MEDJUGORJE: UN’ESPERIENZA PERSONALE

Valentina Maruca, 04.10.2013

La facciata della Basilica di San Giacomo - MedjugorjeMEDJUGORJE – C’è chi ci crede, chi è titubante, chi semplicemente neanche si pone il problema … e chi infine vuole a tutti costi negare e screditare.

Quali che siano le posizioni di ognuno, quali che siano le diagnosi mediche e scientifiche ed infine quali che siano le interpretazioni teologiche del caso, a Medjugorje sicuramente qualcosa di particolare accade tutti i giorni da circa 32 anni.

Medjugorje è un paesino che si sviluppa ai piedi di due monti: il monte Krizevac, ed il monte Podbrdo, ed è proprio intorno a queste due alture che tutto ha inizio nell’ormai lontano 1981, quando una giovane donna – dell’età apparente di una ventina d’anni – si materializza sulle pietre rocciose del Podbrdo, rendendosi così visibile a sei ragazzi del posto.

I sei giovani si rendono immediatamente conto che la donna in questione non è una creatura terrena in quanto – stando alle loro descrizioni di quei primi incontri – Ella si presenta come una donna incredibilmente bella, lucente, capace di emanare un’estrema dolcezza ed amore da tutto il suo essere.

Il resto lo sappiamo tutti. Dal 1981 le apparizioni sono state ininterrotte, dividendo così l’opinione pubblica e l’opinione della Chiesa: chi è a favore e crede in ciò che sta avvenendo, e chi invece no.

In mezzo a tutto questo trambusto di idee differenti, scontri ideologici e curiosità, c’è però la mia opinione ben salda, frutto di questi primi 24 anni di vita e pellegrinaggi a Medjugorje: perché fin da quando ho coscienza di me stessa e memoria, la mia vita da italiana si intreccia costantemente con questo luogo situato nella ex Jugoslavia, più precisamente in Bosnia Erzegovina.

Premetto che personalmente non ho mai visto alcun segno del sole, né sentito profumi particolari, né sperimentato una qualche particolare esperienza spirituale a carattere “mistico”.

Io mi accosto gioiosamente a Medjugorje, nella stessa misura con cui mi accosterei ad altre esperienze e viaggi. Qualsiasi nuova meta mi predispone ad essere particolarmente positiva ed allegra, e con questi stati d’animo mi reco ugualmente in pellegrinaggio, con la consapevolezza però che Medjugorje ha una marcia in più … e questo valore aggiunto è la Madonna.

E’ possibile trovare attraente un territorio brullo, roccioso, dalle linee scabre ed essenziali? Beh, normalmente certo che no, ma c’è qualcosa in questo luogo che rende tutto estremamente armonioso, bello, anche se a un’osservazione oggettiva è tutto meno che bello.

A Medjugorje non si fa teologia, a Medjugorje si fa preghiera. In tutta la storia dell’umanità, probabilmente, questo è il posto in cui le apparizioni mariane sono state più lunghe, e forse anche quello nel quale la gente si è più inginocchiata a pregare.

Ma cos’è Medjugorje per me? In chi e in che cosa si identifica e si spiega tutto ciò che sta accadendo? La risposta sta in una parola, anzi, più esattamente in un nome: Marija.

Marija Pavlovic (che porta, per una coincidenza che ha il sapore del destino, lo stesso nome della Santa Vergine) appartiene al gruppo dei sei famosi veggenti. Mi concentrerò su di lei, l’unica che conosco personalmente in quanto cara amica di mia madre.

Travolta poco più che bambina da questa straordinaria avventura, Marija ha dovuto negli anni modificare un po’ il proprio temperamento schivo e riservato. A distanza di 32 anni è diventata una donna forte, spigliata, capace di testimoniare davanti a migliaia di persone i messaggi a lei affidati dalla Madonna.

Ma perché dal mio punto di vista in Marija si riassumono gli avvenimenti di Medjugorje?

Prima di rispondere al quesito, mi permetto una piccola digressione, centrata su una valutazione personale della mia fede.

Sono una persona estremamente concreta, con una spiritualità sotto certi aspetti un tantino immatura, e quando dico “spiritualità immatura”, mi sento in dovere di citare come esempio e termine di paragone San Domenico Savio. Come tutti sappiamo, egli fu un ragazzino dotato di una fede profonda, pura e fervente. L’aneddoto della sua vita che più mi colpisce è quello relativo al suo modo di fare adorazione. Si dice che passasse ore prostrato davanti al Santissimo, e che quando lo si chiamasse per renderlo partecipe di altre attività, egli affermava che gli pareva di essere rimasto in adorazione solo per qualche minuto. Ecco la Fede matura!!! Un amore per il Signore così grande da perdere la cognizione del tempo, tanto forte da evitare le distrazioni, le sciocchezze …, tanto esclusivo da immergersi profondamente, anima e corpo, nel mistero di Cristo.

A me manca questa concentrazione, questa consapevolezze così profonda di Dio, nonché il distacco dalle cose terrene. Ciò che mi tiene legata alla Fede è un ragionamento logico-razionale, che anziché escludere l’esistenza di Dio, la conferma ogni giorno di più. In virtù di questo pensiero, cerco costantemente di attenermi ai dieci comandamenti, e di applicarmi ad essi con una forte disciplina, senza giustificazioni o interpretazioni personali.

E’ proprio con la disciplina e con la consapevolezza dell’esistenza di Dio che mi sono sempre recata a Medjugorje, invidiando un pochino quelli che, come San Domenico Savio, riuscivano ad immergersi con tutta l’anima nella realtà spirituale e di preghiera che caratterizza Medjugorje. Lascio dunque a chi, più di me, riesce a fare silenzio e a pregare con attenzione, il compito di spiegare cosa si prova quando si va in pellegrinaggio a Medjugorije.

Io credo a Medjugorje, e sento che a Medjugorje la Madonna è presente osservando Marija. Molte volte ho ascoltato le sue testimonianze, e le sue parole non mutano mai. Con semplicità, inizia a pregare poco prima dell’apparizione, di cui ha il presentimento; e con altrettanta semplicità riporta ciò che la Madonna le dice, senza aggiungere nulla di personale.

Ciò che riferisce non si discosta dal catechismo della Chiesa Cattolica, non va contro ad alcun dogma, non si allontana insomma dagli insegnamenti stessi della Chiesa.

Stando spesso a stretto contatto con lei, so come la sua giornata e la sua vita sia strutturata: lei non ha una vita propria. Marija esiste in funzione della missione che le è stata affidata. Non è una situazione facile. Personalmente, a volte mi capita di non sopportare le mie amiche dopo un pomeriggio passato insieme, e sento la necessità di stare per conto mio, di riposare la mente e di ritagliarmi uno spazio per stare da sola. Figuriamoci i veggenti: non credo che neanche si ricordino più cosa voglia dire avere uno spazio intimo-personale. Marija, da quando ha le apparizioni, non ha più una vita privata. Si sposta costantemente da nazione a nazione per testimoniare alla gente, e per pregare in forma comunitaria. Nella sua casa a Monza è solo di passaggio: il tempo di cambiare i vestiti e ripartire per qualche nuovo incontro.

Come si può umanamente sostenere tutti i giorni della propria vita le migliaia di persone che ti stanno addosso, che pongono costantemente le stesse domande, che vogliono toccarti, abbracciarti e sentirsi ripetere incessantemente le stesse cose?

Come si può sopportare la pressione della gente, i continui spostamenti da una nazione all’altra, e d’altra parte il silenzio della chiesa, l’opinione pubblica dubbiosa in relazione alle apparizioni, le sospettose analisi mediche e scientifiche alle quali è stata sottoposta, e ancora, oltre a tutto questo, la gestione di 4 figli maschi e di una casa, e di tutto quello che caratterizza la normale quotidianità di una persona? Umanamente non si può; una bugia, per quanto ben elaborata, sostenuta e studiata, non può sopravvivere per 32 anni se non ci fosse un aiuto dall’Alto. Solo un evento esterno e grandioso a parer mio può dare il giusto equilibrio, la giusta pazienza, la serenità e la stabilità mentale per sostenere sulle proprie spalle il peso (ma anche la gioia) di un simile compito. Eccoci al nocciolo della questione … ciò che accade a Medjugorje, dal mio punto di vista, è veritiero. E’ veritiero in relazione alla pazienza ed alla determinazione propria di Marija e degli altri veggenti. Non è possibile mentire per 32 anni senza cadere in contraddizione, senza esasperarsi, senza sentirsi stanchi ed oppressi dalle persone.

A Medjugorje i 6 veggenti non hanno mai avuto un attimo di esitazione o di cedimento, non si sono mai spazientiti a causa di tutte le responsabilità e degli stress derivanti dal vivere una situazione unica e particolare, sotto la pressione dei centri di potere e dei mass media di tutto il mondo. Io credo che Marija e gli altri veggenti possano reggere tutto questo solo grazie alla Madonna, che li segue e li appoggia con il suo amore materno.

Ripeto, per me Medjugorje è vera in ragione di questa semplice analisi, senza aver bisogno di chissà quale segno proveniente dal cielo.

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Fotogallery di © Enzo A. Borin – Medjugorje

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