“DONNE  NELLA RESISTENZA IN PIEMONTE”

Al museo civico del Conte Verde applauditissima l’autrice Bruna Bertolo con il suo nuovo libro testimonianza sulle donne nella lotta partigiana

FABIO TERRANOVA, 13.09.2014

RIVOLI – Sabato 6 settembre alla Casa del Conte Verde di Rivoli un gran numero di persone ha partecipato alla presentazione dell’ultima fatica di Bruna Bertolo: “Donne nella Resistenza in Piemonte”, edizioni Susalibri, costo 9,9 euro. Un evento importante, appositamente scelto per dare il via alla riapertura del Museo Civico del Conte Verde. Presente tra gli spettatori anche l’ex sindaco di Torino Diego Novelli.

Introduce e modera Elena Cattaneo, presidente del comitato Resistenza Colle del Lys, che dichiara: « Non è un caso ritrovarci qui proprio il 6 settembre per questa presentazione, a 2 giorni dall’8 settembre, quando nel ‘43 la radio italiana divulgava il messaggio del maresciallo Badoglio che chiedeva per l’Italia un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate». Questo il motivo per cui la medesima presentazione si è poi ripetuta nella cerimonia commemorativa all’ecomuseo sul colle del Lys domenica 7, vigilia della data storica che ha segnato uno spartiacque nella storia del nostro paese.

Oltre all’autrice, erano presenti in veste di relatori Nino Boeti – Consigliere regionale e vicepresidente del consiglio regionale e presidente del Comitato per la Resistenza e la Costituzione della Regione Piemonte; il sindaco e assessore al bilancio Franco Dessì; infine Laura Ghersi neoassessore alla cultura di Rivoli. Ognuno, dal proprio punto di vista, ha confermato le innumerevoli qualità del volume. Uscito ad aprile con “La Stampa”, il libro ha un alto valore storico e culturale nell’affrontare – come da titolo – il ruolo determinante delle donne partigiane piemontesi nella liberazione del nostro paese durante la Resistenza.

L’opera è impeccabile nella sua connotazione fortemente giornalistica: la narrazione è svelta e vivace. Allo stesso tempo però è anche saggistica: le fonti sono sempre molto documentate e le testimonianze estremamente precise. Il corredo fotografico, poi, è già di per se storia raccontata attraverso volti, abiti e luoghi.  Ciò che più sorprende è l’aspetto profondamente umano che emerge nella personalità di tutte queste donne, suddivise tra le pagine in funzione dei vari ruoli svolti.

Bruna Bertolo, nella sua accattivante presentazione fatta di foto e musiche opportunamente selezionate, ha proposto alcune delle numerose testimonianze ed esempi di donne piemontesi.  Momenti toccanti che hanno rivivere quella terribile fase storica. L’autrice coglie appieno quale fosse lo stato d’animo delle donne durante la guerra vissuta in un clima costante di terrore e morte.  Significativa la breve ma intensa frase di una lettera, presente nel libro, inviata da una donna al duce il 28 ottobre del 1942 in seguito alla perdita della sua bambina di soli 7 anni: “decidetevi a chiudere la guerra, Duce, perché così la vita, per chi non muore, è peggio della morte”.

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