“ATRIDI. METAMORFOSI DEL RITO”: AMORE , PASSIONE E SACRIFICIO AL CENTRO DELLA SERATA TEATRALE DI RACCONIGI

Per “La Fabbrica delle Idee” la Piccola Compagnia della Magnolia porta in scena, con uno sguardo contemporaneo, uno dei racconti più complessi e articolati della mitologia greca.

ROBERTA MAGNATI, 24.06.2015

TORINO– Metamorfosi del rito è lo spettacolo che la Piccola Compagnia della Magnolia porta in scena per “La Fabbrica delle Idee” mercoledì 24 giugno alle ore 21.45.

La Compagnia della Magnolia compie dal 2004 un’ indagine appassionata e rigorosa tra codici teatrali e ricerca, affrontando con sguardo contemporaneo il proprio fare teatro, riappropriandosi dei classici o sperimentando scritture originali, inseguendo una sintesi tra ricerca formale e densità emotiva, in un dialogo aperto e diretto con il pubblico.

«La nostra ricerca, lunga e difficile ma appassionante, cerca di negare al teatro certi approcci cinematografici che non gli appartengono, recuperando ciò che gli compete per convenzione: l’artificiosità di un momento rituale estraneo al quotidiano; un tempo “altro” in cui ci si riunisce – pubblico e attori – per cercare il vero nella finzione» -spiega Giorgia Cerutti, regista e direttrice del gruppo teatrale.

La regista prosegue: «Obiettivo della compagnia è quello di riportare il teatro alla sua natura rituale, attraverso l’esplorazione, con sguardo contemporaneo, del mito della dinastia greca di Agamennone. Lo spettacolo è un’indagine sulla mortalità dell’amore che attraversa i nodi fondamentali della struggente storia degli Atridi: il sacrificio di Ifigenia, l’omicidio di Agamennone per mano di Clitemnestra, l’odio custodito da Elettra, il desiderio di vendetta di Oreste» .

Atridi è una storia d’amore, grande quanto l’umanità: «Abbiamo voluto illuminare – spiega ancora Giorgia Cerruti – la trama dei rapporti familiari nell’attimo esatto in cui degenerano, collassano, trasformando la forza proficua dell’amore in passione incontrollata».

Secondo la regista lo spettacolo per molti versi può rappresentare aspetti comuni della realtà: «Atridi si interroga sul limite che separa Eros dai legami di sangue– continua la regista- Ci pare che i fatti accaduti agli Atridi possano rivelare il dramma di tutti, con una temperatura vitale che allerta la coscienza personale e collettiva e, –prosegue la Cerutti– Abbiamo scelto di immergere questa storia in atmosfere nitide e sospese in un cortocircuito di linguaggi e di tempi. Intensificando una personale ricerca teatrale sull’antinaturalismo, il nostro gruppo continua anche con questo spettacolo l’indagine etica ed estetica sulla verità nella finzione, dichiarando una teatralità ostinatamente tesa a veicolare un senso attraverso l’emozione».

«Quando entri da straniero in una famiglia, in un clan, percepisci sempre un magma di trascorsi, cose non dette, vissuti, silenzi rumorosi: così abbiamo attraversato la famiglia degli Atridi come degli intrusi, che mai sarebbero riusciti a percepire fino in fondo l’enorme massa di vita, passato, amore, dolore che li univa; proprio quel troppo così sfuggente ci ha affascinati e così ve lo restituiamo»- conclude Giorgia Cerutti.