IL GRANDE MAESTRO IVO GARRANI

Giuseppe Sciavilla. 07.04.2016

Ad un anno dalla sua dipartita si ricorda un uomo di eccezionale talento e di autentica onestà intellettuale nella vita e sulla scena

ROMA – Un anno fa, il 25 marzo 2015, moriva nella sua casa romana, sul colle Aventino, uno dei più grandi attori del Teatro italiano: Ivo Garrani.

Ivo Garrani, abruzzese d’origine, nacque ad Introdacqua di Sulmona (AQ) il 6 febbraio del 1924, ma fin da piccolo la sua famiglia si trasferì a Roma.

Esordì sul palcoscenico nel 1943 con la Compagnia di Carlo Tamberlani, girando da “Scavalcamontagna” per il meridione d’Italia in particolar modo nelle Puglie debuttando per due anni nei Teatri della provincia di Bari e di Taranto.

Dopo quegli anni intensi e faticosi da Scavalcamontagna, s’impose per le sue doti d’attore controllato ed efficace dando inizio ad una proficua carriera che lo portò negli anni avvenire a lavorare al fianco di grandi Compagnie Teatrali, tra le quali si ricordano: la Morelli-Stoppa, la Pagnani-Cervi, la Torrieri- Merlini.

Oltre alla sua carriera di attore teatrale, svolse una notevole attività di doppiatore grazie alla sua voce calda ed espressiva.

Negli anni’50 fu chiamato anche da alcuni registi cinematografici come Mario Mattioli ed il grande Eduardo De Filippo a recitare nei loro film.

Nel 1960 con Enrico Maria Salerno e Giancarlo Sbragia fondò la Compagnia degli “Attori Associati” dove lo si vide protagonista in tante opere ad impegno civile, lavorando al fianco di GianMaria Volontè, in Sacco e Vanzetti(1960) e in altre commedie drammatiche. Non va dimenticata la sua collaborazione anche con Giorgio Strehler  al Teatro Piccolo di Milano.

Con l’avvento della Televisione lo si vide protagonista nei primi sceneggiati R.A.I. come L’Alfiere (1956), in Sette piccole croci (1957) e L’Isola del tesoro (1959). Lavorando accanto a Registi come Vittorio Cottafavi e  Anton Giulio Majano, considerato il “Padre” degli sceneggiati televisivi.

Grande popolarità gli assicurò nel 1964 il ruolo del padre di Giannino Stoppani nel celebre Giornalino di Gian Burrasca di Lina Wertmuller.

La sua carriera cinematografica e televisiva proseguì ininterrotta tra gli anni ’60-’70-’80-’90 interpretando oltre cinquanta film, alcuni memorabili della storia  e della cultura italiana. Nel 1963 interpretò Roberto Farinacci nel film di Carlo Lizzani Il Processo di Verona, nel 1964 il Colonnello Pallavicino nel Il Gattopardo del grande Luchino Visconti, che lo stesso regista volle al suo fianco nel film, lasciando nelle cronache del Cinema questa frase memorabile: “Voglio Ivo Garrani, vicino a me per questo film”. Nel 1965 lo si vide protagonista nel film I Sogni muoiono all’alba di Indro Montanelli. Nel 1970 interpretò il Maresciallo Soult nel Kolossal di Sergej Fedorovic   Waterlloo, nel 1971 interpretò il procuratore capo della repubblica nel film di Manlio Scarpelli Siamo tutti in libertà provvisoria, Nel 1972 fu attore nei film Un apprezzato professionista di sicuro avvenire di Giuseppe De Santis e in Maddalena di Jerzy Kawallerovicz. Nel 1973 lo si vide protagonista nei panni dell’avvocato Nicola Lombardo in Bronte-Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno mai raccontato, diretto da Florestano Vancini. Nel 1991 interpretò il Capo di Stato maggiore della Difesa nel film-documentario Il Muro di Gomma di Marco Risi.

Nel 1977-1980 per la Televisione fu protagonista negli sceneggiati: Lo scandalo della Banca Romana, Una Donna, Il Delitto di Notarbartolo e nel 1984 interpretò l’Arcivescovo di San Salvador, Oscar Romeo ucciso dai terroristi in La stagione delle piogge.

Ivo Garrani è considerato un attore-Caratterista interpretando spesso ruoli drammatici con il suo innato e nobile talento, tanto da guadagnarsi dalla critica un giudizio degno della sua mirabile carriera, considerandolo un attore di rara sensibilità culturale, dotato di uno stile recitativo scarno ma incisivo per l’emozionante autorevolezza con cui ha voluto e saputo mantenere una coerenza rara nella vita e sulla scena, in un’idea di Teatro e di Cinema fondata sul suo innegabile talento e su un autentica onestà intellettuale. Per la sua riservatezza ha sempre rifiutato premi, targhe, riconoscimenti alla carriera. Solo nel 2007 a Palermo, ritirò il premio Salvo Randone, attore con cui aveva lavorato a Teatro ed al quale era legato da profonda amicizia.

Ho avuto l’onore  e la gioia d’incontrarlo personalmente a Roma nell’aprile del 2013. Ho goduto delle sue confidenze, dei suoi consigli di vita, ma soprattutto della familiarità con cui mi ha accolto nonostante la fiacchezza e gli acciacchi dell’età. Pur essendo un Mostro Sacro del Teatro italiano, mi ha colpito in lui, la sobrietà, l’umiltà, una fede semplice ma autentica, la forza e la disponibilità di dialogare con vera emozione con me giovane seminarista avido di ascoltare un Grande Vecchio del Teatro e del Cinema italiano.

Nell’intensità di quell’incontro, la figura dell’Attore e dell’uomo affioravano costantemente e si amalgamavano in modo mirabile, quasi a confermare  quanto avevo letto nel suo libro: Una carriera per caso: appunti e ricordi di un Attore.

Ho ricordato il grande Maestro Ivo Garrani (cosi io mi rivolsi a Lui), perché è giusto menzionare persone che pochi conoscono, ma che sono stati all’origine di cambiamenti culturali e artistici grazie al loro talento e alla loro intuizione artistica.

Garrani morì nel sonno senza disturbare, seguendo quel modo di fare appartato e schivo che lo aveva sempre tenuto lontano dai clamori e dalle luci del mondo dello spettacolo, di cui peraltro ne è stato un grandissimo protagonista. E’ per questa sua lezione di vita, che personalmente esprimo un grazie a questa grande “Maschera” della Commedia dell’Arte che ha saputo travasare anche nella vita l’indole “più alto” dei personaggi interpretati sul set e nell’atmosfera magica del Palcoscenico.