PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

Tutto da scoprire, tra bellezze naturale e crogiolo di culture

Giovanni Castellano, 30.10.2014

Il Parco Nazionale del Pollino si estende tra le vette dell’omonimo massiccio montuoso, a ridosso del confine tra Basilicata e Calabria. Con la sua estensione di quasi 200mila ettari è l’area protetta più grande d’Italia. Lo spettacolo che si scorge dai suoi altipiani è mozzafiato. Ad est lo Jonio, ad ovest il Tirreno. Nelle giornate più limpide, dalle vette più alte del massiccio si riesce a intravedere, a sud, persino la punta dell’Etna.

Simbolo del Parco è il pino loricato, una pianta secolare, forte, capace di resistere alle condizioni climatiche più ostiche, presente in Europa solo sui piani del Pollino e in alcune aree montuose dei Balcani. I pini loricati riflettono in un certo senso il carattere dei primi popoli insediatisi in queste zone. Sembra infatti che gli antichi Lucani fossero divisi in piccole tribù rivali, spesso in conflitto tra loro, quindi forzate a vivere in comunità separate, lontane chilometri l’una dall’altra. E ancora oggi i piccoli paesi della Val Sarmento, all’estremo sud della provincia di Potenza, sono così: isolati e distanti tra loro. Come i pini loricati, che si rinvengono in esemplari unici, lontani da altri alberi, pronti a sfidare in solitudine e a muso duro i venti forti e il gelo di montagna.

Tra i boschi del Parco è facile imbattersi in cinghiali, lupi appenninici e caprioli, mentre, alzando lo sguardo al cielo, si può assistere al volo di picchi neri o alla planata sontuosa di falchi ed aquile reali.

Terra di pascoli e coltivazioni, il Pollino offre una vasta gamma di prodotti tipici: oltre a prosciutto crudo, soppressata e ricotta, va menzionato il singolare peperone rosso di Senise, vera perla gastronomica della Basilicata meridionale. E’ localmente diffusa la produzione di liquori alle erbe, miele e marmellate fatte in casa. Non è raro, poi, trovare nelle cantine dei paesi delle valli chi, in proprio, produce vino rosso, prevalentemente dal vitigno Aglianico.

 Il Pollino è anche uno straordinario mix di lingue e culture. I dialetti calabresi e lucani, del ceppo linguistico alto-meridionale, variano significativamente di paese in paese. Parallelamente a questi, in molte comunità vive tuttora la lingua arbëreshë (l’albanese antico). Sì, perché nel corso del ‘400 un gran numero di persone fu costretto a scappare dall’Albania conquistata dagli Ottomani, trovando rifugio proprio sul massiccio del Pollino. I paesi arbëreshë sono distribuiti a macchia di leopardo tra il sud della Basilicata e il nord della Calabria. I loro abitanti conservano, oltre alla lingua e alla cultura, anche la religione albanese dell’epoca: il cattolicesimo di rito bizantino. Le chiese seicentesche arbëreshë sono uno spettacolo di colori, presenti nelle numerose icone che raffigurano personaggi biblici.

Musica e folklore viaggiano di pari passo tra le comunità del Pollino. Le tarantelle continuano ad essere suonate nelle sere d’estate da gruppi di giovani che proseguono la tradizione di padri e nonni. Gli strumenti tipici della musica calabro-lucana, la zampogna e la totarella (o ciaramella), vengono fabbricati artigianalmente sul territorio in piccoli laboratori – in particolare a Terranova di Pollino, paese in cui abbondano i suonatori di musica popolare.

Istituito ufficialmente nel 1988, l’Ente Parco, con sede a Rotonda (PZ), nasce per tutelare le bellezze dell’Appennino calabro-lucano e la cultura dei suoi abitanti. L’obiettivo è quello di promuovere l’educazione ambientale nel territorio, premendo sul concetto di interdipendenza tra uomo e natura.

Preservare l’arte, la cultura e l’ambiente di questa zona significa non far morire tradizioni tramandate nei secoli e ancora oggi importanti. Una terra antica, il Pollino, di pastori e contadini, svuotata dall’esodo dei primi anni ’60 verso le grandi città del nord e oggi fuori dall’attenzione del turismo di massa. Una terra che però è ancora viva e che nelle sue bellezze naturali e culturali trova un punto di forza per urlare al mondo che il Parco del Pollino esiste. Ed è un luogo meraviglioso.

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Immagini di Giovanni Castellano

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