VIa domenica di Pasqua – 1° maggio 2016

L’OSPITALITÀ CULLA DI UMANITÀ

Viviamo tempi difficili, tempi di divisioni, frammentazione, corruzioni della conoscenza, della convivenza e della coscienza. In un’economia dell’esclusione e della iniquità, Dio è esiliato dall’habitat umano e spesso l’uomo si fa schiavo dell’idolo del potere e del mercato. L’uomo adora sempre, anche senza accorgersi, Qualcuno o qualcosa.

Questa nostra realtà storica come al tempo dell’esodo biblico “alza al cielo grida di lamento”.

Oggi la parola dell’Evangelo letto Gv. 14,23-29 irrompe in questa nostra realtà: “Se uno mi ama osserva la mia parola. La mia parola è il comandamento nuovo, amatevi come io vi ho amati … e noi verremo e prenderemo dimora in lui”.

Il Dio esiliato è richiamato dall’amore vicendevolmente e poveramente vissuto su questa terra. Allora si fa ospite. Questa parola che irrompe nelle nostre menti e cuore, apre prospettive e orizzonti.

Quando gli uomini si amano gli uni e gli altri, essi sono lo spazio ospitale di Dio, degli uomini e del Dio che è Padre, Figlio, Spirito, il Dio creatore e ospite così com’è raccontato da Gesù di Nazareth.

Gli uomini ospitali, con Dio nel cuore, fanno storia e futuro, gli inospitali seminano morte. È significativo che Eugenio Scalfari (La Repubblica, 01.05.2016) raccontando l’Europa divisa, frammentata e ostile in alcuni stati all’accoglienza, all’integrazione e in definitiva alla forza del volersi bene gli uni e gli altri, la definisca “Europa spaccata e moritura”. È certamente la parola osservata e vissuta nel comandamento nuovo che attiva possibilità di vita e di promozione della vita. L’amore si fa esperienza sempre su una parola data.

Spesso ci si scusa del non poter essere ospitali perché l’ospitalità ruberebbe una nostra parte di benessere. Si rinuncia all’ospitalità in ragione di utilità. Ma gli utilitaristi sono pericolosi: “Soltanto un utilitarista sfrenato sarebbe capace di distruggere un’aiuola di tulipani per piantavi cavoli” (Théophile Gautier, autore di Capitan Fracassa).

L’amore vissuto gli uni e gli altri, quando si fa ospitalità – e l’ospitalità è culla di umanità – distrugge l’ostilità per farsi “profezia fatta a carne” ed agisce contro la logica del potere e della violenza.

Don Renzo