CAMILIAN DEMETRESCU IN “HIÉROFANIE”, IL SACRO DELLA SPERANZA  DINANZI AL NICHILISMO

L’artista della cultura romena dell’esilio  infonde nelle sue opere la dimensione cosmica divina e ancestrale   allontanandosi dal  pensiero nichilista

GENNAIO 2005

GIANNI FERRARO

ROMA  –- Apertasi giovedì 16 dicembre alla presenza del ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri sta per concludersi domani, sabato 15 gennaio, nella grandiosa basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, la mostra antologica del maestro romeno Camilian Demetrescu, pittore, scultore e studioso di storia dell’arte di fama internazionale «Hiérofanie». L’artista, esule dalla Romania di Ceaucescu nel 1969, da allora vive e lavora in Italia; ha esposto alla Biennale di Venezia, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, alla Quadriennale di Roma e al Meeting di Rimini.

La mostra, voluta da Francesco Antonelli, coordinatore romano dell’Asi Ciao (ente di promozione culturale e sociale) è stata organizzata dalla storica dell’arte Ilaria Pagani per l’Asi Ciao, con il patrocinio di: Ministero delle Comunicazioni, Ministero dei Beni Culturali, Ministerul Culturiali di Romania, Regione Lazio, Accademia di Romania e Romania Memorial Sighet e con la collaborazione dell’ Ambasciata di Romania in Italia.

 l'artista Camilium Demetrescu

Le immagini delle opere esposte e le schede descrittive, sono raccolte nel prestigioso catalogo, in edizione bilingue, realizzato dalla storica casa editrice Vallecchi e curato da Media-Com. I lavori dell’artista romeno, sono visibili anche sul Web, visitando i siti www.demetrescu.net e www.hierofanie.net anche questi disponibili in versione italiano inglese.

La mostra antologica delle opere di Camilian Demetrescu, maestro contemporaneo dell’arte del simbolo ed esponente di spicco della cultura romena dell’esilio, ripercorre le diverse fasi dell’esperienza artistica dell’autore a partire dalle sculture astratte degli anni settanta, molto apprezzate all’epoca dallo storico dell’arte Giulio Carlo Argan, fino alle tempere ed agli arazzi a carattere sacro di più recente fattura.

Il titolo Hiérofanie sottintende la possibilità di riscoprire il senso del sacro attraverso l’utilizzo di un linguaggio simbolico e spirituale che discende direttamente dai miti della Romania antica e dalle figure sacre del Medioevo. Infatti Hiérofanie, parola composta di radice greca coniata da Mircea Eliade, significa letteralmente ‘manifestazione del sacro’.

Una rassegna quindi che presenta creazioni fondamentali per comprendere e ripercorrere la sua parabola artistica e il suo percorso di fede. Trentacinque anni di ricerca, studio e meditazione, ma anche di serrato confronto con se stesso e di scelte sofferte.Una vicenda iniziata scolpendo forme astratte, per dare nuova immagine agli archetipi della tradizione romena e della mitologia mediterranea e orientale, per tramandare, come lui stesso afferma: «La spiritualità monoteista e orfica dei miei antenati, i Daci»

. Camillium Demetrescu, Aratro Lo scultore dell’Aratro per le nuvole e di Maitra l’uccello mitologico, sente l’aspirazione di acquisire un linguaggio universale e un’estetica non più ermetica quando nel 1977, nei boschi di Gallese, presso Viterbo, si imbatte in una pieve romanica del XII secolo, ormai in rovina e decide di restaurarla. È il segnale per Demetrescu ad uscire dal rifugio dell’astrattismo, inteso come rifiuto del realismo allucinato e della retorica del regime di Ceaucescu per approdare all’arte sacra, che nelle sue opere si fa espressione di una spiritualità profonda, sapientemente plasmata, dipinta e tessuta in figure che evocano temi e valori, icone e tradizioni assunte dalla radice culturale dell’identità europea.

In questa rassegna di lavori si percepisce nettamente l’arte di Camilian Demetrescu, portatore e difensore della sacralità. Essa ci appare ispirata da una forte tensione all’essere e fondata su una concezione serena e chiara, quasi rivelata, del trascendente, elemento che consente al suo talento di esprimersi sempre con immediatezza e semplicità, quando propone interpretazioni altamente evocative delle manifestazioni del divino.

Gli arazzi di grandi dimensioni, disposti in semicerchio, seguendo lo sviluppo dell’abside hanno titoli evocativi, Maria perla del cosmo, Nel nome dello Spirito Santo, Matrimonio mistico e Il bacio di Dio, e sono vere e proprie scenografie della creazione, quadri di una rappresentazione serrata e drammatica della nascita e della salvezza dell’uomo. Le visioni del maestro Demetrescu svolgono trame di elementi geometrici, dinamiche di gesti simbolici permeati da allegorie vivide, che condensano e riproducono quei momenti salienti appartenenti da secoli alla vita spirituale di ognuno. Colori e tratti usati ricordano a volte la pittura paleo cristiana, altre i mosaici bizantini od ancora lo stile delle miniature più antiche.

Le colombe che bevono allo stesso calice in Matrimonio Mistico, simbolo dell’unione della coppia, o Le mani divine che ci immergono nelle acque del paradiso per la purificazione del battesimo in Nel nome dello Spirito Santo, suggeriscono a chi le guarda la forza del messaggio cristiano evidenziando tutta la distanza che separa il mondo del XXI secolo da quei valori.

Ammirando Lavorare con Dio, si è addirittura folgorati dall’assunto elementare quanto sconvolgente del tema raffigurato: il lavoro è proiezione ridotta della creazione divina e conferisce per dirla con Demetrescu  valore cosmico al tempo, perché consente di riprodurre la sacralità della genesi anche nel più umile dei lavori. Qui l’artista usa stoffe che hanno i colori pastosi delle terre, il segno è deciso, la mimesi dei volti e la resa poetica del soggetto fanno pensare alla mistica del lavoro nella pittura murale di Sironi. 

Molti di coloro che vedranno questa importante mostra ricosceranno la qualità di fattura e la grande forza comunicativa de L’abbraccio cosmico, ma la figura che toccherà la sensibilità di tutti è senz’altro Il bacio di Dio, in cui la morte è immaginata come il momento più dolce di sempre, il momento da tutti atteso con timore, l’attimo che l’amore di Dio trasforma nel più gradito, intimo gesto di accoglienza. Rinasce la speranza. Hiérofanie, una mostra eccezionale che ci auguriamo si possa ripetere in luoghi  più vicini a noi per dar modo a tutti di ammirarne la bellezza e l’originalità delle opere che consacrano definitivamente l’artista Demetrescu, non conforme ai dettami del pensiero progressista e di tutte scuole del materialismo, ma uomo di alta statura morale e di notevole talento creativo, tutto speso per la riscoperta e per la difesa del sacro, lui che aveva visto nella sua Romania gli effetti devastanti della rimozione radicale della coscienza del divino.

Questo è il messaggio più forte di un artista che ha perso la patria terrena, ma non si è smarrito nella disgregazione e nella decadenza della civiltà moderna. Un uomo cui hanno tolto la casa eppure non ha perso la gioia di accogliere e di costruire e che, rifiutando sempre di limitare la sua vita all’immediato orizzonte dell’oggi, ha mostrato con talento e sentimento che si può vivere fuori dal recinto dell’individualismo, liberi dai vincoli del materialismo.