LA SFIDA DELLA NUOVA ERA DIGITALE

Al Festival della TV con Barbara Serra, Sarah Varetto e Luigi Gubitosi

MARTINA BIANCO, 22.05.2015                 FOTOGALLERY

DOGLIANI – Si è da poco concluso il Festival della TV e dei Nuovi Media di Dogliani, nelle Langhe, giunto in splendida forma alla sua IV edizione. L’evento, dal titolo “Dialoghi per il futuro”, ha focalizzato l’attenzione sulla tv di oggi per capire quale sarà la tv di domani.

A toccare questo tema sono stati ospiti di altissimo livello tra cui giornalisti, direttori, conduttori e personalità strettamente legate al mondo della comunicazione, che hanno messo a disposizione la loro esperienza e il proprio tempo in modo gratuito, così come libero è anche stato l’ingresso per il pubblico che ha risposto con entusiasmo al Festival.

In particolare, nella giornata finale di domenica 10 maggio hanno preso la parola protagonisti di rilievo del mondo dell’informazione. Tra loro spicca il nome di Barbara Serra, giornalista della BBC prima e corrispondente di Al Jazeera English poi, che ha approfondito il tema “Al jazeera case history”. La reporter ha raccontato la sua esperienza all’interno della grande azienda del Qatar, spiegando che «Al Jazeera è una televisione conosciuta non solo in Medio-Oriente, spesso controversa, bensì internazionale e fa sentire la propria voce nel panorama globale della comunicazione». Ed è proprio per questo che la redazione è volutamente multiculturale: «Alla tv lavorano professionisti che arrivano da tutto il mondo ed è particolare notare come le difficoltà e le incomprensioni che ci sono all’interno della redazione sono spesso il riflesso dei veri dibattiti che interessano l’intero pianeta». Il mondo del giornalismo odierno si presenta quindi come un microcosmo della società in cui viviamo, in cui le difficoltà diventano le sfide proprie del terzo millennio.

Ma la tv non soltanto rappresenta la realtà attuale ma in primo luogo la racconta. Sarah Varetto, direttore Tg Sky 24, nel suo intervento “L’informazione televisiva nell’era digitale” sostiene che «Da parte della televisione e dei mezzi di comunicazione ci va un atto di responsabilità in più. Bisogna raccontare  i fatti in modo reale e oggettivo, non solo fare del talk show presentando opinioni». La televisione, e in particolare i giornali, hanno il compito di filtrare le notizie, consultare la veridicità delle fonti, spiegare in modo chiaro agli spettatori cosa succede in Italia e nel mondo. Per fare questo, oggigiorno la tv non solo ha la possibilità, ma ha anche il dovere di servirsi delle nuove tecnologie, in quanto la notizia scorre attraverso una grande varietà di mezzi di comunicazione nuovi rispetto al passato. Una conseguenza di questo cambiamento è la necessità per i giornalisti, e per i professionisti in generale, di aggiornarsi continuamente: «La formazione costante è indispensabile dal momento che grazie alla tecnologia vengono messi in atto dei cambiamenti rapidissimi in lassi di tempo molto brevi. Il giornalista deve quindi essere in grado di utilizzare tutto ciò che la tecnologia gli offre per fornire in modo sempre più efficiente l’informazione che il pubblico richiede». Varetto sottolinea inoltre che una buona formazione culturale e professionale si costruisce innanzitutto dalla scuola e dall’università, anche se in Italia queste istituzioni sono purtroppo scollegate dal mondo del lavoro.

La stessa questione è stata toccata dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, nell’intervento “Scuola, informazione, innovazione, paese”. Con determinazione Gubitosi afferma che la Rai ha raccolto la sfida alla digitalizzazione e all’innovazione dei linguaggi: «La televisione sta diventando interattiva. Tuttavia parlare di innovazione non vuol dire parlare solo di tecnologia, ma anche di contenuti. Noi ci concentriamo molto sulla crescita culturale del Paese e su questa linea amplieremo gli spazi di approfondimento all’interno del nostro palinsesto». Con un’attenzione particolare al mondo della scuola, come spiega il direttore: «Lo scopo è quello di facilitare lo studio da parte degli studenti, mentre con i professori si può lavorare ad un metodo di insegnamento che esuli dal tradizionale libro».

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Fotogallery di © Enzo A. Borin – 10 Maggio 2015

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