UN FINE SETTIMANA A BARCELLONA

Dal mercato della Boqueria alla Sagrada Familia

NICOLE ZANCANELLA – MARZO 2002

Nel bel mezzo dell’inverno, tra un esame e l’altro, ho sentito prepotente il richiamo di una vacanza. Un desiderio emerso,  non ricordo più quale giorno o settimana… nemmeno il mese, forse dicembre. La voglia di vedere e conoscere nuovi luoghi, la ricerca di evasione che animava le generazioni dei Romantici ma che ha toccato uomini di ogni tempo, primo fra tutti l’astuto Ulisse che i grecisti chiamano Odisseo, questo strano mix di sensazioni mi ha spinto a saltare su un aereo Milano Malpensa-Barcellona.

Perché la Spagna? La mia scelta si è basata essenzialmente sulla vicinanza e sul clima, la mia mente rifuggiva l’idea di capitali nordico-oceaniche umide e nebbiose… Stare a Milano per la maggior parte dell’anno sviluppa in me un singolare attaccamento per il Mare Nostrum.

Così, dopo due chiacchiere con un’amica, anche lei studentessa universitaria (io giurisprudenza, lei fisica, compagne di viaggio ben assortite), eccomi in partenza alla volta della penisola iberica.

Nei miei programmi c’era solo un weekend, un tour de force di massimo tre notti, ma a posteriori posso dire che ne è valsa la pena. Niente più di un viaggio può svuotare la mente dei residui di stanchezza snervata mista a stress e rifondere nel cuore emozioni, immagini, sensazioni insolite. Alla fine si torna più morti di prima, ma la stanchezza vissuta, che dà appena il tempo di posare in terra la valigia, si trasforma in un sonno tranquillo.

La capitale catalana offre moltissimi spunti per una vacanza. È una città poliedrica e accogliente. Trasuda un’atmosfera latina, quasi domestica. Un vivace caleidoscopio di colori e ambienti differenti attende il visitatore:  dalla centrale Rambla, su cui si affaccia il mercato della Boqueria, al quartiere che ospita le più famose case progettate da Gaudì e colleghi (bastino due nomi: la casa Milà o Pedrera e la casa Batllò, i cui balconi riproducono ad arte una macabra serie di teschi);  dal parco della Ciuttadella, poco lontano dal porto, a Parc Guell, che riposa sulle pendici della collina; dal Barrì Gotico ricco di storia e di austeri palazzi alla zona ultramoderna e commerciale affacciata sul mare.

Chi poi ha occhi attenti e vigili per i particolari potrebbe rimanere incantato dal miracolo incompiuto della Sagrada Familia, grandiosa opera di Gaudì, sepolto nella sua cripta dopo essere stato investito da un tram. Le guglie e i pinnacoli leggeri non colpiscono meno delle pietrose facciate, che rappresentano rispettivamente la Natività e la Passione: se la prima ricorda Notre-Dame con le sue ricche decorazioni in bassorilievo, la seconda rimanda invece ad atmosfere più primitive per la ieraticità e la pesantezza delle figure, quasi totemiche nella loro rigidità.

La mia pausa è stata un breve stralcio di tempo. L’intensità con cui l’ho vissuta aumenta la sensazione di sogno, ma mi piace pensare che ogni viaggio sia un perdersi nel sogno e la parentesi onirica aiuti a tornare con più entusiasmo alla realtà di ogni giorno.