ALESSANDRA FERRARO, PROFETESSA DI PAPA FRANCESCO        

Coinvolge ed affascina con empatia contagiosa tutti i presenti alla serata organizzata dal presidente della Pro Loco Davide Chiolerio

FABIO TERANOVA – 20.03.2016

CHIVASSO Protagonista della serata del 17 marzo nel suggestivo palazzo Rubatto – in piazza Carletti Angelo Beato a Chivasso – è stata la vaticanista Alessandra Ferraro, vice capo redattore Rai e collaboratrice del programma Porta a Porta.

Presentando il suo libroNon guardate la vita dal balcone”, Alessandra Ferraro va diretta al cuore di un personaggio che a buon titolo può considerarsi il padre spirituale di tutti: quel Papa Francesco in grado di commuovere e trascinare la gente con la sua disarmante semplicità. Con l’autrice al tavolo dei relatori il parroco di Chivasso, don Davide Smiderle e il presidente della Pro loco l’Agricola Davide Chiolerio,  noto a livello nazionale soprattutto per aver ricevuto insieme a suo figlio un’inaspettata telefonata proprio da Papa Francesco il 15 settembre 2013.

Dopo le parole di saluto rivolte ai presenti dall’assessore al commercio Claudia Buo e dall’assessore ai lavori pubblici Claudio Castello entra nel merito della presentazione Don Davide, il quale pone un importante interrogativo alla Ferraro: «Non guardate la vita dal balcone è una frase di Papa Francesco che sento molto vicina: l’ha pronunciata in un discorso a Copacabana, ovvero Rio de Janeiro, durante la giornata mondiale della gioventù del 2013 a cui ero presente. Mi ha colpito da subito questa frase. Perché l’hai scelta come titolo del libro e primo approccio per raccontare chi è Papa Francesco?».

La risposta di Alessandra Ferraro è immediata: «Questa frase mi ha colpita particolarmente perché è rivolta soprattutto ai giovani; io credo che oggi ci sia un problema generazionale molto forte. Ho scelto questa frase, però, perché si poteva estendere facilmente anche agli adulti». L’autrice spiega la frase con le parole attinte dal medesimo discorso del Papa: «Se noi stiamo ogni giorno a guardare dal balcone, la vista e lo spettacolo sono sicuramente bellissimi e privilegiati. Ma se restate sempre al balcone non sarete mai protagonisti della vostra storia. Accadrà che la vita, per quanto lunga, passerà velocemente e alla fine rimarrete nella coda della storia». La vaticanista prosegue ponendo l’accento sulla forte capacità comunicativa di Francesco. Attraverso interessanti aneddoti ed episodi la giornalista fa capire come Bergoglio riesca ad impartire lezioni di carattere quasi teologico utilizzando però espressioni immediate e dirette, molto popolari, e sfruttando spesso delle immagini velocemente intuibili, delle sorte di parabole moderne. Interessante è il confronto, sotto l’aspetto comunicativo, con i 2 Papi precedenti: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. La Ferraro ricorda come il primo fosse affiancato dal grandissimo portavoce Joaquín Navarro-Valls, un laico che riusciva «ad ingannare noi giornalisti, a far passare il messaggio che lui assolutamente voleva far passare». A seguire Papa Benedetto aveva al suo fianco Padre Federico Lombardi, lo stesso che oggi affianca Papa Francesco.  «Ma Bergoglio – afferma la giornalista valdostana – è portavoce di se stesso perché comunica direttamente con i giornalisti». È questa, a detta dell’autrice, la grande novità, pur con tutti i rischi che questa comporta ma è «la cifra che caratterizza in questo momento il pontificato di Francesco».

Parlando dell’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco,  Alessandra Ferraro sottolinea la sorpresa generale quando, dopo le già inaspettate dimissioni di Benedetto XVI, il cardinale Jean-Louis Tauran pronunciò come successore il nome di Bergoglio. Perfino la redazione di Porta a Porta si trovò impreparata nonostante avesse già pronti una serie di profili relativi ai potenziali successori di Benedetto. «Jorge Mario Bergoglio era stato dimenticato da tutti» osserva l’autrice. «In realtà Bergoglio era molto presente già nel conclave del 2005» con diversi voti a suo favore ma che lui stesso aveva chiesto di indirizzare al cardinale Ratzinger. Alessandra Ferraro sottolinea poi un aspetto che all’epoca della nomina di Bergoglio passò in secondo piano. La sera della sua elezione il nuovo Papa invitò le migliaia di fedeli presenti in Piazza San Pietro a fare silenzio per pregare, affrontando così la gioia e l’emozione del momento. Quel gesto fu un primo segno precursore di quello che sarebbe stato il simbolo del pontificato di Francesco: la sua innata semplicità. Innata perché, come precisa la giornalista, «è sempre stato così, non è cambiato a favore di una esigenza comunicativa». È proprio questa sua autenticità che piace tanto alla gente: nasce così una nuova moda da seguire, la Francesco-mania”,  che  è un «mezzo potentissimo di avvicinamento alla Chiesa». Ricorda infine Alessandra Ferraro l’importanza di «non dimenticare il passato. Se oggi Francesco è qui lo deve assolutamente al fatto che c’è una storia pregressa di altri grandi pontefici. Bergoglio ne è ben consapevole tant’è vero che intrattiene un rapporto molto confidenziale con Papa Benedetto».

Applauditissima Alessandra Ferraro ha così concluso in bellezza il percorso delle suesplendide riflessioni, efficaci testimonianze della portata spirituale e soprattutto umana di Papa Francesco. Riflessioni che non lasciano alcun dubbio sulla qualità del lavoro di Alessandra Ferraro, che con il suo operato si fa “profetessa” di Papa Francesco, diffondendone e applicando – in primo luogo a se stessa – il prezioso insegnamento: proprio quello di non guardare la vita dal balcone. Il suo libro è ora disponibile anche in versione spagnola col titolo diNo mireis la vita desde el balcone” pubblicato dalla casa CCS Editorial di Madrid.

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