COME SFIDARE I SIGNORI DELLO SCARTO ?

Con la Carità che innerva la Comunicazione: dando maggior spazio alle buone notizie e ai bisogni temporali delle persone, condividendo esperienze e abbattendo muri

GIANNI FERRARO, 15.11.2017

TORINO – «Che ruolo giocano i nuovi Media nella Carità ?» con questa domanda la giornalista Rai Alessandra Ferraro ha aperto il grande convegno nazionale di sabato scorso 11 Novembre organizzato dalla Società San Vincenzo De Paoli presso l’Unione Industriali di Torino.  

Ai saluti istituzionali del Presidente della Federazione Nazionale Antonio Gianfico, del Presidente del Consiglio Centrale della San Vincenzo di Torino Giovanni Bersano e del Coordinatore regionale Marco Guercio si sono susseguiti illustri qualificati relatori intervallati dai collegamenti in videoconferenza  del direttore della rivista Civiltà Cattolica” padre Antonio Spadaro, del Sottosegretario al Ministero del Lavoro Luigi Bobba, del  direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, del docente universitario Carlo Climati con i giornalisti del CSV di Napoli Monica Galdo e Francesco Gravetti. Ed ancora dal Brasile  il Presidente Generale della Società di San Vincenzo de Paoli Renato Lima de Oliveira, giornalista, scrittore e docente universitario.

Nel grandioso salone del Centro Congressi gremito per l’occasione da un gran numero di persone provenienti da ogni parte del Piemonte e dalla Valle d’Aosta, un folto gruppo di Vincenziani ha dato lustro all’evento esprimendo parole di alto apprezzamento per il gran lavoro di Alessandro Ginotta, responsabile dell’Ufficio Stampa della Società San Vincenzo, e di Alessandra Ferraro che sono riusciti a coinvolgere nell’evento grandi firme del giornalismo nazionale in sintonia con lo spirito del loro beato fondatore Federico Ozanam: «Bisogna che il popolo cominci a vedere nei cattolici degli spiriti tormentati dal pensiero dei suoi mali e dei suoi bisogni».

 Così, scriveva nel 1848 Federico ai lettori di L’ère Nouvelle, presentando il suo impegno quotidiano per i concreti bisogno dell’uomo: «parole ancora oggi attualissime per fare informazione autorevole utile e credibile alla sequela del Vangelo», come più volte ha ribadito nel suo intervento Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Pertanto osserva Tarquinio: «il nostro giornalismo, i nostri strumenti multimediali, devono saper sfidare i signori della cultura dello scarto, scarto di Dio e dell’uomo, prodotta e alimentata da quel pensiero dominante che Papa Francesco in questi anni non si stanca di smascherare».

Dice Andrea Tornielli, affermato vaticanista e coordinatore del sitoVaticanInsider.com: «noi abbiamo bisogno di scoprire il volto di Cristo nelle persone che incontriamo, solo le storie di vita vera possono toccare il cuore e testimoniare il Vangelo». A tal fine la strada maestra, che tutti noi operatori della comunicazione dovremmo seguire, è molto semplice, come suggeriscono don Antonio Rizzolo, direttore di “Famiglia cristiana” e  Vincenzo Morgante, direttore della TGR RAI: «Dobbiamo dare maggior spazio alle buone notizie, alle testimonianze di carità e a quei bisogni temporali dell’uomo per i quali la Chiesa stessa si prodiga». E tuona Morgante nel suo intervento magistrale: «Quale può essere il miglio sprone per noi giornalisti se non l’Inno alla Carità di San Paolo (1Corinzi 13,1-13) , un inno mirabile che spiega tutta l’impostazione cristiana della vita con una straordinaria valenza in chi , come noi, è temuto a raccontare verità».

Sottolinea il valore assoluto della Carità anche il gesuita Antonio Spadaro che da Roma lancia un forte messaggio: «La carità innerva la comunicazione: un contenuto che non genera relazioni non passa». A tal proposito ricorda quanto afferma Papa Francesco: «La figura del buon comunicatore è il buon samaritano. Comunicare significa essere vicino, avvicinarsi all’inquietudine della gente. Dobbiamo condividere esperienze, abbattere i muri e costruire reti di persone».

In chiusura il Presidente Nazionale UCID (Unione Cattolica Imprenditori Dirigenti) Riccardo Ghidella evidenzia l’importanza della centralità della persona umana e  dell’impegno personale per offrire cambiamento, speranza e costruzione del bene comune, contribuendo così alla creazione di una nuova classe dirigente con soluzioni basate sui valori cristiani.