MADONNA DELLA NEVE:  A CALEA DI LESSOLO 150 ANNI DI STORIA E RELIGIOSITÀ

Un nuovo volume di Matteo Sonza Reorda

NOVEMBRE 2000

GIANNI FERRARO

CALEA DI LESSOLO (To) –  È una piccola frazione ai piedi della Valchiusella, Calea di Lessolo, antica borgata le cui origini si perdono nel tempo dei Salassi e dei Romani. Un tempo,  la frazione era molto nota per le sue miniere, a tal punto che nel 1845 contava più di 300 abitanti (nel 1889 erano giunti a 412). Ma una data fondamentale nella storia di questo piccolo borgo è sicuramente il 1850, anno di costruzione della suggestiva cappella dedicata alla Madonna della Neve, un simbolo da sempre per intere generazioni.

A distanza di 150 anni dalla sua costruzione la cappella di Calea è sempre viva nel cuore di tutti gli abitanti del paese, a tal punto da divenire oggetto di un’interessante pubblicazione Calea, cenni storici sulla cappella Madonna della Neve.

L’opera è stata realizzata da Matteo Sonza Reorda per la raccolta e la stesura delle notizie, da Giovanni Caffaro per la parte fotografica e da Don Angelo, autore della prefazione, e pubblicata dalla Grafica Piemontese di Volpiano.
Attraverso ricerche storiche attente e minuziose è stato così possibile ricostruire la storia di quest’antica cappella, fortemente voluta dagli abitanti della frazione per poter consentire a tutti, anche agli anziani, ai bambini, agli ammalati, di poter partecipare alle funzioni religiose senza dover andare fino a Lessolo.

Da Calea alla chiesa di Lessolo c’era, a piedi, almeno mezz’ora di cammino, che diventava ancora di più, quando la pioggia, la neve ed il gelo, rendevano quasi impraticabili sia la strada bassa, ai margini dei prati della Ressia, di Roncheis, del Pissone, sia la mulattiera più in alto, che attraverso i boschi della Passua giungeva ai Ronchi.

Nel settembre del 1844 i caleesi fecero i primi passi ufficiali in vista dell’effettiva costruzione della cappella: chiesero il permesso al vescovo, interpellarono il comune, ottennero infine il permesso del Senato del Regno a cui il comune aveva assicurato che sarebbe stata «cosa utile, vantaggiosa e decorosa che in quella borgata abbiano la suddetta Cappella».

Ai lavori, che procedettero piuttosto lentamente e durarono circa quattro anni, collaborarono anche gli stessi abitanti della frazione, a cui il vescovo aveva permesso di lavorare nei giorni festivi. Terminata la cappella venne nominato primo priore don Francesco Casale, nativo di Calea, che si era a lungo prestato per la realizzazione dell’opera.

«Con questa breve pubblicazione – ha ricordato il sindaco di Lessolo Walter Caffaro – intendiamo ricordare a noi stessi e soprattutto tramandare ai nostri posteri il ricordo dei sacrifici che prima di noi generazioni, sicuramente meno prosperose della attuale, hanno fatto per dotare il proprio paese di quelle infrastrutture, in questo caso delle chiese, indispensabili. La chiesa poi per ogni cristiano è sia l’inizio (con il battesimo) sia la fine (con la sepoltura) della propria vicenda terrena. Facciamo in modo che anche le nostre generazioni lascino ai posteri un ricordo altrettanto valido».