MORIRE SERVENDO GLI ALTRI: SULLE ORME DI NOURA

A distanza di due anni è più che mai vivo l’esempio di vita di Noura Dachan, giovane donna medico impegnata fino all’ultimo per i bambini in Siria

Benedetta Grendene, 02.11.2016

Angeli di Rosora (AN) – Domenica 30 ottobre, a poche ore dal sisma che ha di nuovo piegato in ginocchio il Centro Italia, in una giornata particolarmente drammatica iniziata tra la paura e la disperazione,si è parlato di pace, di amore e di speranza ad Angeli di Rosora. Presso il ristorante pizzeria “L’Oasi” la famiglia Dachan ha proposto un evento di beneficenza a favore dei bambini in Siria, per ricordare Noura nel secondo anniversario della sua nuova “vita”.

Noura Dachan è salita in cielo nel 2014 a soli 39 anni, due giorni dopo il suo compleanno, lasciando la vita terrena per unirsi ai martiri e agli angeli che ci attendono nella vita eterna. La morte l’ha colta all’improvviso mentre era davanti al suo computer, intenta a lavorare ad un progetto per un orfanotrofio in Siria, la sua amata terra natia dove mai ha fatto ritorno. Arrivata in Italia da Aleppo a soli venti giorni, Noura con la sua storia ha gettato un ponte di dialogo e di incontro tra la terra martoriata di Siria e Ancona, cuore pulsante che i poeti definiscono città della Luce così come “Luce” significa il nome “Noura”.

A tratteggiare il ricordo di Noura è stata la sorella giornalista Asmae, che ha voluto suggellare e rendere eterno l’amore che le rendeva così unite, dedicandole una raccolta di poesie che porta proprio il suo nome. Asmae ha confidato che in questi due anni ha cercato il modo migliore per onorare il suo amore di sorella e il suo amore per la Siria e confessa di averlo trovato solo un mese fa. Aveva nel cassetto una trentina di poesie scritte in italiano, ma ricche della musicalità della Siria e dell’Oriente: così è nata la raccolta “Noura”, pubblicata dalla casa editrice Blu di Prussia. In copertina è raffigurata l’opera d’arte di Gianluca Moiser che descrive l’azzurrità delle lacrime incessanti di Niobe scolpita nella roccia.

Toccante e commovente il ricordo del papà di Noura Mohamed Nour Dachan, medico siriano e presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane e del prof. Vittorio Massaccesi, preside ormai in pensione del liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi dove Asmae e Noura hanno studiato. Due degli otto fratelli di Noura, hanno poi voluto esprimere tutto l’affetto e la stima per una donna che ha offerto alla collettività un esempio meraviglioso di che cosa significhi mettere la propria vita al servizio degli altri fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo istante di vita speso preoccupandosi per il destino dei bambini siriani. “Io vi lascio ma continuate sulla mia strada, sulla strada degli orfani, degli ultimi e degli abbandonati”: è stato questo il messaggio che Noura nell’umiltà e nella semplicità della sua giovane anima ha voluto consegnare alla sua famiglia.

Noura era l’unica degli otto fratelli ad essere nata ad Aleppo e ad aver nutrito sempre nella sua vita un amore viscerale per la sua terra d’origine. Con la morte nella tradizione islamica si interrompono tutte le azioni della persona defunta, eccetto tre azioni: una scoperta scientifica per l’umanità, un’attività positiva, buona, utile per la collettività e un figlio pio che preghi per chi non c’é più. Il bene genera bene e chi ha seminato fiori di bene nella vita anche quando se ne va lascia sempre un po’ di sé. É il profumo di quel gelsomino, fiore simbolo di Aleppo, che emana tanto amore nei progetti che la famiglia Dachan continua a sostenere in nome di Noura contro l’indifferenza e l’eutanasia delle coscienze: un pozzo d’acqua che alimenta più di 200.000 persone in una Siria senza più acquedotti perché bombardati, un ambulatorio dentistico dove potersi curare gratuitamente.

La giornata in onore di Noura è stata organizzata in collaborazione con le due associazioni italo-siriane ONSUR (Campagna Mondiale di Sostegno al Popolo Siriano) e OSSMEI (Organizzazione Siriana dei Servizi Medici di Emergenza in Italia) delle cui missioni umanitarie la stessa Noura era sostenitrice e attivista in qualità di medico. Tante persone diverse ma rese simili da uno stesso cuore e dalla solidarietà per chi soffre, si sono strette attorno al dolore della famiglia Dachan e di tutta la comunità islamica per Noura e per la terra di Siria. Le lacrime per Noura sono infatti le stesse disperate e accorate lacrime per tante donne e per tanti bambini vittime innocenti di una guerra ingiusta che ormai da sei anni sta continuando a seminare una cultura della morte, tra orrore e distruzione.

Noura non ha mai concepito muri ma solo ponti e ha sempre lottato anche per il dialogo interreligioso, così a distanza di due anni da quell’addio ecumenico secondo tutte le religioni, ancora una volta il suo ricordo è stato corale in presenza del parroco di Angeli di Rosora Don Gianfranco, degli Imam di Macerata e di Ancona e del Dott.Safi, la voce più bella della moschea di Ancona, che ha intonato alcuni versetti del Corano tratti dalla sura intitolata “L’alba” per donare quella luce di speranza all’anima che anela all’incontro con il suo Signore.

La storia di Noura e del suo popolo è una storia che tocca il cuore e non lascia indifferente nessuno, neanche il dott. Dario Gattafoni, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche. Anche lui ha preso a cuore la Siria, con un appello particolare per la vita dei reporter giornalisti siriani e per il coraggio con cui Asmae combatte le sue battaglie senza mai perdere di vista la modestia e l’umiltà nel raccontare il dramma del suo popolo, che un regime criminale sta cercando di annientare.

Proprio un anno fa  l’Ordine dei Giornalisti delle Marche ha assegnato alla giornalista italo-siriana il premio “A passo di notizia per i suoi reportage in Siria, a corollario della mostra fotografica Siria, tra macerie e speranza. Gattafoni ha scelto di invitare Asmae a Roma il 22 settembre scorso durante un’udienza privata con il Santo Padre, per esaudire il suo desiderio di incontrare il massimo esponente della cristianità. “Insieme abbiamo visitato la tomba di San Giovanni Paolo II e lì l’ho vista piangere. Poi durante l’udienza privata Papa Francesco l’ha tenuta per mano diversi minuti” ha ricordato commosso Gattafoni. Spesso un gesto vale più di mille parole, sulle orme della semplicità disarmante ma piena di amore che era propria anche di Noura.

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