Al MUSEO DI SCIENZE NATURALI TESTIMONIANZE DI MIGRAZIONE NELLA MOSTRA FOTOGRAFICA “TORINO-KHOURIGBA A/R”

VALENTINA BARBAGALLO – 22.02.2013

Portapalazzo

TORINO –  Con cinquanta  scatti del giovane fotografo torinese Alberto Gubernati che allestiscono la mostra «Torino – Khouribga A/R» al Museo di Scienze naturali di Torino  si viene  a conoscenza della cultura,  della vita economica e sociale  di una città del Marocco, Khouribga, e di molte storie di migrazione che partono da quella città maghrebina  per trovare una speranza a Torino.

Spinto dal desiderio di scoprire quel che si cela dietro la “dolorosa” decisione di abbandonare la propria terra  per potersi  affrancare  dalla povertà e costruire una nuova esistenza Gubernati  viaggia  a Khourigba.  Spiega: «Sono andato lì, con una macchina fotografica e un cartello  stradale di legno recante la  scritta in arabo: “amo Torino”».

Khouribga è passata nel corso egli anni da terra di pastorizia e agricoltura a  capitale internazionale  di sfruttamento di giacimenti di fosfati. Tale insediamento ha attirato manodopera anche di immigrazione e ha fatto crescere il livello demografico da  8 mila abitanti nel  1936 a 40 mila negli anni sessanta  a 170 mila negli ultimi anni;  paradossalmente la città  non riesce ad offrire ricchezza a tutti ii suoi abitanti.  La siccità che impoverisce l’agricoltura, l’alta  crescita demografica  e la mancanza di investimenti sul  territorio  sono tra i motivi  di abbandono della  città. A partire dagli  ottanta del secolo scorso  tra le mete di migrazione vi è  stata e continua tuttora Torino.

mercato-khourigbaAccompagnati da un  sottofondo musicale della cultura marocchina si osservano  foto di paesaggi e  volti, si leggono testimonianze di vita e descrizioni storiche sulla città di Khourigba mentre un grande schermo  proietta  foto d’epoca iniziando  dal 1921 illustrando  cave e villaggi minerari della città  provenienti dall’archivio dell’OCP (Office Chérifien des Phosphates).

Si spazia dal suq,  il mercato tradizionale, ai giacimenti di fosfati  al Festival Fantasia, manifestazione folkloristica molto sentita.  Si racconta la vita di chi è andato e rimasto a Torino e di chi invece è riuscito a ritornare  nella terra natia dove  ha avviato, con i risparmi, un’attività lavorativa, frutto di una  collaborazione esistente da alcuni anni fra  diverse realtà italo-marocchine impegnate nello  sviluppo economico del Paese.

BambiniKhorigba Le immagini colpiscono nel profondo del nostro animo,  fanno riflettere perché mostrano la vita di persone in una città che avrebbe tanto loro da offrire e che invece per vivere devono andare via. Anche perché riflessa si vede  la storia dell’uomo, delle persone   che sono costrette  ad andare via dal luogo d’origine alla ricerca di un barlume di speranza o  per affermarsi altrove.

Una sezione scientifica è dedicata alle cave di fosfato al ciclo e all’uso del fosforo,  a  materiali della classe dei fosfati; si tratta di reperti provenienti  dalla collezione mineralogica del museo e dell’Università degli Studi di Torino, ancora oggi una delle più prestigiose d’Europa.

Alla realizzazione del progetto fotografico hanno partecipato il centro culturale italo-arabo Dar Al Hikma (http://www.daralhikma.it/), l’associazione di promozione sociale Amece  (http://www.amece.it/), l’impresa di cooperazione e sviluppo locale Cicsene  e il docente di Antropologia Politica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino Carlo Capello.

La mostra ha ricevuto il patrocinio della Città di Torino e del Consolato del Regno del Marocco di Torino.

Per info: Museo Regionale di Scienze  Naturali,  via  Giolitti 36, Torino, visitabile fino all’8 marzo,  tutti i giorni escluso il martedì nell’orario  dalle ore 10 alle ore 19.

Tel. +39. 011. 432.6354  www.mrsntorino.it