UN PAPA VENUTO DA LONTANO, VICINO AGLI ULTIMI

Ce ne parla Alessandra Ferraro nel suo pregevole libro “Non guardate la vita dal balcone – Francesco testimone di speranza” da leggersi tutto d’un fiato

Gianpiero Perlasco, 24.12.2014                       FOTOGALLERY

CAREMA – La presentazione del libro “Non guardate la vita dal balconeFrancesco testimone di speranza” esposta recentemente dall’autrice, Alessandra Ferraro, nella chiesa di S. Matteo a Carema con intenso entusiasmo e profonda umanità,  ha catturato l’attenzione del numeroso pubblico accorso, un centinaio di persone.

Il sindaco, Giovanni Aldighieri, nella sua premessa all’incontro, si è detto onorato di ospitare Alessandra Ferraro – valente giornalista, vice caporedattore della sede Rai di Aosta, e scrittrice con all’attivo parecchie opere – nella  manifestazione d’esordio in questo luogo, risalente all’anno 1640, completamente ristrutturato e rigenerato secondo le sue originali caratteristiche.

Alessandra Ferraro con linguaggio diretto ha parlato del suo libro, comunicando con levità e passione agli intervenuti una narrazione dai temi densi di significato religioso e, allo stesso tempo, ricca di episodi del vivere comune, considerati straordinari verosimilmente per molti, ma non per il protagonista del libro: Jorge Mario Bergoglio, divenuto Papa Francesco. Temi il cui filo conduttore ha riguardato la figura di questo Pontefice che ha voluto chiamarsi appunto Francesco, uomo tra gli uomini, attento soprattutto agli ultimi, ai reietti, ai deboli, ai dimenticati e con una speciale predilezione verso i giovani; il Vescovo di Roma che il giorno del suo compleanno  ha scelto di stare accanto a tre clochard, uno slovacco, un polacco e un ceco, abituati a passare le notti lungo le mura vaticane, ospitandoli presso la sua residenza di Casa Santa Marta in Vaticano.

L’autrice ha rimarcato questo episodio che ha costituito per lei forte stimolo a scrivere un libro diverso dalla pletora di pubblicazionicoincidenti con l’avvento di un Papa in sostituzione di un altro dimessosi per una naturale diminuzione di forze, tali da impedirgli  di svolgere pienamente il proprio incarico. «Ebbene, con questo testo– ha sottolineato la  giornalista – ho colto il modo decisamente inedito di Papa Francesco di proporsi avulso da schemi e rituali tradizionali. Un uomo venuto quasi dalla fine del mondo che non ha dimenticato le sue origini di “prete callejero” quando, arcivescovo di Buenos Aires, andava per le strade tra la gente  e che oggi viaggia con una normalissima borsa contenente le sue personali cose, cammina con scarpe pesanti e abita nella Casa di Santa Marta, più modesta della sede riservata ai papi».

Parlando dei viaggi di Francesco, Alessandra Ferraro ne ha segnalati tre: il primo a Lampedusa ove incontra il sindaco, il parroco, ma soprattutto un gruppo di sopravissuti al naufragio e a loro porta parole di speranza e misericordia unitamente ad un aiuto concreto: delle schede telefoniche per facilitare i contatti con i parenti; il secondo viaggio, uno sguardo ancora rivolto agli ultimi in Sardegna, occupati  che hanno perso il lavoro e, secondo Francesco, “chi perde il lavoro perde la dignità umana. Il terzo,  l’uomo Francesco lo compie nella terra dei fuochi, a  Caserta,  con spirito di vicinanza, laddove uomini e donne vivono la tragedia della camorra. L’autrice ha, poi, evidenziato il fascino di Francesco sui credenti e laici soprattutto, in quanto autentico comunicatore dal linguaggio chiaro, semplice e diretto, a conferma che la chiesa deve accogliere e non respingere. Ecco allora l’invito ad andare nelle periferie e lì recare le testimonianze della fede con praticità e fatti. Limpida, poi, la sollecitazione ai giovani in occasione della Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro, che richiama il titolo del libro: “Non guardate la vita dal balcone, immergetevi in essa come ha fatto Gesù, giocate in attacco, costruite  un mondo migliore, non abbiate timore di compiere scelte coraggiose

Abbiamo segnalato solamente alcuni spunti della vivida e puntuale esposizione di Alessandra Ferraro; il libro, scorrevole, scritto molto bene con il linguaggio dell’immediatezza, oltre a descrivere le tappe che hanno condotto Francesco all’incarico di Vicario di Cristo, è ricco di aneddoti curiosi. Vi troviamo vivaci suggerimenti del  Papa e, come anticipato aspetti inediti (ad esempio le sue svariate telefonate, la proposta di usare nella famiglia le parole quasi desuete permesso, grazie, scusa), il suo sollecito al senso di comunità nonché espliciti messaggi inerenti il percorso di ogni credente accanto al Signore e alla Vergine Maria. A questo proposito scegliamo parte della voce “Umiltà” del mirato dizionario di Francesco inserito nel libro: “Essere servitori della  comunione e della cultura dell’incontro! E farlo senza essere presuntuosi ….

Un libro, pregevole oggetto comunicativo, da leggere secondo la modalità  più nota: tutto d’un fiato.

Infine una segnalazione: durante la presentazione dell’opera la minibanda di Carema, 30 ragazzi, guidati dal maestro Renato Yon hanno allietato i presenti con gradevoli  interventi musicali.

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Fotogallery di © Enzo A. Borin – 11 Gennaio 2015

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