TAVAGNASCO E LA NUOVA ECONOMIA A TEMPO DI ROCK

L’esperienza di oltre 25 anni di crescita nelle parole del fondatore Luca Bringhen

Fabrizio Prelini, 27.11.2016              FOTOGALLERY

TORINO – Un semplice jack audio in fondo a un filo rosso appoggiato a terra: la ventisettesima edizione di Tavagnasco Rock, una delle migliori rassegne musicali italiane, come ormai da tradizione, si presenta nella sua essenza senza traccia di orpelli o annunci altisonanti.

Non è solo una scelta stilistica, come chiarisce il mastermind dell’evento Luca Bringhen nel corso del suo intervento durante la seconda lezione del Giornalismo Multimediale dell’Università di Torino.

In calendario, il 21 novembre, al Polo ‘900, nella sede della Fondazione Donat-Cattin (dove si svolge il tirocinio, ndr), c’era l’incontro con Brighen, che ha iniziato il suo intervento con la spiegazione della logo scelto per la scorsa edizione del festival. Come il jack collega la chitarra all’amplificatore, così Tavarock collega l’anima dei musicisti al pubblico. – ha illustrato – Il colore del cavo rappresenta il filo rosso che percorre tutti gli anni di storia di Tavarock, la cui crescita esponenziale a livello di organizzazione ed esposizione non ha mai perso di vista le radici saldamente legate alla realtà locale del territorio, né lo spirito che diede inizio a tutto ciò nel 1990“.

Cronicamente escluso dagli sviluppi turistici ed industriali che hanno portato tanta fortuna a numerose aree del Piemonte, il comune di Tavagnasco, con i suoi 800 abitanti insediati fra la Dora Baltea e le Alpi poco più a nord di Ivrea, è quanto di più lontano ci si potrebbe immaginare come humus fertile per iniziative di questo genere. Eppure, grazie a un impegno, a una passione rimasti costanti negli anni e a una sapiente “politica dei piccoli passi”, Tavarock è riuscito ad imporsi. E non solo come evento artistico, ma anche e soprattutto come modello economico di successo, oltre che brand capace di ritagliarsi uno spazio rispettabile fra realtà decisamente più avvantaggiate finanziariamente, come Barolo e il suo Collisioni Festival.

Fondamentale per la nascita e lo sviluppo graduale e costante del progetto è stata senza dubbio la mentalità del suo padre fondatore, figura poliedrica e sempre attenta al proprio territorio, nonché esperto nel campo della comunicazione, come dimostrato dal suo eccellente curriculim. Addetto alle relazioni istituzionali di Ericsson (e prima ancora di 3, proprio negli anni del lancio in Italia), Bringhen vanta svariati incarichi presso il comune di Settimo Vittone (due volte Consigliere, Vice Sindaco e attualmente Assessore), e dal 2010 è presidente del GAL Valli del Canavese, un’importante società consortile il cui operato prevede investimenti per 6 milioni e mezzo di euro nei prossimi anni per miglioramenti architettonici e ambientali sul territorio, con un occhio di riguardo per il turismo. 

Ma il 21 aprile 1993, data di nascita ufficiale del futuro Tavagnasco Rock, Bringhen era ancora uno studente ventitreenne, nonché batterista di una band locale in cerca di locali in cui suonare dal vivo. In quegli anni il suo grande merito è sicuramente quello di riuscire a  trasformare le ristrettezze di un contesto non certo favorevole in vantaggi e opportunità: oltre a offrire scorciatoie burocratiche impensabili in un contesto più urbano come potrebbe essere la stessa Torino, nel piccolo paese agreste riesce a trovare la location per il concerto nella chiesetta sconsacrata, l’impianto audio gli viene fornito gratuitamente dal coro, e alcuni esercizi locali gli fanno da sponsor per coprire i costi della stampa dei manifesti.

Si tiene così il “primo concerto rock per gruppi locali”,nome che sottintende già la volontà di un seguito, come sottolineato dallo stesso Bringhen che, nel ricordare anche i notevoli problemi affrontati, tiene a rimarcare come nel corso di 27 anni “la stessa filosofia, la stessa metodologia e la stessa passione” siano rimaste la vera costante. Sono i fatti a dimostrarlo: già dal secondo anno si parla di reinvestire i ricavi avanzati per convocare ospiti esterni da affiancare ai gruppi locali, e dal quarto anno la chiesetta non basta più a contenere il pubblico e l’evento si trasferisce in una palestra (1000 posti contro i 100 originari). Ma non solo: i legami di Bringhen con la cultura torinese portano al festival celebrità all’epoca ancora in ascesa come Fratelli di Soledad e Avion Travel (due anni prima del trionfo a Sanremo), dalla palestra si passa al tendone all’aperto già durante il primo decennio di attività, il livello degli sponsor sale e i nomi “grossi” diventano una presenza costante anziché un evento speciale.

Si passa quindi dalla difficoltà legate ai problemi di comunicazione, di carenza di trasporti locali e del meteo (legate alle violente piogge primaverili tipiche della zona, ndr) all’alternarsi sul palco dei Subsonica, Francesco Guccini, Caparezza, Francesco De Gregori, Vinicio Capossela ed Edoardo Bennato. Un salto di qualità non indifferente, che mantiene però la vera essenza del festival. La presenza dei gruppi locali, infatti, continua a essere fondamentale, ed il loro trattamento è il medesimo ricevuto dai VIP, e la stretta collaborazione con il territorio circostante resta priorità assoluta. Lo dimostra il fatto stesso che alla realizzazione grafica dei manifesti ha partecipato anche il liceo artistico di Castellamonte) e che lo staff continua a essere composto esclusivamente da volontari non retribuiti, a partire da Bringhen. “Non è questione di giusto o sbagliato; è nata così” è la sua chiara e concisa risposta a chi domanda se sia giusto portare avanti una mole di lavoro così imponente e multiforme senza contropartita pecuniaria.

Tavarock però non è solo un successo artistico: la crescente risposta del pubblico e la reputazione del festival come evento musicale di primo piano ha portato i cittadini di Tavagnasco una riconoscibilità e un orgoglio precedentemente impensabili. La centralità germogliata in questo nuovo contesto ha creato un vero e proprio indotto sotto forma di bed and breakfast, ristoranti, persino alberghi: attività e servizi, questi,  di fatto inesistenti sul territorio prima dell’affermazione di Tavagnasco Rock nel calendario dei festival annuali.

Certamente in 27 anni la realtà ha subìto cambiamenti radicali, e forse oggi dare il via a un’impresa di tale portata potrebbe essere più difficoltoso nonostante l’avvento dei social media e della comunicazione più accessibile. Questo principalmente perché è stata registrata una partecipazione sempre più scarsa del pubblico ai concerti, e la difficoltà economiche che hanno drasticamente ridotto il budget del pubblico per l’intrattenimento. Nonostante questo, il continuo successo di Tavarock è la dimostrazione concreta di quanto possano arrivare lontano inventiva e passione attraverso legami capillari con le realtà locali nella concezione e nello sviluppo di una spinta economica nuova, vivace e resiliente, capace di mantenere i propri standard anche nell’ombra di una crisi epocale.

—————————————-

Fotografie di Carlo Cretella

{photogallery}images/stories/Fotogallery2016/TavaRock/{/photogallery}