CONOSCIAMO IL POPOLO DELLA FAMIGLIA

Primo convegno ad Ivrea organizzato da Cristina Zaccanti. Ospite d’onore l’ingegner romeno Cornel Barbutz

Dario Pasero, 28.02.2017

IVREA – Buona la risposta degli eporediesi e canavesani (con una discreta presenza anche di persone provenienti da Torino e dintorni) al convegno organizzato dall’AssociazioneLa Slòira” e dal PdF (Popolo della Famiglia), con la collaborazione dell’Associazione cattolica romena “Vladimir Ghika”, tenutosi nel salone della parrocchia del Sacro Cuore di Ivrea nel tardo pomeriggio di venerdì 24 febbraio scorso.

Sotto l’attenta regia della dott.sa Cristina Zaccanti (presidente del PdF-Piemonte) si sono alternati ai microfoni tre relatori che hanno saputo conquistare l’attenzione, e l’apprezzamento, del pubblico.

Ha iniziato il giornalista romano, fondatore nonché presidente nazionale del PdF, Mario Adinolfi, il quale, con la sua consueta verve ed una sana e misurata vis polemica, ha illustrato le linee guida del neonato soggetto politico del “Popolo della Famiglia”, le lotte e gli obiettivi da condurre e realizzare, tutti nell’ottica della difesa della vita (dalla nascita fino alla fine naturale), della famiglia e dei diritti delle madri e dei bambini. Contro quelli che Adinolfi giustamente definisce i “falsi miti di progresso”: diritti per tutti in modo indiscriminato, acquiescenza, se non addirittura invito, verso l’uso e l’abuso di droghe, pratica dell’utero in affitto (che un fuorviante linguaggio “politically correct” chiama “maternità surrogata”) il mondo cattolico dovrebbe fare fronte comune e combattere battaglie per un vero progresso, che rispetti la vita in tutte le sue sfaccettature.

“Fuggito” Mario Adinolfi che, dovendo prendere il treno che lo avrebbe riportato a casa a Roma, non ha voluto, pur dopo una faticosa due-giorni piemontese, far mancare il suo saluto ad amici e simpatizzanti canavesani, ha preso la parola Giuseppe Brienza, anch’egli del “Popolo della Famiglia”. Questi ha intrattenuto l’uditorio sulla realtà di alcuni paesi dell’est Europa (Polonia, Slovacchia, Ungheria, Cekia, Bulgaria e Romania) e sulle loro politiche a favore della famiglia, politiche che li fanno essere un modello anche per noi. La citazione della repubblica slovacca ha permesso una piacevole sorpresa: sul palco è salito il console onorario di questa repubblica a Torino, il dr. Giuseppe Pellegrino, che ha portato il saluto ai presenti da parte della sua ambasciata, indicando la strada percorsa dal paese da lui rappresentato come favorevole ai principi ed ai valori che motivano la “ripresa” dell’intervento dei cattolici in politica.

Ha chiuso i lavori della serata l’ospite d’onore del convegno, l’ingegner Cornel Barbutz, di Bucarest, vice-presidente della “Coaliţia pentru familie”, una sorta di sovra-organismo che riunisce tutte le 42 associazioni romene (laiche, cattoliche, ortodosse) che si battono per i valori (quelli “non negoziabili”) rappresentati dalla famiglia e per la difesa di essa dagli attacchi che un po’ in tutta Europa le vengono inferti.

Numerose le domande, specialmente all’ingegner Barbutz, riguardanti in particolare gli strumenti che le famiglie (in Italia come in Romania e nel resto d’Europa) possono avere a disposizione per difendere i propri figli dall’avanzare di quelli che anche in Romania possono diventare “falsi miti di progresso”.

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