nel momento in cui si trova “sotto giudizio” davanti al grande Libro della Vita:“ Mi trovavo nel Purgatorio – rammenta–  e Dio mi sottopose a un giudizio particolare: si dischiuse davanti a me il Libro della Vita e inizia a vedere tutta la mia esistenza, momento per momento, dalla fecondazione fino all’ultimo istante vissuto nel tempo, e mi venne mostrata come la vedeva Lui, e non come la vedevo io mentre vivevo”.

Molto toccante in merito il racconto della sua esperienza di aborto: “A sedici anni rimanere incinta è una scocciatura e non si concepisce quella piccola creatura in grembo come il più bello dei doni di Dio – ammette la dottoressa Polo – per questo, su incitazione del mio fidanzato di allora e dell’amica Estela, decisi di abortire”. Rivivendo quel momento, ben impresso nel Libro della Vita, Gloria capisce di aver “fatto a pezzi” l’esistenza di un piccolo essere a immagine e somiglianza di Dio: “Vidi il mio bambino gridare così forte, tanto che il suo urlo rimbombò nel cielo, tutta la creazione tremò, e il Signore, inchiodato alla croce pianse amaramente – racconta commossa –  vidi uscire dal mio corpo alcuni pezzettini del mio bambino che era quasi totalmente formato. La mia creatura innocente fu raggiunta, senza compassione alcuna, dalla pinza del medico, che gli strappò prima un braccetto, poi una gambina, gli amputò e gli schiaccio la testa e lasciò cadere il mio bebè fatto a pezzi in un secchio rosso di plastica nel quale l’infermiera contò i frammenti. Capii che l’aborto è il più abominevole dei peccati, poiché prevede l’uccisione di una creatura innocente e indifesa. Che peccato può aver commesso un nascituro?”.

Profondamente turbata dalla visione del Libro della Vita, alla dottoressa di Bogotà non resta che invocare la misericordia di Dio, ed è qui che questo viaggio diventa davvero incredibile. Gesù con infinito amore le dona la possibilità di tornare sulla Terra dicendole: “Questo che hai visto e udito non lo ripeterai mille volte, ma mille volte mille, e guai a coloro che ascoltandoti non cambieranno perché saranno giudicati con maggiore severità”.

Gloria conclude la sua avvincente testimonianza affermando che questa non è una minaccia ma un dono di un Dio che ci ama profondamente: Dio vi dona me come specchio, perché possiate vedervi e deciderviconcludeLasciamoci trasformare dal suo Amore, perché vuole risparmiarci quel buco orrido in cui sono stata io ed averci con Lui nella gioia eterna. Non c’è niente di più brutto di vedere soffrire questo nostro Dio ardente di amore che per tutta la vita ci ha cercato”. Il resoconto di questa esperienza è un incredibile viaggio nell’aldilà di Gloria Polo, medico dentista di Bogotà. , dopo essere stata colpita da un fulmine nei pressi dell’università della città colombiana. Un’esperienza fuori dal comune che cambieràper sempre la sua vita, come donna, mamma, moglie e credente. 

Il racconto di Gloria Polo è stato preceduto dall’introduzione di Flaviano Patrizi, autore delle pubblicazioni ufficiali della dottoressa, che riportano anche l’imprimatur della Chiesa nella persona dell’Arcivescovo di Bogotà.

Patrizi mette in evidenza non solo come il viaggio vissuto dalla dottoressa colombiana sia in linea con il contenuto dottrinale della Chiesa, ma soprattutto che la “vera missione” sia quella di darne  testimonianza anche ai più scettici. Il mio studio, durato circa due anni, sull’esperienza extra corporea di Gloria Polo – afferma lo scrittore – mi ha portato a concludere che questa è indubitabile, in primis perché Gloria ha visto il suo corpo disteso a terra mentre la sua anima si trovava nell’aldilà, a chilometri di distanza, mentre la sua anima appare a più persone tra cui la zia, la figlia maggiore e il marito. Ciò testimoniato dalle persone stesse ancora prima che la donna si risvegliasse dal coma e, in seguito, confermato da Gloria stessa”.

La testimonianza di questa grande donna è una prova importante dell’esistenza di una realtà ultraterrena. Le sue parole sconvolgono i più increduli, ma riempiono di speranza e di misericordia il cuore di chi crede, rendendola l’ambasciatrice terrena della misericordia di  Dio. Accogliere il Suo messaggio significa vestire dei panni “scomodi”, in quanto se da un lato non si può non rimanere stupefatti dalla grandezza di Dio, dall’altro conoscere e portare con noi questa “pesante verità” ci induce inevitabilmente a cambiare qualcosa nel nostro modo di vivere.

Ora per poter cambiare la nostra vita basta pensare per un attimo aCosa ci aspetta dopo la morte?La nostra esistenza ruota attorno ad una dicotomia inscindibile che oppone la vita alla morte. Siamo “fatti per vivere”, per prenderci cura del nostro prossimo, per cercare una realizzazione personale e lavorativa, per deliziarci con tutti i piaceri e le sfide che la vita può offrirci. Sembra tutto banale e ovvio, ma qualcosa ci sfugge o forse vogliamo farci sfuggire. Troppo spesso però dimentichiamo che la morte, attorniata dal quell’aurea dolorosa e tragica, rappresenta un punto fermo nella nostra esistenza, al quale non è possibile sfuggire. É proprio qui che la testimonianza straordinaria di Gloria Polo, voluta da Dio, ci aiuta a capire che “la vita non finisce ma va oltre la morte.

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Fotogallery di Giulio Crivellari
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