“DARIO E DIO”

È  l’ultimo libro del  premio Nobel Dario Fo che, affascinato dai testi sacri, si rivolge a Dio per capire ciò che umanamente non può capire

SILVIA TERRIBILE, 19.05.16                 FOTOGALLERY

TORINO«Era da tempo che desideravo fare quattro chiacchiere con il Creatore!»: così esordisce, con tutto lo spirito che lo contraddistingue, il novantenne Dario Fo, al Salone Internazionale del Libro di Torino. Non si fa fermare neppure dalla bronchite e presenta, tramite collegamento Skype, il suo ultimo capolavoro, “Dario e Dio” edito da Guanda.

Sala Gialla gremita, alla vigilia della chiusura del Salone di quest’anno, per l’autore Premio Nobel, l’unico italiano ancora vivente, che emoziona, diverte, e trasmette al pubblico tutto il proprio amore per la vita.

“Dario e Dio”: con questo libro Dario Fo si rivolge a Dio con quella che potrebbe essere definita “un’irriverenza cordiale”. Riflessione, divertimento, e grande rispetto per la religione: ecco le chiavi del successo di questo Vangelo secondo Dario. “Affascinato e anche un po’ sconvolto” dai testi sacri fin da ragazzino, Fo ne mette in luce gli aspetti umanamente difficili da capire, raccontando di un Dio poco rassicurante, troppo duro e rancoroso, che promette ad Adamo ed Eva il “libero arbitrio” e poi non ne accetta la scelta.

Riportando alla luce le parole dello scrittore e poeta medievale italiano Bonvesin de la Riva, l’artista poliedrico svela anche la sua personale “motivazione” della Creazione. Sotto forma di satira religiosa, si domanda perché Dio, sapendo che l’uomo avrebbe peccato, abbia comunque deciso di crearlo. Dando voce ad Adamo, Fo si rivolge all’Altissimo, chiedendogli una spiegazione, che però non arriva. «Padre Nostro, non sei tu colui che tutto vede e tutto prevede? E quindi sapevi, dovevi sapere che noi avremmo preferito la pianta, simbolo del libero arbitrio e della libertà di pensiero. E tu guarda con che rancore, con che violenza ci tratti». Aspettando invano una risposta, Adamo pensa: «Io credo che tu, Signore eterno, in questo Paradiso, ti stessi annoiando da schiattare!».

Totalmente diversa, invece, secondo il Premio Nobel per la Letteratura, è la figura di Gesù, così piena d’amore, soprattutto per le donne, che non hanno avuto il giusto peso nelle pagine delle Sacre Scritture.

Messa da parte dai Vangeli ufficiali, la donna è molto presente in quelli apocrifi, proprio perché, come sottolineato da Papa Francesco in più occasioni, nei primi secoli del Cristianesimo, erano le donne il centro nevralgico della Chiesa.

Tema, questo, su cui Fo si trova in perfetto accordo con il Santo Padre, e insiste nell’affermare che il ruolo della figura femminile debba essere assolutamente valorizzato, perché «la Chiesa non può essere se stessa senza la donna e il suo ruolo. La donna per la Chiesa è imprescindibile».

————————————

Fotogallery di Carlo Cretella
{photogallery}images/stories/Fotogallery2016/DarioFo1/{/photogallery}