ALLA RADICE DEI MALI DELL’UMANITÀ: LUCIANO BANCHELLI

La nuova opera di Luciano Banchelli è un coinvolgente viaggio nella travagliata esistenza dei poveri indifesi

DICEMBRE 2003

GIANNI FERRARO

MONTALTO DORA – Questo “anziano giovane” di 82 anni, Luciano Banchelli,   non finisce di stupirci tornando alla ribalta con il suo settimo libro, Il tempo che fu. Leggende, lavori, canti, danze e storie. Probabilmente la penna gli ha preso la mano o, come lui stesso afferma, «una forza interiore mi costringe a farlo».

Sopraffatto da quella forza interna che lo spinge continuamente a rovistare nel suo passato per riportarlo alla ribalta sembra aver perso quello che Banchelli definisce  «il riposante sonno che tutto rinfranca». Questo ultimo sforzo letterario inizia con la leggenda mitologica del “vaso di Pandora”, ripercorrendo in forma diversa la storia di Adamo ed Eva per scoprire l’origine dei mali del mondo.

In questa opera  l’autore vede appunto nel lavoro per la sopravvivenza uno dei mali maggiori usciti dal vaso di Pandora, ovvero la conseguenza del peccato originale secondo la versione biblica, e con crudo realismo ci descrive i momenti terrificanti di quando la persona (uomo, donna, bambino) non era considerata un «essere umano,  ma mero strumento e forza bruta» a disposizione  «del fare denaro» a discapito di tutto e di tutti. La tragedia di Marcinelle del 1956, fatta rivivere recentemente in una bellissima produzione televisiva, ne è una dimostrazione toccante e veritiera.

Banchelli ci porta con il suo scritto in un coinvolgente viaggio sullo spaccato della travagliata esistenza dei poveri  indifesi, forzatamente costretti nel profondo delle miniere o nella dura realtà della terra e del mare, mentre la vita dei regnanti e della borghesia trascorreva nella più sfrenata lussuria.

Momenti dolorosi di particolare intensità attenuati saltuariamente da espressioni gioiose che si manifestavano con il canto e la danza per dare un po’ di sollievo al corpo sfiancato dal gravoso lavoro;  così alla dura realtà si uniscono le canzoni popolari ed i balli caratterizzanti i rari momenti di svago e distrazione.

Questa nuova pubblicazione, frutto di un impegnativo lavoro di ricerca e studio, va ad aggiungersi alle sue precedenti meritevoli opere sul vissuto di  Montalto Dora. E l’amministrazione comunale,  riconoscente, ha voluto dedicargli una pagina  sul corrente “Notiziario” del mese di dicembre 2003,  con l’augurio che,  attingendo da queste preziose fonti,  si possa presto realizzare un interessante libro di riferimento storico e culturale per il paese.