AL  TEATRO ARISTON  VA  IN SCENA L’INTERO PAESE

Prende il via la 64ma edizione del Festival di Sanremo, tra manfrine e proteste

DAVIDE GHEZZO, 19.02.2014                                         FOTOGALLERY

Laetitia CastaSANREMODa parecchi anni a questa parte, il palcoscenico sanremese, su cui dovrebbero sfilare le musiche più originali e ispirate dell’annata nell’esecuzione di cantanti degni di questo nome, assume invece come sua valenza precipua quella di metafora della situazione sociopolitica del Paese

Tale sembra il destino anche dell’edizione 2014, detta ‘Fazio bis’, inaugurata iersera in un contesto che pareva chiamare a raccolta le peggiori manifestazioni dello spirito circense nostrano: c’erano nani e ballerine, carabinieri e giornalisti, sosia più o meno riusciti di vari personaggi pubblici, e c’era anche Beppe Grillo, che ha inveito come da copione contro tutto e tutti, ma in particolare nei confronti della Rai, giudicata prima responsabile dello sfascio del Paese.

Fortunatamente l’ex comico, una volta accomodatosi in poltrona, ha taciuto, lasciando peraltro spazio ad altri imprevisti: un sipario che non si apriva, e la protesta disperata (e pare sincera, a differenza di quella inscenata anni fa da Pippo Baudo) di due operai campani privi di retribuzione da 16 mesi. Di costoro il conduttore Fabio Fazio ha letto con qualche impaccio una lettera manoscritta, salvo poi risalire di tono con il riferimento al treno deragliato e ancora in bilico ad Andora – non lontano da Sanremo -, di cui si appresta la rimozione. Quest’ultimo, ha rilevato Fazio, è il compito cui un po’ tutti dobbiamo accingerci: aggiustare l’Italia, ripararla e curarla, rendendoci degni della sua bellezza.

Bellezza che si è  manifestata in concreto nell’attrice francese Laetitia Casta, già più volte sul palco dell’Ariston, che con la sua aria vagamente svampita si è prodotta in una performance mista di canto e danza. A farle da contraltare la co-conduttrice Luciana Littizzetto, che ha giocato ironicamente al ruolo della femme fatale, anche in un siparietto con Fazio che riprendeva il cliché della coppia in perenne conflitto, stile Sandra e Raimondo.

Come intermezzo del varietà, le canzoni. Due ospiti di prestigio: Cat Stevens, che ha eseguito un paio di ballate anni Settanta, dimostrando di non aver perso affatto piglio e voce, e il rocker nostrano Ligabue, interprete di un brano di Fabrizio De André. Quanto agli artisti in concorso, l’umore del pubblico in sala nonché quello dei critici musicali non è parso incline a valutazioni tanto oltre la sufficienza: Arisa e Frankie Hi-Nrg, Antonella Ruggero e Raphael Gualazzi, Cristiano De André, I Perturbazione e Giusi Ferreri hanno offerto nel complesso prestazioni di adeguata professionalità vocale, ma nessuno dei brani eseguiti (ricordiamo che ogni concorrente ne presenta due) sembra fornito di quel carisma, di quell’orecchiabilità, di quell’eleganza che potrebbero condurre al successo nella rassegna, ma anche a una vita non effimera nelle classifiche dei singoli più ascoltati e venduti.

Non resta che sperare in qualcosa di meglio per le prossime serate, a partire già da mercoledì, quando saliranno sul palco le giovani promesse.