LA SANITÁ PER L’INCLUSIONE

Al Turin Islamic Economic Forum presentati i progetti pionieristici delle Molinette

Federico Rudian, 06.03.2017

TORINO – Nell’ambito del Turin Islamic Economic Forum del 6 e 7 marzo a Torino Incontra si è parlato anche di integrazione e multiculturalità con il contributo del Dott. Mario Caserta, referente presso la Città della Salute e della Scienza di Torino.

Il Dott. Caserta si occupa da più di 10 anni di integrazione culturale e religiosa in ambito sanitario e ha dato vita ad una serie di progetti per migliorare la vita delle persone all’interno dell’ospedale, in una visione olistica della cura della persona.

Queste innovazioni hanno contribuito a ridurre il divario tra operatori sanitari e pazienti stranieri, portando un miglioramento nella collaborazione e nei servizi offerti dalle aziende ospedaliere.

Il primo importante progetto è stato quello di mettere a disposizione un mediatore culturale in sede negli orari d’ufficio e reperibile per le emergenze. Questa idea si è rivelata vincente perché le barriere che si presentavano agli operatori non erano soltanto linguistiche, ed avere la possibilità di comprendere usanze e necessità dettate dalle diverse culture ha reso molto più agevole la cooperazione con i pazienti.

Un secondo progetto ha visto al centro la sfera spirituale e religiosa dei pazienti. Si sono così rivelate diverse esigenze, sia per i pazienti che per gli operatori.Un primo passo è stato quello di creare aree separate per il culto delle differenti religioni, particolarmente importante in un ambiente come quello ospedaliero, dove il bisogno di spiritualità si palesa più di frequente. In aggiunta è stato creato anche lo spazio del silenzio, una sala adibita alla riflessione ed equipaggiata con tutto il necessario alla preghiera, ed è stato rilevato come anche molti operatori la utilizzassero e ne sentissero la necessità.

Inoltre, tramite la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, sono stati accordati ai rappresentanti delle diverse religioni gli stessi diritti riservati ai cristiani, ovvero una maggiore flessibilità di orari di visita e la possibilità di essere chiamati direttamente dall’ospedale in caso di emergenza. Così è nata una brochure con tutti i contatti necessari alle differenti fedi, e si è notato che la maggior parte delle chiamate non veniva effettuata dai pazienti ma dagli operatori stessi, che avevano necessità di conoscere le accortezze per trattare nel modo migliore le persone. Questo ha portato a creare corsi di formazione sulle diverse culture, i quali hanno riscosso un ottimo successo e, nello specifico, quello sulla cultura araba è arrivato all’ottava edizione.

Un terzo progetto importantesi è occupato del trattamento del cadavere, sotto diversi aspetti. Innanzitutto c’è stato uno studio per il trapianto di organi, per creare delle linee guida in caso di religioni che prescrivessero dei divieti in tal senso, e si è visto che in tutte è presente l’elemento del “dono”, non ponendo limiti rilevanti. Poi sono stati regolati i servizi di polizia mortuaria, che prima non consentivano l’accesso ai rappresentanti di altre religioni, mentre ora c’è una legislazione più inclusiva che riconosce i diritti di tutti.

Un ultimo progetto è stato focalizzato sul cibo, in collaborazione con il Salone del Gusto di Torino, per garantire a tutti dei pasti in linea con i propri precetti religiosi. Così è cominciato un lavoro per fornire certificazioni halal e kosher per gli ospedali, come forma di integrazione e di conforto per i pazienti.

Infine un progetto giovane e ambizioso, ancora in fase di studio: la creazione di un ospedale halal-friendly con certificazioni sia per il cibo che per i farmaci.

L’intervento di Caserta si è concluso con uno sguardo al futuro, per continuare ad innovare in questa direzione. Sarà quindi importante innanzitutto tradurre i vantaggi di tutti questi progetti in dati concreti, per poter dimostrare scientificamente i miglioramenti apportati.