LA STRAORDINARIA AVVENTURA DEL PRINCIPE EUGENIO

Antonio Zerrillo, Barbara Ronchi della Rocca e Massimiliano Caretto ci portano alla scoperta del nuovissimo libro di Vittorio G. Cardinali e Wolfgang Oppenheimer

GIACOMO FIORA, 14.02.2013

La copertina del libroTORINO – Giovedì 7 febbraio alle ore18, si è tenuta, presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito di Torino a Palazzo Pralormo in corso Vinzaglio, la presentazione dell’ultima, interessante opera di Vittorio G. Cardinali e Wolfgang Oppenheimer: “La straordinaria avventura del principe Eugenio. L’Achille sabaudo al servizio degli Asburgo” (Mursia, pagg. 316, euro 17).

Alla conferenza che si è tenuta per l’occasione, hanno partecipato, in qualità di oratori, Barbara Ronchi della Rocca, giornalista e scrittrice esperta di galateo, Massimiliano Caretto, storico d’arte e gallerista d’arte fiammingo-olandese e Antonio Zerrillo il quale, sostituendo il Tenente colonnello Marcello Marzani impegnato per una missione, si è occupato della parte storico-militare dell’evento. La conferenza è stata preceduta dalle note solenni della marcia del Principe Eugenio, melodia militare che accomuna gli eserciti italiano, tedesco e austriaco, che hanno risuonato nell’elegante sala che ha ospitato l’evento.

Il primo oratore a prendere la parola è stato proprio Zerrillo il quale si è dedicato a fornire una panoramica dell’avventurosa vita vissuta dal principe Eugenio: nato in Francia da un ramo della famiglia Savoia trasferitosi oltralpe, Eugenio si dimostra immediatamente un predestinato alla carriera militar e, ma viene deriso e respinto de re Luigi XIV. Lasciata Parigi nel 1680, il principe approda alla corte degli Asburgo, a Vienna, dove può finalmente dedicarsi a ciò che più amava: l’arte della guerra.

Dopo aver ricevuto il battesimo delle armi nel vittorioso assedio di Vienna contro i Turchi, Eugenio inizia una sfolgorante carriera militare che si concluderà solamente con la Guerra di Successione polacca durante la quale, ultra settantenne, otterrà il comando dell’intero fronte sul Reno. All’analisi del personaggio storico e delle sue gesta, hanno fatto seguito gli interventi di Caretto e di Ronchi della Rocca, i quali si sono lanciati in una panoramica decisamente personale di quelle che erano le abitudini del principe sabaudo.

Caretto ha guidato il pubblico attraverso i dipinti che costituivano la collezione privata del condottiero, dalla quale emerge una triplice personalità: ostile alla corte francese che lo ha rigettato, amante di tutto ciò che era  prezioso e raffinato, e fortemente interessato alla vita delle persone comuni e più umili. Oltre a ciò, appare curioso come le opere che lo ritraevano nella veste di militare avessero per lui un’importanza del tutto marginale.

L’intervento di Barbara Ronchi della Rocca è stato, senza ombra di dubbio, il più divertente e coinvolgente: la scrittrice ha elencato una serie di curiosità sul conto del principe che vanno dalla scarsa igiene, al totale disprezzo per l’estetica, passando per la sua misoginia e il totale rifiuto del ballo, cosa del tutto atipica per un nobiluomo del ‘700.

La conferenza si è poi chiusa con l’intervento dello scrittore e giornalista Vittorio G. Cardinali, coautore dell’opera, che dopo aver ringraziato Wolfgang Oppenheimer, assente per motivi di salute, ha ribadito la sua gratitudine al numeroso pubblico e agli eminenti oratori che hanno partecipato alla serata, ricordando la statura europea e il ruolo svolto dal principe sabaudo nell’arco della sua lunga esistenza, dal 1663 al 1736, anno della morte a Vienna.

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Foto Reportage di © Carlo Cretella

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