SALUTO ALL’AVVOCATO GIANNI AGNELLI NELLA SUA TORINO, NEL DECENNALE DELLA  DIPARTITA

Commemorazione al Duomo e poi in Sala Rossa del Comune

GINA ZAMMIELLO –  06.02.2013

Il Presidente Giorgio Napolitano celebra il decennale della morte di Gianni AgnelliTORINO – In una mattina soleggiata del 24 gennaio, un fragore di applausi accoglie il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, arrivato sul  sagrato del  Duomo di Torino per partecipare alla Messa in suffragio   dell’avvocato Gianni  Agnelli.

Il capo dello Stato, accompagnato dal sindaco Piero Fassino, risponde con un cenno di saluto all’applauso dei tanti torinesi accorsi in piazza San Giovanni. Lo  accolgono  il vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi monsignor Guido Fiandino, il presidente della Fiat  John  Elkann con il fratello Lapo.

All’interno  del Duomo Napolitano saluta la vedova Agnelli, Lavinia Borromeo, i figli  Oceano e Leone, e prende posto in prima fila insieme ai ministri Fornero e Profumo. Presenti l’a.d. di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne e il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo con una rappresentanza della Juventus  formata da Andrea Agnelli, Giuseppe Marotta, Antonio Conte e Gigi Buffon. Rendono omaggio al compianto Gianni Agnelli, nel decennale della sua dipartita,  non solo personaggi di spicco dell’imprenditoria e della politica ma anche una folla  di gente comune che vuole testimoniare riconoscenza ed affetto all’indimenticabile Avvocato. Impossibilitata ad entrare nella chiesa gremita, la gente segue la solenne cerimonia  presieduta dal’arcivescovo Cesare Nosiglia sul maxi schermo in piazza.

Nosiglia che non lo conobbe da vicino ma ne ha apprezzato  le qualità di  imprenditore e di uomo,  afferma  nell’omelia come sia  importante, «a dieci anni dalla sua morte, manifestare anche pubblicamente i sentimenti di riconoscenza per quei frutti che possiamo cogliere ancora oggi dal suo lavoro».   Parla della riconoscenza  verso Giovanni Agnelli  da parte di «molte famiglie  per avere creato sul nostro territorio, in particolare attraverso importanti azioni formative per i più giovani, nuove opportunità di lavoro». Un uomo, l’avvocato, consapevole della necessità di continuare “costruire futuro” per la sua città, e non meno nei tempi difficili; ne sono un esempio l’impegno per designare Torino  le Olimpiadi invernali a Torino e la costituzione della Facoltà di Ingegneria dell’Autoveicolo.

Nel considerare i tempi attuali  l’arcivescovo Nosiglia richiama  infine  ogni persona a dare il meglio di sé per contribuire a «un avvenire che  non sia fatto né di assistenza né di sussistenza»,  e ai rappresentanti del mondo politico, economico e sociale,  ricorda che «la Città oggi ha bisogno non solo di maggiori risorse economiche per investimenti produttivi e sociali, ma anche di affetto e attenzione, di ‛simpatia’ e di intelligenza, per essere accompagnata a crescere di nuovo in una delle svolte più delicate della sua storia».

Successivamente si è tenuta la celebrazione del decennale nella Sala Rossa del Comune di Torino  in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mette in luce  del presidente della Fiat «un forte senso delle istituzioni  e degli equilibri democratici […] che lo contraddistinse facendone un protagonista della nostra vita pubblica oltre che una figura centrale del mondo economico».  La sfida attuale   è quella di «riformare il paese tenendolo unito», aggiunge  il presidente, sull’esempio delle «generazioni degli Agnelli che hanno guidato la Fiat, dei dirigenti, dei tecnici e degli operai che ne hanno costruito le maggiori fortune», caratterizzandoli  come forze motrici di un cammino di trasformazione e avanzamento dell’Italia.

Conclude Giorgio Napolitano omaggiando la figura emblematica dell’avvocato e, alla vigilia della conclusione del suo mandato, salutando la Città  che mai come in questi sette anni aveva sentito così vicino.

Il sindaco di Torino Piero Fassino ricorda  l’Avvocato  “un cittadino del mondo” , un uomo  che  sentiva dentro di sé «l’orgoglio per ciò che la  FIAT  rappresentava  nella  storia della Città»  e riporta le parole espresse   nel centenario della fondazione dell’azienda torinese: «Faremo ancora qualcosa per questa città che ci ha dato tanto». Un impegno quello di Gianni Agnelli a guardare oltre, alle nuove tecnologie, al cambiamento e all’innovazione. A non aver paura del futuro. Un’intuizione folgorante che ebbe delle potenzialità di Torino, che non fece in tempo a vedere.  «Se oggi Torino conosce una nuova identità, lo si  deve anche a questo straordinario capitano d’impresa, che ci ha sollecitato a scommettere sull’innovazione e sul cambiamento», conclude il primo cittadino.

Tanta è stata la folla che lo ricorda, oggi come ieri, nel 2003, al Lingotto, quando  silenziosamente in fila per ore  nel freddo gelido di quel fine gennaio la gente  gli portava  l’ultimo saluto. Allora come oggi è un  gesto di  gratitudine e riconoscenza.

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Foto Reportage di © Carlo Cretella

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