GIUSEPPE TRAPPO: LE MANI MIRACOLOSE DI UN UOMO SPECIALE

La storia del pranoterapeuta di Dio nel libro di Elio Blancato “Curare con le mani e con il cuore Le straordinarie doti di Giuseppe Trappo”

GIANNI FERRARO, 19.03.2013

La copertina del libroTORINO – “Con le mani si può fare di tutto: si può salutare, chiedere od offrire aiuto, recare offesa, implorare, minacciare, amare e persino uccidere”: nel leggere il libro “Curare con le mani e con il cuore Le straordinarie doti di Giuseppe Trappo” questo concetto non può non entrare nella testa. E nel cuore.

Scritto da Elio Blancato e pubblicato dalla casa editrice Armenia (www.armenia.it) con la prefazione di Allegra Agnelli, questa pubblicazione decanta le gesta e la persona del pranoterapeuta torinese Giuseppe Trappo: un guaritore mistico, ma prima di tutto uomo che ha fatto dell’Umiltà e della Fede la sua forza. E quella dei suoi malati.

Nato a Torino il 14 giugno 1936, il piccolo e gracile Giuseppe contrae in tenera età una grave forma di polmonite che, oltre a debilitarlo psicofisicamente, lo porta vicino alla morte:  viene salvato da una medicona, la signora Vezzosi, con l’imposizione delle mani e la sua grande fede.  Anche sua madre vantava doti mistiche come la preveggenza, ma il coinvolgimento affettivo non le permise mai di agire in prima persona sulla cagionevole salute del figlio. Fin da bambino, la sua passione per gli animali è talmente evidente da affibbiargli il nomignolo di “Accalappiacani”, per la sua facilità nell’avvicinare ed ammansire  anche i più feroci. Circondato dall’amore dei suoi familiari, Trappo cresce con quell’umiltà e serenità contagiosa che trasmetteva alle persone fin dal primo incontro.

Inizialmente sogna di diventare un grande importatore di animali esotici ma, non disponendo delle risorse economiche necessarie, inizia come tosatore di cani, volontario dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), guardia zoofila prima di aprire il negozio “Amico zoo” classificandosi tra i primi importatori italiani. Ben presto, però, deve scontrarsi con l’autentica difficoltà del mestiere: per fare commercio di animali non bisogna amarli, ma considerarli semplici oggetti dai quali staccarsi anche nel caso di acquirenti poco amorevoli. Trappo, deluso e sconfortato, sta quindi pensando seriamente di dedicarsi ad altro. Il caso vuole che il veterinario Panìchi,  con cui da tempo collabora,  scopra in lui un particolare fluido curativo. Semplice suggestione? «No, perché la suggestione negli animali – spiega Panìchi – è realmente difficile da realizzare. Essi non hanno aspettative né preconcetti; l’effetto placebo che spesso si crea nelle persone in loro non esiste».

Giuseppe Trappo con fratel SilvestroDalla scoperta del fluido fu breve il passaggio alla pranoterapia umana e questo avvenne durante la sua permanenza in Africa, nel Burkina Faso, aiutando il missionario fratel Silvestro Pia. Dopo un anno di duro lavoro, in condizioni ambientali molto difficili, fratel Silvestro si ammalò gravemente e, mentre stava morendo, chiese a Trappo di lenirgli il dolore imponendogli le mani. Il sollievo fu quasi immediato e, dopo pochi giorni, fratel Silvestro guarì. «Dio mio Giuseppe, il Signore ti ha dato un dono grandissimo. Lascia stare gli animali e mettiti a curare gli uomini»; queste parole di fratel Silvestro segnarono profondamente l’animo di Trappo, che decise di impiegare tutte le energie in quella che sarebbe stata la vocazione della sua esistenza. Iniziò dapprima a curare i familiari, integrando la sua naturale dote con l’approfondimento dei rudimenti medici che già possedeva.

1990 Madre Teresa accoglie Giuseppe TrappoIl segreto del suo successo, come guaritore pranoterapeuta, era uno solo: la Fede, la più sincera preghiera verso Dio per lenire le sofferenze del corpo e dell’anima dei suoi malati. Lo conferma  l’incontro che,  alcuni anni dopo la sua missione africana, ebbe con Madre Teresa di Calcutta in India. Qui, nella Casa della Carità entrò in contatto con il più profondo dolore operando per diverso tempo con la Madre nell’alleviare la disperazione e l’angoscia degli ultimi della terra. Più volte Trappo impose le mani sul cuore malato di Madre Teresa prodigandosi per la sua salute ed, a distanza di anni, fu lui stesso a ricevere, per intercessione di Madre Teresa, la grazia della guarigione improvvisa dall’ischemia celebrale che lo aveva colpito. Correva l’anno 1998, quando per la prima ed unica volta la fede del pranoterapeuta parve vacillare: il lato destro del suo corpo era totalmente paralizzato, le diagnosi mediche non lasciavano intendere nulla di buono. Come poteva ora aiutare gli altri? Una voce misteriosa ed una medaglietta donatagli da Maria Teresa gli diedero la risposta: «Pregando. Solo così i “soldati di Dio”, ossia i grandi malati come lui, sarebbero stati i primi nel Regno dei Cieli». In modo miracoloso Trappo si ristabilì completamente e poté riprendere la sua attività di pranoterapeuta con rinnovato vigore.

Giuseppe TrappoMolti sono i fatti che testimoniano la vita di questo uomo di Dio, dedito alla preghiera, che non si risparmia nel “farsi pane per gli altri”. Tra questi, ve ne sono due particolarmente significativi. Il primo riguarda il suo sodalizio con il grande sensitivo italiano Gustavo Adolfo Rol, su richiesta dell’allora direttore sanitario dell’ospedale “Koeilliker” di Torino, Enrico Mensi, che volle coinvolgere i due uomini in un progetto di guarigione “non convenzionale”: Rol, con la sua sensibilità, verificava la completezza della diagnosi formulata e Trappo imponeva le mani sulle parti da trattare con risultati  eccellenti. Il secondo si riferisce all’incontro indimenticabile con la prima miracolata italiana di Lourdes, suor Maddalena Carini, la giovane trentunenne misteriosamente guarita  dalla tubercolosi ossea, che altrettanto  improvvisamente, però, all’età di 62 anni si ammala rimanendo inchiodata a letto per ben 19 anni. E, nella sua tremenda infermità vuole incontrare Trappo, non tanto per ricevere sollievo dalla sofferenza quanto per manifestargli la gioia di vivere e la serenità con le quali accettava da Dio anche le prove più dure.

Giuseppe Trappo con il figlio GiovanniCon lo stesso Amore della Maddalena Carini il pranoterapeuta Giuseppe Trappo accoglieva e rincuorava tutti i suoi pazienti. Si è spento improvvisamente il 5 Ottobre 2011, all’età di 75 anni, mentre si trovava a Sorrento con la moglie Andreina, ospite di una famiglia riconoscente. Lascia un grande vuoto, privando il mondo di due mani miracolose ma anche di due occhi in grado di leggere nel profondo per capire l’altro, senza mai giudicare. Grandi nomi ma anche tanta gente comune … sono veramente in molti ad aver beneficiato del dono di Giuseppe Trappo. «Chiedere a Dio per gli altri, ma mai per sé stessi» è stata la sua regola di vita, il motto di un uomo “diversamente normale”, che ha cambiato l’esistenza di molte persone. Facendo la differenza.