SERGIO MATTARELLA XII° PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

«Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini»

Scilla Altavista, 03.02.2015

TORINO– «Proclamo eletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella», così la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini dichiara l’elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Dopo tre giorni di votazioni e quattro scrutini, nella giornata di sabato 31 gennaio le forze politiche convergono sulla candidatura del siciliano Mattarella. Viene eletto con 665 voti, ben oltre la soglia del quorum di 505 voti.

L’annuncio viene accolto in Parlamento da un applauso prolungato ed entusiasta. Non mancano certo le candidature alternative e le schede bianche, ma il consenso intorno all’integrità e alla statura di Sergio Mattarella è generalmente condiviso, in patria e all’estero.

Il profilo del nuovo Capo dello Stato è infatti quello di un uomo delle Istituzioni. Ministro dei Rapporti col Parlamento e della Pubblica Istruzione per la Democrazia Cristiana, poi Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Difesa per il Partito Popolare Italiano, è tra i fondatori dello stesso PPI e successivamente del Partito Democratico. Nel 2011 arriva l’elezione a giudice della Corte Costituzionale. La sua attività politica, sempre incisiva, è all’onore della cronaca in occasione della legge elettorale da lui elaborata nel 1993 e dell’abolizione del servizio militare obbligatorio nel 2004.

La scelta stessa della carriera politica è spinta dalle più alte motivazioni: il 6 gennaio 1980 il fratello Piersanti, Presidente della Regione Sicilia sempre per la DC, viene assassinato dalla mafia. Abbandonata la cattedra universitaria di Diritto costituzionale e parlamentare, Mattarella intraprende dunque la strada dell’impegno politico attivo.

Mattarella è anche un uomo di fede. In gioventù è responsabile per il Lazio della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, e successivamente membro della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Nella giornata di domenica non a caso si è recato a messa nella chiesa dei Santi Apostoli. Un momento di raccoglimento dal tumulto di questi giorni.

«Lo conosco sul piano dell’assoluta lealtà e correttezza, sensibilità e competenza istituzionale e certamente dell’imparzialità» dice di lui il predecessore Giorno Napolitano. Ma Sergio Mattarella è anche uomo schivo, riservato, essenziale. Qualità, queste, che non sono venute meno neanche in veste di neo Presidente della Repubblica: «Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini», sono infatti le prime parole pronunciate dal nuovo Capo dello Stato alla consegna del verbale della sua elezione da parte della Presidente della Camera. Il primo impegno da Presidente è invece la visita non annunciata alle Fosse Ardeatine nello stesso pomeriggio di sabato.

Parole e gesti significativi dunque, che restituiscono immediatamente la cifra morale e politica di Mattarella. La responsabilità del ruolo che egli è chiamato ad assumere emerge dal confronto per via telefonica del neo Presidente con l’ex Presidente Carlo Azeglio Ciampi: «Tu puoi capire bene quali siano le mie preoccupazioni», confessa Mattarella. Sono queste preoccupazioni, unitamente al suo senso di responsabilità e ai valori morali e politici di cui si fa interprete, a essere limpidamente condensate nel discorso al Parlamento tenuto questa mattina dopo il giuramento. Il messaggio alla nazione si distingue per la sua natura inclusiva: il Capo dello Stato non ha voluto escludere niente e nessuno: dai valori fondanti la Costituzione a quelli costitutivi dell’Unione Europea, dalla crisi economica alla minaccia terroristica, dalla mafia alla Resistenza, dall’unità della nazione all’accoglienza dei migranti. Ma l’attenzione è infine significativamente rivolta al popolo italiano tutto: donne, giovani, malati, uomini giusti con le loro «difficoltà e speranze». Un popolo che il Presidente Mattarella auspica possa essere «sempre più libero, sicuro e solidale».

Il settennato di Sergio Mattarella si apre così all’insegna di una parola: speranza. È una scelta coraggiosa e consapevole: «in questo momento di difficoltà è proprio la speranza -suggerisce il Presidente della Repubblica-  che può permettere all’Italia di ritrovare il senso della propria unità e della propria forza».