I DISCORSI PARLAMENTARI DI CARLO DONAT-CATTIN, DAL 1958 AL 1991

Presentata a Torino l’opera  a ricordo dell’uomo politico che si impegnò nel  sociale in difesa dei più deboli e dei lavoratori

APRILE 2006

GIANNI FERRARO

TORINO – «Alla sua acuta sensibilità per il tema della difesa dei lavoratori e per la coesione sociale, al suo costante, severo ed intransigente riferimento all’interesse generale guardiamo ancora oggi con ammirazione e viva riconoscenza», così il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ricorda, a 15 anni dalla scomparsa, Carlo Donat-Cattin, nell’occasione del convegno svoltosi a Torino, sabato 18 Marzo 2006, presso il Centro Incontri Regione Piemonte per la presentazione dell’opera che raccoglie i Discorsi Parlamentari, dal 1958 al 1991, di Carlo Donat-Cattin.
«La raccolta dei suoi discorsi al Parlamento – afferma Ciampi nel messaggio di saluto inviato ai familiari di Carlo Donat-Cattin che attraverso la Fondazione a lui intitolata ne custodiscono l’eredità morale e politica – vuole essere un tributo doveroso della Camera dei deputati all’impegno appassionato profuso al servizio delle Istituzioni democratiche, nell’arco di trentatre anni e otto legislature, da una delle personalità più autorevoli della storia della Repubblica».

Alla presenza del presidente della Regione Piemonte, Mercedes Presso, del presidente della Provincia, Antonio Saitta, del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini Ciampi ha delineato nel suo intervento i tratti umani della figura indimenticabile di Carlo Donat Cattin, di cui possiamo trovare significative testimonianze nei Discorsi Parlamentari, richiamando l’attenzione dei presenti sul grande uomo politico che durante la sua lunga presenza parlamentare in qualità di deputato, senatore e per ben diciassette anni rappresentante del Governo, fu sempre a servizio del Paese con «la sua straordinaria vitalità, il coraggio, il profondo rigore morale, la capacità di stare dentro alle questioni di competenza, la costante propensione a guardare lontano».

È proprio in questa sua innata capacità di guardare lontano che vibra l’anima del militante sociale, dell’uomo in cerca di giustizia e solidarietà, come ricorda Savino Pezzotta, segretario generale della CISL, quando nel lontano 1969 l’allora ministro del Lavoro Carlo Donat-Cattin, manifestando al Senato la sua determinazione a realizzare lo Statuto dei lavoratori”, riforma straordinaria rompente ogni schema di neutralità dello Stato, affermava con vigore che «favorire lo sviluppo di cambiamenti sociali che spostino a livelli più avanzati l’equilibrio generale della società significa fornire la prova concreta che gli ordinamenti della Repubblica vogliono un progresso sociale e non la conservazione di secolari squilibri. Per queste ragioni il Governo deliberatamente sceglie di intaccare norme, consuetudini e comportamenti che nella sostanza consentivano e consentono l’accrescimento del potere di una parte a danno dell’altra».

È forse questo il più bell’insegnamento lasciatoci da Carlo Donat-Cattin, una grande lezione di vita per non dimenticare l’uomo missionario che non rinunciava mai ai propri ideali, ai valori da concretizzare per una società più giusta, ai temi più che mai attuali della socialità, della solidarietà, della difesa dei più deboli e dei lavoratori.