DA MARCO POLO ALLA GLOBALIZZAZIONE

Il Museo d’Arte Orientale di Torino ospita una mostra che racconta la “Via della Seta”

Giulia Poggio, 24.03.2017

TORINO – La chiamavano la “Via della Seta”. Un insieme di percorsi carovanieri e reti di strade commerciali che collegavano la Turchia e il bacino del Mediterraneo all’Estremo Oriente, e in particolare alla Cina, utilizzate ampiamente da commercianti europei e medio-orientali per scambiare merci pregiate, tecniche, saperi e informazioni di ogni genere

A raccontare tale percorso, simbolo di culture millenarie e avvenimenti storici, è la mostra Dall’antica alla nuova Via della Seta”, che aprirà i battenti il 31 Marzo al Museo d’Arte Orientale di Torino. 

Il termine “Via della Seta”, ormai entrato di diritto nell’immaginario collettivo ed evocativo di un’atmosfera esotica e sconfinata, è stato coniato nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen, per indicare l’antico itinerario che unisce i due continenti, permettendo lo scambio dei beni, facendo arrivare da lontano ciò che non era disponibile in loco. Mercanti provenienti da svariate parti del mondo e di confessioni religiose differenti, si incontravano lungo la strada, soggiornando talora in grandi città o in luoghi di fortuna, commerciando merci e scoprendo via via popoli e culture sconosciute. Dato il loro carattere itinerante, a loro spesso si accompagnavano ambasciatori, pellegrini, avventurieri e corrieri.

 

Oggetto di scambio erano soprattutto beni preziosi, quali metalli, spezie, diamanti, tessuti, in particolare la seta, che trovava acquirenti in tutti i principali imperi del mondo. Ma oltre ad essere un fondamentale punto di comunicazione tra Oriente ed Occidente, tale percorso era anche un importante crocevia per scambi aperti e tolleranti di persone, idee e informazioni, credenze. Oltre all’aspetto meramente commerciale e lucrativo, i rapporti tra Cina ed Europa hanno infatti permesso il contatto e l’avvicinamento pacifico di popoli, culture, idee e tradizioni variegate in una complessa e ricca contaminazione, che ha portato alla crescita esponenziale di entrambi i continenti anche grazie a tale reciproca influenza. Tra le personalità più importanti che hanno affrontato il lungo e talvolta periglioso viaggio in Oriente, Marco Polo e i gesuiti Matteo Ricci e Martino Martini, che hanno contribuito ad avvicinare i due popoli in una pacifica e serena convivenza.

Dalla volontà di celebrare tale connessione, ad oggi ancora viva nella memoria della popolazione cinese, e rafforzata ulteriormente dal grandioso progetto del Presidente cinese Xi Jinping, che ha annunciato di voler aprire una “Nuova Via della Seta” che collegherà l’antica città di Xi’an con grandi città europee, è nata l’idea della mostra, a testimoniare la necessità crescente di apertura e collaborazione tra realtà diverse.

L’esposizione, promossa dalla Fondazione Torino Musei e dal Segretariato della Presidenza della Repubblica e aperta al pubblico fino al 2 Luglio 2017, raccoglie 70 straordinari e preziosi capolavori d’arte antica, per testimoniare il solido e secolare rapporto di scambio commerciale e culturale instauratosi tra i paesi del Sol Levante e l’Occidente, in particolare l’Italia.

Alcuni tra i più importanti musei nazionali e internazionali, con la collaborazione di prestigiose istituzioni archivistiche e bibliotecarie hanno messo a disposizione le loro preziose opere, per ricreare l’antico spirito di dialogo e condivisione che da sempre lega indissolubilmente due mondi e due culture solo apparentemente lontane. Tra questi, il Musée du Louvre, Musée Guimet e Musée Cernuschi di Parigi, il Museum für Byzantinische di Berlino, il Museo delle Civiltà/Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Procuratoria della Basilica di San Marco di Venezia. Presenti anche una serie di opere moderne, realizzate da grandi artisti cinesi contemporanei.

Gli oggetti esposti testimoniano la manualità e l’abilità dei maestri artigiani nella realizzazione di ceramiche, sculture e pietre e l’accuratezza e l’attenzione dei cartografi che hanno rappresentato il mondo conosciuto nell’antichità, grazie soprattutto alla circolazione di nuovi saperi e competenze in tutti i campi.

Tra questi Il Cammelliere su cammello battriano, animale simbolo delle vie carovaniere realizzato tra il VI e il VII secolo, la Mattonella con giocatori di polo (1256-1335), raro esempio artistico iraniano durante il dominio degli Ilkhanidi di origine mongola e lo Straniero dal volto velato (VII-VIII secolo), capolavoro dell’arte funeraria cinese. E ancora il Piatto con girotondo di pesci (XIII-XIV secolo), prodotto durante la dinastia mongola ilkanide e la Descrizione illustrata del mondo di P. Ferdinand Verbiest, testimonianza delle più avanzate conoscenze geografiche dell’epoca.

L’esposizione è curata da Louis Godart, consulente del Presidente dellaRepubblica in materia di iniziative culturali ed espositive, David Gosset, fondatore del Forum Europa-Cina e delle Nuove iniziative sulla Via della Setae Maurizio Scarpari, sinologo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università Kore di Enna.

Ad accompagnare l’esposizione numerose iniziative, quali seminari e incontri con docenti universitari, storici, esperti d’arte e con gli organizzatori della mostra. In calendario anche la proiezione di un documentario, in collaborazione con Teche RAI Torino, che permetterà al pubblico di far viaggiare l’immaginazione e comprendere meglio la straordinaria importanza del dialogo costante tra popoli e culture diverse, come strumento per l’arricchimento reciproco.

«Identità e diversità non si escludono radicalmente – ha spiegato David Gosset – se l’Oriente e l’Occidente possono apparire diversi, non debbono sembrare assolutamente opposti. Come due poli inseparabili, l’Est e l’Ovest sono più vicini allo Yin e allo Yang, i due opposti in una rappresentazione dualistica del mondo».

Per informazioni, orari e biglietti visitare il sito web www.maotorino.it