LA MADONNINA DEL GRAN PARADISO

Ritorna a splendere di luce bianca  con il restauro di Valeria Borgialli

LUGLIO 2004

GIANNI FERRARO

AOSTA – Correva l’anno mariano 1954, precisamente il 4 luglio, quando veniva fissata in punta al Gran Paradiso la Madonnina voluta dal prete alpinista don Pierino Balma, originario di Sparone e parroco dal 1940 per trent’anni della Rettoria di Campiglia Soana, di cui faceva parte anche la vicina Cogne, il paese più noto delle vallate del Gran Paradiso.

La Madonna del Gran Paradiso La statua della Madonnina, di altezza pari ad 1 metro e 10 cm con un peso di circa 11 Kg, era costituita da una particolare lega di alluminio, chiamata anticorodal, appositamente studiata per conferire alla statua una buona resistenza in situazioni climatiche avverse e realizzata tramite fusione di 5/6 ml. di spessore a base aperta presso l’allora Fonderia dei Fratelli Avenati di Torino.

In quel giorno memorabile veniva fissata al suo piedestallo, costituito da un telaio in ferro battuto del peso di 20 kg., saldamente ancorato con il piombo alla roccia bucata con l’ausilio di ben 6 diversi chiodi d’acciao detti barre da mine, normalmente utilizzate per forare le pareti rocciose. Nell’ottobre del 2003 la Madonnina con il suo piedestallo veniva portata a valle: la statua, dopo mezzo secolo di esposizione all’aperto in condizioni ambientali estreme, presentava ovviamente ampie ed evidenti zone ormai prive della vernice con inevitabile alterazione del colore stesso.

A livello del capo si notavano vere e proprie microfusioni del metallo, dovute alla straordinaria energia dei fulmini, nonostante fosse stata protetta fin dall’inizio da apposito parafulmine; anche il basamento riportava in vari punti una particolare fragilità.

Era quindi indispensabile provvedere alla “rimessa a nuovo” di questo piccolo grande segno, tanto caro non solo ai valligiani canavesani e valdostani, ma a tutti coloro che vogliono andare oltre il visibile, per entrare in contatto con l’Assoluto e capire, forse, il senso della nostra vita mortale.

Valeria Borgialli, 40 anni di Favria Canavese, designata dalla Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Valle d’Aosta quale esperta nel restauro dei metalli, è stata l’artefice della “Madonnina rinnovata” nel suo antico splendore. Già in precedenza l’artista aveva dimostrato la sua eccezionale bravura con interventi su opere di indubbio valore, quali gli oggetti di oreficeria della Collegiata di S. Orso, le armi del Castello di Issogne, le anfore in rame di Fenis, per non parlare di quanto svolto a Palazzo Madama di Torino e recentemente al Duomo di Ivrea con il restauro della preziosa urna di S. Savino.

Nel febbraio 2004 la Borgialli inizia l’accurato lavoro sulla statua della Madonnina con l’operazione di sverniciatura effettuata con spatola, paglietta e bisturi per eliminare i più piccoli segni di vernice ed anche le minuscole rugosità della superficie metallica. Dopo l’operazione di pulitura tutte le irregolarità vengono modellate e levigate stendendo uno strato di stucco epossidico, una speciale miscela a base di metallo ad alta resistenza e non soggetta al ritiro. Risanate le superfici danneggiate e carteggiato il tutto Valeria procede alla verniciatura manuale mediante stesura di una prima mano di primer, una speciale base atta a favorire la presa della vernice sul metallo, poi a seguire due mani di smalto bianco specifico nel garantire la tenuta in condizioni di elevata escursione termica, aggravate da violente perturbazioni atmosferiche.

La “Madonnina del Gran Paradiso” era nel ricordo di tutti di colore bianco, sia perché situata nel bianco contesto della neve perenne e dei ghiacciai, sia perché la statua riproduce appunto le caratteristiche iconografiche della Madonna di Lourdes, apparsa come la Bianca Signora. La vernice bianca, utilizzata con sapiente maestria, unisce alla base principale di colore bianco altri due componenti in piccola percentuale: il blu per rendere il bianco più freddo ma ancora più delicato ed il nero per trasmettere all’opera spessore e brillantezza.

Il perfetto lavoro di restauro eseguito dona alla Madonnina una luce tenera e soave: nella sua nuova veste immacolata dal 4 Luglio 2004 è così dolcemente rinata, portata nello zaino passo dopo passo dalle guide alpine ed accompagnata dai tanti devoti guidati dai vescovi di Ivrea ed Aosta con il “parroco del Gran Paradiso”, sulla cima della più alta montagna interamente italiana.