JESUS: UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA FIGURA DI CRISTO, TRA SPIRITUALITA’ E MERCIFICAZIONE

A Racconigi, per la rassegna “La Fabbrica delle idee” in scena la brillante carovana di artisti “Babilonia Teatri”: una riflessione su importanti temi spirituali, ma anche un’arguta critica sul materialismo dilagante nella società odierna.

ROBERTA MAGNATI, 23.06.2015

TORINO – Arriva dal Veneto la giovane compagnia Babilonia Teatri, apprezzata per il suo sguardo irriverente sul mondo, che martedi’ 23 giugno alle ore 21.45, porterà a Racconigi il suo ultimo allestimento teatrale: “Jesus”.

Lo spettacolo è incentrato sulla figura di Gesù, ma, attraverso la parodia e l’invettiva, si fa anche critica nei confronti del consumismo religioso, dell’ipocrisia, della violenza e del basso materialismo della società.

«Jesus esprime un intimo anelito di spiritualità, sia essa religiosa o laica. Jesus è provocazione e tenerezza. E’ sacralità e dissacrazione. E’ critica sociale e riflessione intima». Con queste parole il regista Enrico Castellani, fondatore, assieme a Valeria Raimondi, della brillante compagnia, racconta il loro ultimo spettacolo, e prosegue: «Jesus è un punto di domanda. Spesso sopito. Assente. Respinto o ignorato. Capita che torni a bussare. Ci si pari davanti. Improvviso. E sbarri la strada. La ostacoli e la blocchi. Senza remore né pietà. Un punto di domanda che non ha risposta. Non una. Non data. Non preconfezionata. Jesus è stato un uomo. È diventato una religione, due, tre, quattro…È diventato un credo, un simbolo, una speranza, una ragione, un esempio, una guida, un rifugio, un bersaglio».

A partire dalla storia, dalle parole e dalle azioni di Gesù, lo spettacolo affronta grandi temi come il senso della vita o della morte e le radici cristiane della nostra cultura.

Per Valeria Raimondi la figura di Gesù significa sapere, conoscenza, inafferrabilità, amore: «La storia di Gesù è quella più nota, quella più pop, quella che tutti conoscono,  perché di questo personaggio così familiare si conosce un po’ tutto: vita e  morte. E la sua storia sono i Vangeli. Quattro Vangeli che narrano con lievi differenze la sua vicenda dalla sua nascita nella stalla con bue e asinello alla sua morte in croce sul Golgota» – prosegue l’artista- «Di questa storia sappiamo tutto. E’ impressionante. Conosciamo il protagonista, i coprotagonisti, gli antagonisti, le comparse, conosciamo le vicende, come si sono susseguite, chi ha vinto, chi ha perso, chi ha detto  cosa e cosa ha detto chi»– e,  continua l’attrice – «Se provassimo a fare il gioco di elencare tutto ciò che ricordiamo di Gesù credo che faremmo fatica a fermarciLa stalla, l’angelo che annuncia, i re Magi, i pastori, il battesimo, beati i poveri, i 12  discepoli, la guarigione del lebbroso, Lazzaro alzati e cammina, il buon samaritano, le parabole, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù che cammina sulle acque, il bacio di Giuda, la pecorella smarrita, l’ultima cena, san Tommaso, le nozze di Cana, la via crucis, il Golgota, Barabba, il sepolcro vuoto, la croce, la resurrezione, la lavanda dei piedi ,Pilato, Erode…».

Valeria Raimondi conclude con dei ricordi personali:«Non riesco a trovare nient’altro nella mia memoria che conosco così beneDa Beautiful alla mia tesi di laurea tutto mi appare più sfuocato. Gesù no. E’ scolpito nella mia mente. Nei miei ricordi. Le sue frasi mi hanno accompagnato, cresciuto, plasmato. Senza saperlo. Con un po’ di catechismo e qualche sacramento. Ma soprattutto Gesù mi ha consolato, mi ha coccolato, mi ha tenuto calma e serena, anche lui ha sofferto, ha vissuto, ha lottato e poi alla fine anche lui è’ morto. Ma con happy end. Morto e risorto. Non mi devo preoccupare, non devo aver paura, tutto si sistemerà, saremo di nuovo tutti insieme un giorno. Per una vita vera. Al di là delle nuvole ».

Un appuntamento per capire da dove nasca il bisogno di credere e per fare i conti con un pensiero che è stato tramandato attraverso i secoli, che nel tempo è cambiato e si è trasformato, arrivando, spesso, a negare se stesso.