L’8 MARZO RACCONTATO ATTRAVERSO LA LETTURA

Alle Poste Centrali di Torino protagonisti i racconti del Concorso letterario nazionale Lingua Madre

Giulia Poggio, 08.03.2017              FOTOGALLERY

TORINO – Mercoledì 8 Marzo, nello storico Salone delle Poste Centrali di Torino, si è svolta la quinta edizione di “Le donne leggono le donne”, evento promosso da Poste Italiane e Concorso letterario nazionale Lingua Madre, in occasione della Giornata Internazionale della Donna: protagonisti i racconti inviati al concorso, in un alternarsi di narrazioni, immaginari e storie di vita femminili, provenienti da mondi più o meno lontani, raccontate nei luoghi della quotidianità urbana.

Il progetto Lingua Madre, nato nel 2005 dall’idea della giornalista e saggista torinese Daniela Finocchi, da ben 12 anni dà voce alle donne straniere(anche di seconda o terza generazione) che vivono in Italia, per fare della relazione con l’altro un’importante occasione di scoperta e confronto culturale.

Nell’intento di favorire lo spirito di condivisione e relazione promosso dal concorso, sono state le dipendenti delle Poste, italiane e straniere, a leggere ad alta voce alcuni dei racconti delle autrici partecipanti al concorso. In un’escalation di emozioni, tra storie di speranza, felicità e sofferenza, Ghiziane Badr, Ilaria Navarra, Elena Chu, Lorena Maiuli e Federica Martinelli hanno intrattenuto il pubblico in attesa agli sportelli, trasformando uno spazio urbano ordinario, fatto di operazioni macchinose e sguardi fugaci, in un luogo di riflessione e memoria.

Ospiti d’eccezione le autrici del concorso Alia Sharif Aghil e Soraya Chaboua Piazza, che hanno condiviso in prima persona le loro toccanti storie e testimonianze, emozionando i tanti partecipanti. Presente anche la Presidente della Commissione Consiliare Permanente Diritti e Pari Opportunità della Città di Torino, Viviana Ferrero, che ha voluto partecipare e leggere insieme alle altre donne, in un abbraccio forte di condivisione e solidarietà.

A fare da sfondo alle letture, le fotografie selezionate per il Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo del concorso e svariate videoclip proiettate al centro del salone e dedicate alle protagoniste dei racconti.

Le letture hanno messo a nudo storie difficili, di madri, mogli, figlie costrette a lasciare il proprio paese d’origine per reinventare la propria identità, con un bagaglio pieno di insicurezza e di imbarazzante difficoltà comunicativa e vivendo la cruda realtà della clandestinità, delle difficoltà economiche, della lontananza dagli affetti, della solitudine e del farsi accettare. Ma se lasciare la propria terra e rinunciare alle proprie radici è un percorso per natura segnato da innumerevoli difficoltà, per le donne straniere, soggette a doppia discriminazione, si tinge di resistenze e pregiudizi di genere che lo rendono ancora più lungo e complicato. Molte sono infatti le protagoniste dei racconti costrette per sopravvivere ad abbandonare saperi, titoli di studio e competenze professionali per essere inserite in umili posizioni lavorative, pre-stabilite da un determinato ordine socio-economico.

Non sono mancati momenti di sconforto, solitudine e dolore, ma nonostante le avversità e i vissuti complicati, ciò che queste coraggiose donne hanno in comune è una grandissima forza e una straordinaria determinazione che le hanno portate a vincere anche le sfide più dure.

L’idea è quella di creare una rete che raccolga tutte le donne straniere presenti nel nostro paese, affinché le loro storie possano essere un esempio di integrazione e di realizzazione, anche per le moltissime donne per le quali sfortunatamente l’emancipazione è ancora una realtà ben lontana, perché incastrate in ruoli rigidi e subalterni.

Sono storie queste, nelle quali è possibile leggere la drammatica realtà dell’esodo migratorio che caratterizza il ventesimo secolo, ma che possono condurre verso un cammino di sviluppo, arricchimento e condivisione culturale in una società multietnica come quella attuale.

Perché come ci insegna Claudia Mare Mariana, proveniente dalla Romania, nel suo racconto intitolato “Exceptio Regulam”, “Ognuno è caratterizzato da una serie di aspetti peculiari: posto di origine, tratti fisici, lingua, religione, bagaglio culturale e così via. Ma soprattutto ognuno ha una storia da narrare”.

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Fotogallery di Carlo Cretella

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