FRANCO PERADOTTO, CAMPIONE D’UMANITÀ

Ad un anno dalla morte rivive alla Fondazione Carlo Donat-Cattin con il convegno “Nel cuore di Torino, Torino nel cuore”.

LAVINIA CARUSO – 06.12.2011

Convegno in ricordo di Franco PeradottoTORINO – Martedì 29 novembre, nella sala conferenze della Fondazione “Carlo Donat- Cattin”, un’atmosfera familiare e priva di retorica ha accompagnato i ricordi e i racconti che hanno dato vita al ritratto di monsignor Franco Peradotto, spentosi il  1° novembre 2010 a poco più di 82 anni. Era nato a Cuorgnè nel Canavese il 15 gennaio 1928.

Apre l’evento commemorativo “Nel cuore di Torino, Torino nel cuore” la giornalista Barbara Donat-Cattin ricordando, con la voce spezzata dall’emozione, i profondi legami personali della sua famiglia con don Franco. In lui, prete e uomo, si univano luce divina e forza terrena, la fede non solo in Dio ma anche nell’essere umano.

«Era uomo raro, con cui era bello e prezioso parlare anche al di fuori dei rapporti diplomatici; –  esordisce con sorriso velato da commozione Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino – viveva per la sua Torino e noi, conferendogli la cittadinanza onoraria nel 2006 abbiamo solo riconosciuto ciò che lui aveva dato alla città».

Monsignor Franco Peradotto (1928-2010)

Anche  Marco Bonatti, successore di don Franco alla direzione ultra trentennale del settimanale di Torino “La Voce del Popolo”, fa memoria con nostalgia dell’uomo Franco Peradotto: «Per me è  stato innanzitutto un grande maestro di giornalismo, oltre ad essere grande amico. Era  energico ed infaticabile, sobrio e altruista, a diposizione anche degli ultimi. Nonostante si trovasse spesso in contatto con i potenti si rifugiava volentieri  nella mia casa e, assaporando un sano minestrone, apriva i suoi pensieri dando sfogo alle preoccupazioni e delusioni».

Tanti erano, infatti, i problemi derivanti dal suo alto impegno sociale fin dagli anni della grande immigrazione operaia a Torino. Ma ciò che rendeva unico don Franco era la sua passione nel comunicare. Profondo conoscitore delle persone, dei fatti e del mondo, era “uomo e prete a tutto tondo”, come simpaticamente ricorda Bonatti, scevro dal giudicare ma pronto nell’elargire virtuosi consigli dettati dall’amore di Dio.

Pilastro indiscusso del giornalismo piemontese, nel 1969 fondò la Federazione Italiana Stampa Cattolica (FISC), di cui fu primo presidente. «Iniziò così a ricostruire la storia del movimento cattolico piemontese facendo tesoro delle esperienze delle piccole comunità», sottolinea il parlamentare Gianfranco Morgando, membro insieme a don Franco del c.d.a. della Fondazione Donat-Cattin sin dall’inizio della sua costituzione.

Il profilo più strettamente religioso di don Franco è invece ben espresso dall’intervento di Don Giovanni Villata, suo allievo prima e affezionato amico poi. Si compiace subito delle parole forti che intitolano il convegno dedicato a Franco Peradotto “Nel cuore di Torino, Torino nel cuore”, a cui aggiunge “col Concilio nel cuore”. Don Franco, infatti, si era battuto per realizzare sul campo i contenuti del Concilio Vaticano II, proponendo una Chiesa non chiusa nelle proprie gerarchie ma partecipe alla vita della gente.

Una Chiesa aperta al dialogo come lui faceva; il suo “comunicare mediando” lo vedeva sempre coinvolto in prima persona con il sorriso, la chiarezza nel parlare ed il suo penetrante sguardo d’amore.  Ma, forse per questo suo esporsi incondizionato, divenne purtroppo oggetto di calunnie e maldicenze da parte dei “corrieri del Barolo”: informatori che portavano alla chiesa di Roma notizie abbondantemente “innaffiate” e non veritiere.

pubblico in Sala conferenze Fondazione Donat-Cattin

Chiude l’incontro il consigliere regionale  Giampiero Leo che ricorda ancora, con gioiosa riconoscenza a distanza di anni, la grande immediata umanità di don Franco nell’accoglierlo: «Giovane calabrese della DC da poco arrivato a Torino  mi imbattei nella difficile realtà  universitaria della città priva di una corrente cattolica. E lui mi fu subito e sempre  vicino con la sua  forza e  vitalità contagiose, così  ho potuto  realizzare il mio sogno di cattolico attivamente impegnato nella politica».

CORSO GIORNALISMO FACOLTÀ LINGUE-FONDAZIONE CARLO DONAT-CATTIN