LIRRESISTIBILE RICHIAMO DELLA MADONNA NERA 

Oltre mille pellegrini a piedi da Fontainemore a Oropa per la processione devozionale che si svolge ogni cinque anni

MARTINA PRAZ 15.08.2015            FOTOGALLERY

FONTAINEMOREDevozione, natura ed emozioni. Non ci sarebbero parole migliori per descrivere la ormai ultra centenaria processione Fontainemore-Santuario di Oropa, che ogni cinque anni  richiama più di mille pellegrini, pronti a vivere unesperienza di fede più unica che rara.

Come da manuale, proprio nel week- end del 25 e 26 luglio scorsi, l’antico rito si è rinnovato e verso le undici di venerdì sera 24 luglio, i tanti  fedeli si sono ritrovati in località Pillaz, frazione del piccolo Comune della Valle del Lys, per intraprendere il lungo cammino alla volta del Santuario biellese.

Non si tratta di un semplice pellegrinaggio ma di un vero e proprio viaggio dei sensi e dello spirito in unatmosfera quasi surreale: infatti la devozione, che da sempre lega gli abitanti di Fontainemore e dei paesi limitrofi alla Madonna Nera di Oropa, è talmente forte da spingere donne, uomini, bambini e anziani a lasciare le proprie case per mettersi in marcia e portare il proprio saluto a quella Signora tanto cara. Un gesto semplice, ma non scontato, ecco perché si fa di tutto per non mancare.

Coinvolgente la partenza, nel cuore della notte, attraversata da un lungo serpentone di persone e di luci che si snodano sulla montagna: è lunga e faticosa la salita dai 1.200 metri di Pillaz ai quasi 2.300 metri del colle della Barma, ponte tra il versante valdostano e Oropa; il cielo è grigio, le nuvole minacciano pioggia ma i fedeli non si scoraggiano e procedono lenti assorbiti, nel silenzio della notte profonda, dalla sola preghiera intramezzata dalle melodiose litanie alla Regina dei Monti d’Oropa”. Dopo una breve tappa al colle giunge il momento della discesa: la processione acquista il suo ordine tradizionale che prevede tutti gli uomini davanti con al collo un fazzoletto bianco, seguono le donne con il velo ed in chiusura il gruppo della Confraternita, composto dalle donne di Fontainemore indossanti un saio bianco con gli stendardi della parrocchia, e la cantoria. A sorvegliare, poi, il regolare procedere del pellegrinaggio e il rispetto di tutte le regole, come detta la tradizione, i batonnier, uomini vestiti di bianco che portano con sé il tradizionale bastone di legno. Dopo qualche ora di cammino ecco la cupola della Basilica nuova del Santuario, una visione che rincuora e solleva da ogni stanchezza e fatica. Allo scoccare delle 12 larrivo nel luogo di culto con il suggestivo rituale bacio della soglia della Basilica antica, segno profondo di riconoscenza alla Madonna che accoglie e protegge. Devozione e preghiera continuano ad accompagnare i pellegrini per tutta la giornata: alle ore 17 la Santa Messa pomeridiana nella Basilica Nuova celebrata dal vescovo di Aosta Franco Lovignana e dal vescovo di Biella Gabriele Mana. Molto toccante anche la funzione della sera: una lunga fila di fiaccole accompagna in processione la statua della Madonna Nera, in un afflato continuo di preghiere e intenzioni, con la partecipazione straordinaria di altri due pastori: Alceste Catella, già rettore per molti anni del Santuario ed ora vescovo di Casale, e Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-Sanremo.

Il giorno successivo, dopo la notte passata nelle accoglienti camere dell’Ospitalità del Santuario, prima di avviarsi sulla via del ritorno, si partecipa alla santa Messa delle ore 9, nella Basilica Antica, con la ripetizione delbacio della soglia”, una sorta di ringraziamento alla Madonna per la bella esperienza vissuta. E poi di nuovo in fila verso il colle della Barma per ridiscendere, questa volta di giorno, nel magnifico contesto montano della Riserva naturale del Monte Mars. Un ritorno scandito dalla gioia per gli intensi momenti vissuti e la voglia di condividere con familiari ed amici questo pellegrinaggio quinquennale, con l’arrivo all’imbrunire nella Chiesa parrocchiale di Fontainemore.

Si tratta di un’esperienza molto fruttifera, che ognuno vive a modo suo. Ciascun pellegrino porta a Oropa sé stesso con i suoi pensieri, le sue difficoltà  ma anche le sue gioie. É un cammino devozionale di fede e di speranza che permette di staccarsi dalla realtà quotidiana, dai beni a volte superflui a cui siamo legati, per riscoprire la semplicità e la bellezza delle piccole cose: lo stare insieme accomunati dalla stessa fede e al tempo stesso lo stare da soli, con i propri pensieri  e le intenzioni da affidare alla Madonna Nera, come madre e regina del Buon Consiglio, nel magico scenario della sua Casa di Oropa.

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Immagini gentilmente concesse da Cesare Neroni.

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