OPERA SOSTENIBILE IN TERRITORI SOSTENIBILI

La sostenibilità dell’Opera lirica in territori sostenibili, la valorizzazione del territorio e della tradizione operistica

Benedetta GRENDENE, 25.07.2016

MACERATA – Nel tardo pomeriggio di sabato 23 luglio presso la Civica Enoteca Maceratese, situata lungo il centralissimo Corso della Repubblica a Macerata, si sono incontrati illustri relatori per dibattere e riflettere sul tema dell’Opera sostenibile in territori sostenibili.

Alla conversazione, moderata dalla dott.ssa Lorenza Natali, responsabile area promozione presso la Camera di Commercio di Macerata, è intervenuta la prof.ssa Paola Dubini, docente presso l’Università Bocconi e direttrice del CLEACC (Corso di Laurea in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione) in dialogo aperto con il dott. Francesco Micheli, dal 2012 direttore artistico di Macerata Opera Festival e dal 2015 direttore artistico anche della Fondazione Donizetti di Bergamo. L’iniziativa, che rientra nel ciclo di incontri “Opera prima, prima dell’opera” nell’ambito del Festival OFF di Macerata, è stata organizzata anche grazie alla collaborazione di Bocconi Alumni Association – Area Ascoli Fermo Macerata, guidata dalla dott.ssa Daniela Martino.

La prof.ssa Paola Dubini ha preso la parola sottolineando come sia oggi difficile riuscire a coniugare il binomio turismo e cultura, in particolare in relazione al concetto di sostenibilità, da intendersi sotto tre aspetti: sostenibilità economica, sostenibilità sociale, sostenibilità ambientale. Che cosa più della cultura può essere così inclusivo e promotore di radicamento e di identità? La regione Marche è una delle aree in cui l’Opera è più viva e vivace dal momento che qui convivono ben tre festival di grande livello: il ROF a Pesaro (Rossini Opera Festival), il Macerata Opera Festival e il Pergolesi Spontini Festival a Jesi. E’ grazie all’Opera che fuori dalla nostra nazione si parla italiano: pensiamo che il titolo “La Traviata” interamente in lingua italiana ha una quota di mercato pari al 3% al mondo. L’idea di sostenibilità applicata all’Opera significa che per prima cosa l’Opera deve “avere qualcosa da dire” che ci induca a fermarci a riflettere. Quindi bisogna pensare ad un progetto capace di raccontarsi a tanti pubblici diversi, prima ancora che ai turisti. Poiché produrre Opera bella, inestimabile bene comune per l’intera collettività, ha dei costi, occorre far quadrare i conti in termini di sostenibilità economica, lavorando in sinergia con il territorio che deve credere nella bontà del progetto. In futuro sarà necessario continuare ad investire sul territorio a piccoli passi, poco ma costantemente perché nel tempo poi i frutti arriveranno, generando uno sviluppo diffuso, diverso dai risultati immediati della new economy.

Le Marche negli anni hanno cercato di costruire e di farsi conoscere dal resto del mondo come una terra di cultura e di Opera, ponendosi come una cartina al tornasole dei potenziali nazionali, nella consapevolezza che il nostro Bel Paese sta vivendo un processo di trasformazione economica fondamentale”, con queste parole è intervenuto il dott. Francesco Micheli, il più giovane direttore artistico d’Italia che da subito si è fatto conoscere per la sua professionalità e preparazione dopo una laurea con lode in Lettere Moderne e un prestigioso diploma alla “Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi”di Milano. Il Macerata Opera Festival, gloriosa manifestazione nata nel 1921 dentro la cornice superlativa dello Sferisterio, arena all’aperto con una capienza massima di circa 2800 posti situata nel centro storico di Macerata, con la direzione di Micheli da tempio inaccessibile è divenuto luogo di produzione. Prima del 2012, l’Opera era percepita nel territorio che la ospita come un privilegio di pochi, altamente elitario ed esclusivo, dimenticando che l’accessibilità è un valore fondamentale che viaggia in stretto connubio con la sostenibilità. Consapevole del fatto che oggi non abbiamo più maestri né padri che ci educhino ad amare la cultura e l’Opera in particolare, Micheli fin da subito ha cercato di creare un autentico laboratorio di ricerca per la creazione di nuovi format operistici, puntando in modo specifico alla formazione e al coinvolgimento di nuovo pubblico, con attività mirate pensate per le scuole superiori e l’università. Educare i giovani all’Opera non vuol dire che un giorno tutti debbano diventare dei melomani, ma significa riscoprire quella sensibilità che oggi si è persa e sgretolata nell’humus culturale delle nostre generazioni, coltivando quei valori immortali che il linguaggio universale della musica lirica riesce a trasmettere.

Dopo le riflessioni dei relatori intervenuti, si è dato spazio alla creatività e alla cultura declinate al femminile, con le testimonianze di tre imprenditrici donne che operano nel settore turistico, valorizzando tutte quelle risorse strategiche che caratterizzano la provincia del maceratese: Elena Prokopenko di Macerata by Marche, Ivana Marchegiani di Lacam (Libera Associazione Culturale Arti e Mestieri) e Katia Luchetti del B&B San Paterniano di Cingoli.

A seguire un brindisi in musica con sorsi di Verdicchio di Matelica Riserva DOCG, prima di assistere alla “prima assoluta” della Norma di Vincenzo Bellini allo Sferisterio, anticipata da un piccolo assaggio, grazie all’interpretazione toccante ed emozionante del soprano giapponese Souen Jeon che, accompagnata dal Maestro Cesarina Compagnoni, ha intonato alcune arie tra cui la celebre Casta Diva: «Casta Diva, che inargenti  Queste sacre antiche piante, A noi volgi il bel sembiante, Senza nube e senza vel» (Norma, Atto I).