AL VIA IL MASTER DI GIORNALISMO  “GIORGIO BOCCA”

Con il nuovo direttore Anna Masera

Valeria Noci, 06.12.2016

TORINO Never a better time to be a journalist or a journalism student [“Nessun momento migliore di questo per diventare un giornalista o uno studente di giornalismo”] è questo il motto principale di Sree Sreenivasan, (Chief Digital Officer della Città di New York) che apre l’inaugurazione del bienno 2016-2018 del Master in Giornalismo dell’Università di Torino, tenutasi nel Campus Luigi Einaudi del capoluogo piemontese in data 23/11/2016, arrivato alla sua settima edizione.

Come sottolineato da Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università di Torino, “questo è un master speciale perché è difficile pensare ad un corso che sia così intimamente connesso alla professione”. Questo biennio rappresenta, infatti, un grandissimo salto di qualità, i venti ragazzi selezionati hanno l’opportunità di raggiungere direttamente il titolo professionalizzante e di fare parte di un Master sostenuto per la prima volta da due delle principali testate giornalistiche nazionali: La Stampa e La Repubblica, che gli conferiscono un respiro territoriale e nazionale. Con questo Master l’Ateneo torna ad essere un centro di eccellenza nella formazione di nuovi professionisti della comunicazione.

Un biennio di alto livello, insomma, che chiede ai suoi studenti il massimo sforzo di qualità. Perché, come sottolineato dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia: “È la qualità della rotta che ci condurrà indenni fuori dalla galassia tecnologica nella quale stiamo navigando senza ancora individuarne l’uscita“. Il mondo del giornalismo è cambiato radicalmente in questi anni: non c’è mai stato così tanto bisogno di informazione e di trovare punti fermi in questo grande caos. E spiega: “Viviamo in un’epoca in cui le nuove tecnologie permettono la diffusione di notizie ad una velocità altissima, talmente incontrollabile che spesso vede il diffondersi di notizie false“. Il mondo di internet e deisocial ha portato negli anni ad una democratizzazione del giornalismo che permette a tutti di essere reporter ma che spesso porta lontano dalla verità. Nel rumoroso confondersi di informazione e comunicazione, in cui è immersa la nostra società, mai c’é stato tanto bisogno di un giornalismo che aiuti a distinguere il vero dal falso, mai tanto bisogno di giornalisti professionalmente preparati a farlo tecnicamente e moralmente.

L’obiettivo del Master è quello di  portare avanti un giornalismo onesto e basato sulla realtà che sappia destreggiarsi tra i mezzi di comunicazione odierni. I professionisti di oggi hanno quindi una responsabilità ancora maggiore nella ricerca della verità, c’è bisogno di giornalisti che sappiano essere figli di questo tempo e che siano in grado di interpretarlocome sottolineato da Mario Calabresi,  direttore de La Repubblica. Negli ultimi anni le scuole di comunicazione sono state poco sintonizzate con le necessità reali delle testate giornalistiche, mentre il loro obiettivo deve consistere nell’essere sempre avanti e anticipare i tempi, immaginando quello che sarà, visto il loro importante compito di formare i professionisti del domani. Tutto ciò è esattamente quello che si propone di fare questo biennio.

Maurizio Molinari, direttore de “La Stampa”, dichiara: “stiamo assistendo ad una fase di accelerazione della storia, questo è il momento nel quale bisogna studiare e infondere il meglio per tentare di comprendere un presente che cambia di fronte ai nostri occhi ogni singolo giorno in modo inarrestabile“. Pertanto afferma con determinazione: “L’unico modo di essere giornalisti oggi è di esserlo in modo innovativo e diverso rispetto a come si faceva in precedenza data la stagione di frontiera in cui ci troviamo”. A tal proposito ricorda che a partire da questo biennio il Master  sarà diretto da Anna Masera che interpreta nella sua stessa identità questa stagione di frontiera. Spiega, infatti, che Anna Masera viene da una terra di frontiera come il Trentino Alto Adige e si è formata in una città di frontiera come New York City, vivendo in prima persona momenti di frontiera nel passaggio dalla carta stampata alla multimedialità”.

Molinari conclude il suo intervento con le parole del famoso giornalista Carl Bernstain: è il dubbio, la curiosità, l’ingenuità, la consapevolezza di non sapere che produce qualità“. Capacità di ascoltare e ragionare sulla base di quello che uno sa al fine di dare al lettore un prodotto sempre nuovo che non sia mai la copia di quello che è stato già fatto, questa è la genesi possibile di racconti di qualità capaci di fare la differenza. La qualità informativa deve essere l’unica vera risposta alle difficoltà del mercato odierno.