TORINO, I CAPOLAVORI DI MONET IN MOSTRA ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA

Fino al 31 gennaio 2016 un’eccezionale rassegna monografica dedicata al grande maestro impressionista.

ROBERTA MAGNATI                               FOTOGALLERY

TORINO – Dalla Francia all’Italia. Più precisamente, da Parigi a Torino. Quaranta capolavori di Claude Monet lasciano temporaneamente il Musée d’Orsay, che conserva la collezione più importante della sua opera, e arrivano alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Qui, il primo ottobre, è stata presentata in Conferenza stampa la rassegna monografica dedicata all’artista, che documenta la sua attività e testimonia i momenti più significativi della sua carriera.

La mostra si è aperta il 2 ottobre e chiuderà il 31 gennaio 2016 e già si prevede uno dei maggiori flussi di folla mai registrati per le collezioni esposte alla Galleria d’Arte Moderna.

Per quattro mesi i torinesi e i turisti potranno rivivere la magia dell’artista che ha segnato la storia dell’impressionismo; ciò che rende particolare questa mostra e che onora il capoluogo piemontese, è la concessione di prestiti di diverse opere mai presentate in Italia. Emblema è il grande frammento de “Le dèjeuner sur l’herbe”, opera centrale nel percorso di Monet per la precoce affermazione della pittura en plein air e come passaggio cruciale verso l’Impressionismo.

La cura della mostra è affidata a Xavier Rey, Conservatore presso il Musée d’Orsay e specialista di Monet, e a Virginia Bertone, Conservatrice della GAM di Torino.

«Nel 1874 nasce il termine “impressionista”, coniato dalla sarcastica penna del critico d’arte Louis Leroy all’indomani della prima mostra della “Società anonima cooperativa di artisti, pittori, scultori, incisori,” organizzata autonomamente nell’atelier del fotografo Nadar, a Parigi. Un secolo e mezzo dopo, Monet incarna più di ogni altro questo momento di rinnovamento della pittura, con meno tecniche e teorie e più istinto». Così afferma Xavier Rey, intervenuto alla Conferenza Stampa di presentazione della mostra.

Il sindaco Piero Fassino conferma come «la cultura sia un elemento centrale del modello di sviluppo della città, un elemento di identità e di forza. Investire sulla cultura contribuisce alla trasformazione della città e significa progresso».

«La mostra di Monet chiude un anno straordinario per la cultura di Torino e dimostra, ancora una volta, la centralità delle scelte della città» ribadisce Maurizio Braccialarghe, assessore alla Cultura della Città di Torino.

La collaborazione tra la Città di Torino, e l’asse Musée d’Orsay e gruppo Skira, quest’ultimo rappresentato in Conferenza stampa dal Presidente Massimo Vitta Zelman, si rinnova dopo la mostra di Degas nel 2012 e di Renoir nel 2013, completando così un vincente trittico. «E’ un asse culturale davvero prezioso – afferma Vitta Zelman – questo tra la Città di Torino e il prestigioso polo museale parigino, un asse che ha consentito di attingere alla maggiore collezione mondiale di opere impressioniste, ottenendo prestiti di qualità davvero fuori del comune e di dare origine a rassegne di rilevanza senza precedenti. Un asse che il gruppo Skira è felice e orgoglioso di aver promosso e trasformato in un’autentica alleanza».  

Ma non finisce qui: «Nel 2016 porteremo a Torino, e questa è un’anteprima assoluta, i capolavori di Èdouard Manet» – La proposta, subito accolta dal sindaco, è stata lanciata durante la Conferenza stampa da Guy Cogeval, Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie. Gli appassionati possono gioire.

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Fotogallery di Carlo Cretella

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