QUANDO I SANTI PASSANO LASCIANO SEMPRE IL SEGNO …

Toccante omelia del Cardinal Comastri, giunto a Porto Recanati per ritirare il Premio “La Ginestra”

Benedetta Grendene, 16.09.2016       

PORTO RECANATI – Giovedì 15 settembre, giorno in cui si fa memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, la città di Porto Recanati ha accolto con affetto il Cardinale Angelo Comastri che, dopo nove anni di missione a Loreto come delegato pontificio per la Santa Casa, è ora Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e per le Ville Pontificie di Castel Gandolfo, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro.

Sua Eminenza Reverendissima ha officiato la Santa Messa della sera nella Parrocchia di San Giovanni Battista, riaperta per l’occasione dopo le lesioni subite nel recente terremoto del 24 agosto scorso. Accanto al Cardinale erano presenti alla celebrazione eucaristica, animata dai canti dei ragazzi della Comunità Cenacolo di Loreto, anche Padre Franco Carollo, rettore della Pontificia Basilica della Santa Casa di Loreto, Padre Valentino Salvoldi e Padre Roberto Zorzolo, parroco della Chiesa di San Giovanni Battista. Durante l’omelia, il Cardinal Comastri ha donato una riflessione molto toccante ai numerosi fedeli presenti, molti dei quali provenienti dalla vicina città mariana, condividendo con loro la gioia ancora viva per la Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, di cui Comastri si è sempre riconosciuto figlio spirituale. “Quando i Santi passano lasciano sempre un segno perché in loro alberga il cuore di Gesù e tutti se ne accorgono, anche chi è lontano da Lui” – ha affermato con convinzione il Cardinal Comastri, ricordando l’incontro avvenuto nel 1961 durante un viaggio in India tra Madre Teresa e Pier Paolo Pasolini, profondamente colpito da quel suo “occhio dolce, che dove guarda, vede”. Nel volto scarno di quella donna lo scrittore riconobbe uno sguardo e una bellezza affascinanti, che andavano oltre la povertà e oltre la malattia che quotidianamente le si palesavano di fronte. Anche il giornalista Indro Montanelli, laico non credente, si accorse di quanto fosse evidente come Madre Teresa non si preoccupasse affatto di piacere agli uomini, ma solo a Dio e arrivò ad affermare che “se ci fosse una Madre Teresa per ogni continente forse sparirebbe l’ateismo”.

Quando si incontra l’amore di Dio non si può che divenire umili strumenti di incontro, di carità e di pace nelle Sue mani, seguendo l’esempio di Madre Teresa, che Papa Francesco ha voluto scegliere come guida per tutti noi durante questo Anno Santo, quale “instancabile operatrice di misericordia”. La speranza è che nessuno, guardando le mani di questi Santi che tante lacrime hanno asciugato, che tante ferite hanno sanato, che tante persone hanno consolato,  troppo tardi con rammarico si accorga di quanto le sue mani siano vuote.

In serata il Cardinal Comastri nel pittoresco cortile di Palazzo Lucangeli a Porto Recanati è stato insignito del Premio “La Ginestra”, prestigioso riconoscimento legato a quell’etica della solidarietà e a quella “social catena” di leopardiana memoria, oggi sempre più rara da trovare nell’uomo, ma unica fonte di salvezza in questo fugace mondo terreno. Negli anni il premio, che nel nome ricorda uno dei componimenti più toccanti composti da Giacomo Leopardi poco prima della sua morte avvenuta a Napoli nel 1837, è stato attribuito anche a Magdi Cristiano Allam, Federico Moccia, Antonio Ricci e alla coppia unita nella vita e nel canto composta dal tenore Fabio Armiliato e dalla soprano Daniela Dessì, tristemente scomparsa un mese fa.

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