PETTOLE, UN “ASSAGGIO” DELLA TRADIZIONE TARANTINA
ILARIA ANGIULLI , 12.01.2013
TARANTO (Ta) – Nel giorno di Santa Cecilia, il 22 novembre, i tarantini danno inizio alle festività natalizie riunendosi in famiglia, per assaporare le gustose “palline” di pasta lievitata, fritte nell’olio: le pettole. Secondo la tradizione pugliese, questo piatto va mangiato a colazione, mentre per strada passa la banda che suona le pastorali. Ancora oggi, infatti, molte donne si alzano presto al mattino per preparare le “pett(e)l(e)” e offrirle anche ai vicini in segno di amicizia.
L’origine di questa ricetta non è nota, ma la povertà di ingredienti, ci riporta a tempi antichi e austeri, quando le donne servivano questa pietanza con dello zucchero, per addolcire gli avanzi del pane. Secondo una leggenda, fu una casualità l’invenzione delle pettole. Nel giorno di Santa Cecilia, nelle prime ore del mattino, una donna cominciò a preparare il pane ai suoi figli, ma ascoltando la musica degli zampognari, lasciò tutto, come ipnotizzata, ed uscì di casa per seguire i suonatori per le vie della città. Al ritorno, in casa, trovò la pasta troppo cresciuta per poter fare il pane. Decise allora di friggerla, e ai figli raccontò che si trattava di “pettel”, o piccole focacce.
Secondo la tradizione le donne si alzano presto, verso le due di notte, per impastare una grande quantità di farina – lavoro che richiede molto dispendio di energia – poiché questi sfiziosi cuscinetti dovevano un tempo sfamare l’intera famiglia sia a pranzo che a cena. Una volta lavorata, la pasta viene lasciata poi a riposare al caldo, vicino al caminetto o “a fracassé”, per far sì che lieviti.
Per chi volesse preparare in casa le pettole, ecco la ricetta per quattro persone:
ingredienti: 1 kg di farina, 1 lievito di birra, 1 cucchiaino di sale e acqua tiepida q.b.
Una volta impastata energicamente, bisogna lasciar riposare la pasta per circa un’ora. Con l’ausilio di un cucchiaio, basterà immergere nell’olio bollente delle piccole porzioni dell’impasto e quando diventano dorate possono essere scolate.
A seconda dei gusti, possono essere servite dolci, con zucchero o vin cotto, o salate; in quest’ultimo caso, prima di essere fritte, possono essere farcite con baccalà fritto, filetti di acciughe salate, tonno e spinaci.