ALLA SCOPERTA DEL VINO FALERNO

Con il “primitivo” della cantina Regina Viarium

VIVIANA VICARIO, 16.09.2016

FALCIANO DEL MASSICO – Visto dagli occhi del forestiero appare alto e possente, il Monte Massico. L’occhio non attento di chi dell’alto casertano non è esperto, potrebbe quasi confonderlo con il Vesuvio.

Nel percorrerlo a piedi ci si sente martirizzati dal peso del sole sulle membra e dalla fatica che provano i contadini a lavorare una terra come quella. Sentendo raccontare la leggenda del vino degli antichi romani, ci si chiede cosa possa aver provato Falerno, l’umile agricoltore da cui prende nome il vino, quando nella sua terra di sempre, a Falciano del Massico, scoprì che il misterioso uomo a cui ebbe donato tutti i suoi averi fosse Bacco in persona. Specie se poi, quella terra che con impegno e rassegnazione lavorava ogni giorno, si trasformò in un florido vigneto in cui cresceva rigoglioso il nettare del Dio, riconoscente della gentilezza mostratagli da Falerno.
Dalla leggenda alla realtà, il punto di vista cambia. La terra dell’idillio, dove il dio Bacco cosparse la montagna di Falciano di rigogliosi alberi da uva, è  in realtà una terra già predisposta alla viticoltura: secondo gli studi di Diodoro Siculo, in quelle terre la vite cresceva spontaneamente.
Ed è così che nonostante il lento declino che intorno all’Ottocento dovette subire, a causa della distruzione di più del 95% dei vigneti dovuto all’invasione della fillossera, un parassita della vite; il Falerno ha resistito e i palati dei nostri giorni possono degustarlo quasi come quello di allora.
Coltivato in soltanto cinque comuni dell’area adiacente al Monte Massico, tra cui Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola in provincia di Caserta, il Falerno non era solo un vino per i romani, ma “il vino” per eccellenza. Veniva chiamata “l’antica Bordeaux”,  l’Ager Falernus, il luogo dove in località Barone si trova la cantina Regina Viarum.  Un nome scelto non a caso che ricorda l’antica via voluta dai romani, l’Appia, che collegava la città all’Oriente. Nel 1997, dall’unione delle famiglie Angelino e Maddalena, nasce l’azienda. Alle spalle c’è la storia di una famiglia di viticoltori attenti e dediti alla coltivazione dell’uva  primitivo sin dai primi del ‘900.
Unica azienda del territorio a produrre vino senza trattamenti chimici, Regina Viarum è un’azienda vitivinicola a conduzione familiare che produce il “Primitivo”, riconosciuto oggi con la Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico” . Sull’altro versante del monte i terreni più sabbiosi impossibilitano la coltivazione del primitivo ed il Falerno è prodotto a partire da uve Aglianico. “La particolarità del nostro vino è proprio quella di essere ricavato dal primitivo, un tipo di uva più difficile da coltivare rispetto all’Aglianico. Inoltre il marchio dell’azienda è riconosciuto anche per l’attenzione particolare con cui ci dedichiamo alla coltura biologica. Usiamo concimi naturali e assolutamente biologici” spiega Elda Maddalena.
É vincitrice di numerosi premi tra cui la prestigiosa medaglia “Cangrande”; assegnata come azienda vitivinicola d’eccellenza campana nell’ambito di Vinitaly 2014.