DONATELLA CINÀ SI RACCONTA

L’esuberante attrice-regista svela l’arte della comunicazione orale agli studenti del corso universitario di giornalismo diretto da Gianni Ferraro

ERICA ROSACE,  24.06.2014

TORINO – Presso la sala conferenze della Fondazione Donat Cattin di Torino, si è svolto l’incontro-lezione con la regista Cinà, che ha saputo brillantemente coinvolgere i presenti per due ore  con una carica di empatia e di sapere non comune. Si presenta come donna disponibile e aperta al dialogo Donatella Cinà. Così come tutti gli attori, non ha alcun problema nel parlare al pubblico, che, in questo caso, è composto da giovani studenti di giornalismo vogliosi di scoprire i segreti dell’arte della comunicazione orale.

Donatella Cinà nasce a Palermo nel 1961, compie i suoi studi nella sua città e si laurea in Giurisprudenza, destreggiandosi inoltre con la scrittura sul “Giornale di Sicilia”.  Trasferitasi poi ad Aosta per motivi sentimentali, si forma al DAMS di Torino. Studia teatro al Centro di Formazione Teatrale Alberto Blandi, diretto da Massimo Scaglione, famoso regista teatrale e televisivo. Approfondisce ulteriormente questa sua passione per il teatro partecipando a numerosi laboratori con Beppe Navello, Ugo Chiti, Claudio Morganti, Serena Sartori e le Sorelle Suburbe.

Dal 1997 Donatella dirige ad Aosta  Nuovababette Teatro, col sostegno della Regione Autonoma Valle d’Aosta, della Fondazione CRT e della Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte. La compagnia teatrale Nuovababette sviluppa attività diversificate: produzione teatrale, formazione teatrale e formazione mirata alla comunicazione orale. Purtroppo, affermaDonatella Cinà: «Non c’è abbastanza spazio per l’arte e, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, questa disciplina è la prima ad essere fatta fuori. Il sostegno di enti pubblici è quindi indispensabile per far vivere la cultura».

Tra gli spettacoli prodotti e diretti da Donatella Cinà vi sono “Togliamo il Disturbo”, tratto dall’omonimo libro di Paola Mastrocola, “Leggenda Rock” tratto da “La leggenda di San Giuliano l’Ospitaliere” di Flaubert, “Vita di Anselmo d’Aosta”, “I Dialoghi delle Fontine”, finalizzato alla promozione del territorio e dei prodotti valdostani.Nell’ultimo periodo ha messo in scena un coinvolgente monologo, un reading intitolato “Restart. Cinque confidenze per rinascere”, nel quale emerge il tema del conflitto sia interiore che con gli altri. È abbinato ad un originale laboratorio in cui i partecipanti, guidati da Ester Leone, possono dedicarsi alla costruzione di un albero della rinascita.

La formazione prettamente finalizzata alla pratica della scena e della comunicazione orale è rappresentata in particolar modo daicorsi di dizione. «La dizione è quell’insieme di regole e competenze atto a pronunciare nel miglior modo una determinata lingua, in questo caso l’italiano»,  spiega Cinà esprimendosi con una pronuncia impeccabile. Ed aggiunge: «Bisogna poi inoltre focalizzarsi sull’uso della voce e sull’articolazione delle parole. Un problema che molte persone riscontrano è propriola difficoltà nel comunicare con gli altri, l’incapacità di parlare in pubblico: un problema reale ma superabilissimo con un’opportuna formazione».