ERASMUS: UN MONDO DA SCOPRIRE

L’esperienza di studio di alcuni ragazzi nei paesi dell’Unione Europea

VALERIA PINNA, 02.04.2016

TORINO – “Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.” 

Con queste parole lo scrittore americano Mark Twain, prefigurava, oltre due secoli fa, l’immagine di una gioventù aperta, curiosa, come quella che ai giorni nostri, grazie all’ormai celebre progetto Erasmus, percorre liberamente le strade d’Europa.

Cos’è l’Erasmus? L’Erasmus è un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, creato nel 1987. Esso dà la possibilità agli studenti universitari di vivere, per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi, un’esperienza universitaria in un paese dell’Unione europea. I posti vengono messi a concorso attraverso un bando pubblico, pubblicato annualmente nel mese di gennaio, dove lo studente ha la possibilità di inserire le sue preferenze inerenti al paese dove vorrebbe soggiornare. Le candidature vengono valutate da apposite commissioni che sceglieranno i vincitori, ai quali vengono erogate delle borse di studio, in base alla durata del soggiorno. Abbiamo incontrato tre ragazzi che hanno vinto la borsa di studio dell’Erasmus: Federico De Lorenzo, Silvia Serena e Ramona Dessena.

Federico De Lorenzo, studente di Lingue all’Università di Torino, è stato selezionato per trascorrere un semestre all’Università di Bristol. Così Federico per il secondo anno di Università è partito alla conquista della cittadina inglese. Prima esperienza all’estero, ci si chiede se si sia in grado di partire, di lasciare tutto sospeso per un po’ di tempo, se si riuscirà a parlare in un’altra lingua 24 ore su 24. E non solo, le paure sono amplificate. La paura della solitudine ad esempio.“Se non riuscirò a fare amicizia?” “Se perderò del tempo inutilmente?” “Se cambierà tutto al mio rientro?” “È giusto partire?”

Però poi si ragiona, si prende visione della grande fortuna e occasione che si ha avuto. E si torna a casa, dopo sei mesi, con la consapevolezza delle proprie forze. “Sei tu che l’hai voluto fare, e se l’hai voluto fare allora vuol dire che sei pronto a metterti in gioco, in qualsiasi campo della vita. Sei soddisfatto di te stesso. E non c’è cosa più bella” conclude Federico. L’esperienza all’estero per Silvia Serena  studentessa dell’Università di Madrid,  è invece proprio quella di Torino: da metà ottobre la ragazza spagnola vive nella nostra terra per un programma annuale. Abita in una delle residenze universitaria dell’Edisu, la “Residenza Cavour”, un “raduno” di studenti fuori sede provenienti da diverse parti d’Italia. Questa è una fortuna perché si ha la possibilità di praticare la lingua, confrontarsi, conoscersi, instaurare rapporti che non durano solamente per 9 mesi, tempo della permanenza. Sono rapporti per sempre, conclude Silvia: avrai una casa, un amico, sparso per tutta l’Europa, pronto ad accoglierti in qualsiasi momento. “In Spagna dell’Italia conoscono solo Roma, Firenze, Milano, e i luoghi comuni: la pizza, la pasta e i tantissimi mamma mia. Ah, poi quanto gesticolano gli italiani. L’Erasmus ti fa aprire la mente, ti fa conoscere differenti culture, tradizioni, lingue. Ti fa crescere, scoprire, viaggiare. Ti fa vivere.”

Per Ramona Dessena,  una ragazza sarda, studentessa di lingue a Cagliari, che ha vissuto per un anno a Murcia, cittadina spagnola, l’Erasmus “è vita. Ti senti vivo. Scopri davvero te stesso. È come iniziare tutto da capo. Fai cose che non avresti mai creduto di poter fare.  Piangerai al tuo rientro, perché un pezzo del tuo cuore sarà sempre lì. Appartiene a quel posto, a quel momento, a quella gente.”

Numerosi sono i siti internet che si occupano della raccolta delle testimonianze dei viaggiatori, con foto, video, pensieri, annunci come  http://www.esnitalia.org/ e http://erasmusu.com/it/. All’interno vi sono persino dei concorsi per racconti e poesie degli studenti universitari; ecco il testo poetico di uno  dei vincitori dell’edizione 2014, Santo Purello dell’Università di Messina:

  “Un giorno svegliarsi, dopo tanto pensare, e avere idee molto più chiare

  Ulisse non vide la propria terra per decine di anni, io la perderò per pochi mesi

  Un giorno guarderò i miei dubbi e sorridendo ne scherzerò

  Una terra non troppo lontana attende il mio arrivo

  Scoprirai luoghi meravigliosi che ti faranno luccicare gli occhi

  Sperimenterai esperienze indimenticabili che ti lasceranno un segno

  Sentirai pulsare forte il cuore a volte per la paura a volte per l’emozione

  Segnerà il tuo passaggio        

  Scoverai negli abissi del cuore

  Salirai più in alto del cielo

  Sognerai il tuo futuro ma non perderai il tuo passato

  Saluterai un viandante nostrano e gli indicherai la via

  Sorprenderai te stesso a pensare a te e al tutto

  Splenderai più forte delle stelle        

  Studierai con rinnovato impegno

  Svelerai il segreto della felicità        

  Saluterai la luna che giace e il sole che si desta

  Sentirai di non essere sola sebbene lontano dai tuoi

  Singhiozzerai all’alba del giorno che segnala la via del ritorno

  E alla fine sceglierai di tornare, ma non potrai più dimenticare!”

Un modo per far sentire meno soli chi da lì a poco partirà, un modo per rivivere le emozioni condivise, un modo per dare conforto e perché no, anche una conferma della scelta che si è fatta. Perché l’Erasmus è una decisione che può aiutarci a crescere.