MARIA BONINO, UNA VITA PER L’AFRICA

Premiata a Roma il 15 dicembre 2006 con medaglia d’oro alla memoria, quale eroico esempio di altissime virtù umane e professionali per aver dedicato la propria vita come medico pediatra al servizio dei bambini dei paesi poveri dell’Africa.

DICEMBRE 2006

MIRELA NASTASIA

BIELLA – Venerdì 15 dicembre, il giorno successivo alla premiazione di Roma con medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica in memoria della dottoressa Maria Bonino, la Fondazione che porta il suo nome ha voluto ricordarla nella sua Biella, dov’era nata 52 anni fa, con una conferenza stampa svoltasi nella maestosa Sala Consigliare della Provincia insignita della targa giallo-oro su cui spiccano le parole “Maria Bonino, una vita per l’Africa”.

Si è voluto estendere ai presenti la grande emozione e la gioia per il conferimento dell’alto riconoscimento che la definisce «eroico esempio di altissime virtù umane e professionali, che ha speso la propria vita nell’interesse degli ammalati poveri del continente africano». Una storia dolorosa, di dedizione totale e incondizionata come medico pediatra al servizio dei bambini dei paesi poveri dell’Africa, un medico d’altri tempi la dottoressa Bonino che non ha rinunciato a curare i bambini infetti fino a quando non ne è stata contagiata.

Nel suo breve intervento, la sorella Cristina Bonino racconta con commozione la cerimonia romana, l’ufficialità così lontana dallo spirito schivo di Maria, che sicuramente non avrebbe mai pensato di essere un’eroina per aver lasciato alle spalle una vita spianata e seguire la sua vocazione più grande: “aiutare i più poveri tra i poveri”.

Quando e come sia nato l’amore così profondo di Maria Bonino per l’Africa, ce lo spiega il cugino Gianni Crivelli in un breve ritratto. Subito dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università degli Studi di Torino, Maria insieme ad un gruppo di scout visita alcune missioni del Kenia e qui fu colpita incurabilmente dal mal d’Africa, non l’Africa dei safari e della vegetazione lussureggiante, ma bensì quella dell’Africa che soffre e muore in silenzio.
Da allora, la sua attività è un alternarsi fra Africa e Italia dove svolge servizio di pediatria presso l’Ospedale Beauregard di Aosta. Comincia a frequentare i corsi di preparazione della ONG “Medici con l’Africa” Cuamm, nel 1981 parte per la Tanzania e negli anni a seguire continua la sua attività di volontariato con incarichi sempre più impegnativi in Burkina Faso, Uganda e Angola.


«Sento che qui le mie giornate hanno un senso», scriveva ai suoi cari durante la sua prima esperienza in Tanzania. La profonda fede cristiana le dava la forza di superare le più impensabili difficoltà professionali ed umane. Crivelli ricorda ancora la sua grande forza morale e fisica, la sua determinazione, la sua amarezza davanti alla “cultura dello spreco”. Si considerava «una professionista seria che lavora in condizioni complicate, e non un eroico Don Chisciotte».

Non ha mai smesso di lottare, neanche davanti alla sordità delle autorità sanitarie locali che sottovalutarono i casi di febbre emorragica da lei segnalati. L’epidemia di febbre di Marburg, che aveva stroncato centinaia dei suoi bambini colpirà anche lei, ed il 24 marzo 2005 muore nella capitale dell’Angola. In un’ultima mail ai famigliari scrive:«la vita è la realizzazione del sogno della giovinezza, è stata per molta parte così e ne ringrazio il Signore». Sa bene che il suo sogno sta per finire, ma rifarebbe tutto… purché il sogno continui.

E il suo sogno ora lo sta portando avanti la Fondazione Maria Bonino Onlus, istituita un anno fa dal fratello Paolo, primario geriatra all’Ospedale di Aosta, con la sorella Cristina e tanti amici che hanno sentito il dovere morale di far sì che la vita di Maria Bonino non si fosse sacrificata in vano.

La costruzione della casa de espera a Damba (Angola), la fornitura di farmaci urgenti a Chiulo e ad Arua (Agola), il latte al “centro malnutriti” della pediatria di Iringa (Tanzania) sono i progetti che hanno dato il via alla loro attività. Ma non solo, in questo primo anno con il sostegno del Cuamm e del dr. Bertolaso, responsabile nazionale della Protezione Civile, un altro importante obiettivo è stato raggiunto: si tratta di un protocollo interministeriale di intervento a favore di coloro che, trovandosi all’estero per motivi umanitari e avendo contratto malattie infettive difficilmente curabili in loco, necessitano di specifiche cure e immediato rientro in patria.

Per ulteriori informazioni sulla Fondazione e per sapere come contribuire ai coraggiosi progetti, si può consultare il sito: www.fondazionemariabonino.it.

CORSO GIORNALISMO UNIVERSITÀ CITTÀ BIELLA-FONDAZIONE DONAT-CATTIN