“Stranieri con Dio”, CLAUDIO MONGE AL SERMIG RACCONTA LA SUA TURCHIIA

Scrive Enzo Bianchi nella prefazione del libro: «È una summa inedita dell’ospitalità concepita come elemento qualificante dei rapporti umani e della dimensione interiore e di relazione con Dio che ciascuno custodisce nella propria vita»

ALESSANDRA LEO, 10.10.2013

La copertina del libroTORINO – L’Arsenale della Pace del SERMIG (Servizio Missionario Giovani) apre ancora una volta le sue porte al dialogo interreligioso: venerdì 4 ottobre alle ore 18.30 ha infatti avuto inizio il nuovo ciclo di conferenze della “Università del Dialogo”, intitolato “Dialogo senza alternative: dalla Turchia al Medioriente”. Da ormai 10 anni l’Università del Dialogo dà voce ai giovani di ogni nazione, abbattendo le barriere interculturali e i pregiudizi: mille voci per un unico tema, quello della capacità di comunicare tra diversi che a detta di Papa Giovanni Paolo II <<deve abbracciare ogni ambito della vita sociale, economica e religiosa>>.

Relatore d’eccezione del primo incontro è stato il piemontese Claudio Monge, che oltre ad essere docente di Teoria delle Religioni all’Università di Friburgo e alla Facoltà Teologica di Bologna è anche Superiore della Comunità Dominicana di Istambul: camicia a righe e sorriso radioso, non ha esitato a descrivere con passione la sua amata Turchia, raccontata nel suo libro <<Stranieri con Dio>> (Edizioni Terra Santa, Milano 2013, pag 304, Euro 23,60).

<<Un flirt iniziato 15 anni fa con non poche preoccupazioni, specie da parte della mia famiglia. – afferma Monge – Però il turco è sorprendentemente ospitale: le persone per strada semplicemente non si “incontrano”, ma si “sfiorano”>> . Tuttavia se il riconoscere e accettare l’altro era una sua vocazione innata, il primo impatto con il dialogo vero e proprio non è stato affatto semplice; in quanto notevoli erano le difficoltà dovute sia alle barriere linguistiche che alla stessa concezione del “dialogare” : <<Non avevo le parole per dialogare. Perché il dialogare non è l’uso della parola, ma lo scoprire il volto dell’altro>>.

É realmente possibile la comunicazione interreligiosa quando la percentuale della popolazione cristiana in Turchia è solo dello 0,1% ? La risposta, ad un primo e superficiale impatto, ha destato non poco stupore: <<Lo dico sempre, il dialogo Islam-cristiano non esiste e non esisterà mai [la sala gela ndr]. Ma esiste quello tra credenti musulmani e credenti cristiani: quando si comunica si comunica con il singolo volto, non con 15 milioni. Quanti di voi hanno incontrato l’Amore? Non si incontra l’Amore, si incontrano persone che amano, perché l’Amore si declina nel singolo>>.

Anche l’analisi linguistica della parola “amico, compagno” nella lingua italiana e in quella turca sembra suggerire una comune visione di fiducia e rispetto: il termine “compagno” deriva infatti dal latino cum-panis, ossia “colui con il quale si divide il pane”. In turco, similarmente, viene usata la parola “arkadaș” che assume il significato di “colui che mi guarda la schiena”: segno che le due culture non sono così diverse, e che sono legate da un sistema fondamentale di principi.

<<La teoria del “Clush of civilizations”>> visione espressa dal politologo Huntington, che dipinge le Culture – e conseguentemente le Religioni – come un insieme di sistemi di valori destinati a scontrarsi al fine di prevalere l’uno sull’altro <<Non è assolutamente giustificabile: l’essenza stessa della Religione è Dio, e Dio è dialogo. Il Cristiano è perciò dialogante per definizione; e se la cristianità d’Occidente ha bisogno di modernizzarsi e smetterla di rispolverare le sue reliquie, quella orientale ha bisogno di leaders>>.

Non meno toccante è stata la conclusione dell’incontro, trasmesso in diretta streaming mondiale su www.sermig.org, dove Monge invita tutti a cambiare il mondo “lasciandosi sconvolgere dalla presenza dell’Altro e a lottare contro la sconfortante abitudine al male e al dramma”. A seguire, dalle 21 alle 22 si è svolto un partecipato momento di preghiera dedicato alle oltre 200 vittime del recente naufragio di Lampedusa: perché “Altro” non è solo in quei 1400Km che separano la nostra Capitale da quella Turca, ma talvolta anche molto più vicino, nella nostra stessa terra.

Il prossimo incontro all’Arsenale della Pace per il ciclo Università del Dialogo si terrà martedì 5 novembre alle 18.45 e avrà come relatore il giornalista Domenico Quirico.