Erano come pecore che non hanno pastore (Mc 6,30-34)

Quante volte ci sentiamo smarriti? Quante volte non sappiamo quale decisione prendere o, poco dopo averla presa, siamo certi di aver fatto la cosa sbagliata? Quante volte non sappiamo come riempire questo terribile senso di vuoto che sentiamo dentro? In quei momenti siamo pecore senza pastore. Qualcuno di noi lo rimane per tutto il corso della vita. Qualcun’altro si avvicina a Dio ed inizia a pregare. E qualcuno è pronto a giurare che Dio risponda alle nostre preghiere. La vita, amici, è tutt’altro che semplice. Le difficoltà si rincorrono l’una dietro l’altra. Ogni giorno combattiamo con le nostre paure, ci confrontiamo con difficoltà che paiono insormontabili. Siamo pecore senza pastore. Oggi, cari amici, vi parlerò di Blaise Pascal. Sì, proprio il fisico e matematico francese vissuto nel 1600. Proprio colui il quale ha dato il nome a leggi fisiche, teoremi e unità di misura. Che c’entra con la fede? C’entra parecchio. Pascal decise di rivolgersi agli atei e li convinse, con argomentazioni logiche, che sarebbe stato meglio credere nell’esistenza di Dio. O quanto meno comportarsi come se Dio esistesse. Questo processo prende il nome di “scommessa di Pascal”. Cercherò di sintetizzarvela in poche righe, premesso che Pascal vi scrisse un’opera intera, intitolata “I Pensieri” (Les Pensées): Conviene credere in Dio. Infatti:

1) se Dio esiste, le nostre fatiche verranno premiate e risorgeremo;
2) se Dio non esiste, conducendo una vita conforme con i principi del Vangelo, avremo comunque reso il mondo migliore. Più equo. Più sereno. Più felice.

Pascal conclude che, nel dubbio, la decisione saggia è scommettere sull’esistenza di Dio, in quanto “se vincete, guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla”. I beni terreni, le ricchezze, non si traducono forse in nulla alla nostra morte? Non le perderemmo comunque? Ci abbrutiscono, ci rendono avari, ci rendono “cattivi”. Sì, perchè chi pensa solo alla ricchezza non è mai veramente e pienamente felice. Chi invece prova la gioia di condividere, la gioia di aiutare il prossimo, e perchè no? La gioia di essere confortato nel momento del bisogno, ha già vinto un’esistenza migliore ora. E… se ci avrà visto giusto, vincerà anche il Paradiso. E, con Dio, non saremo mai più pecore smarrite, mai più senza pastore.

Dio c’è. Vogliamo scommettere?

 

Alessandro Ginotta

 

Il dipinto di oggi è “Il Divino Pastore” del pittore italiano Alessandro Franchi (1838-1913), olio su tela, Firenze.