“NORMANNI. I PREDONI VENUTI DAL NORD”

Nicola Di Mauro ci porta alla scoperta di un popolo di temibili conquistatori che  ha segnato profondamente la storia europea

Scilla Altavista, 12.02.2015                             FOTOGALLERY

TORINO Normanni, Vichinghi, Vareghi. Questi i nomi degli inarrestabili popoli che a partire dall’VIII-IX secolo scesero dalla penisola Scandinava per invadere il continente europeo, su cui lasceranno tracce indelebili. La loro vicenda ha ispirato al giornalista e scrittore Nicola Di Mauro la scrittura di “Normanni. I predoni venuti dal Nord” (Giunti Editore).

Edito per la prima volta nell’ottobre del 2003, grazie al grande successo riscosso il libro viene ora ripubblicato anche in versione e-book. Per l’occasione l’autore, autorevolmente affiancato dal professore ordinario di Storia Medievale all’Università degli Studi di Torino Giuseppe Sergi, ha illustrato il libro sabato 7 febbraio al Centro di Animazione Missionaria dell’Istituto Missioni della Consolata di Torino.

Quella dei normanni è la storia che sempre si ripete di popoli migranti e avventurosi, di guerre e violenze, di assimilazione e culture che si confrontano e spesso si scontrano; la storia della ricerca e della formazione di un’identità. Come per ogni popolo barbaro, le fonti parlano di saccheggi e stragi, stupri e infanticidi. Ma qual era il significato, il fine della violenza? A differenza delle recenti stragi a Parigi, compiute in nome di una malintesa identità religiosa e culturale, i normanni, ancora non cristianizzati, non uccidevano per un credo. Uccidevano per fini di pura e semplice conquista, e anche questo contribuì a formare la loro identità.

Con un taglio prettamente divulgativo e particolare attenzione alla fruibilità da parte del lettore non specialista, il libro di Di Mauro rileva gli aspetti politici, militari, economici, sociali, etnici e culturali di un popolo che seppe al tempo stesso dominare e mescolarsi alle popolazioni e culture preesistenti, fino ad  esserne irreversibilmente assimilato.

I Normanni, letteralmente gli “uomini del Nord”, sono specificamente quelle popolazioni scandinave seminomadi che a differenza dei Vichinghi e dei Vareghi si stanziarono nel Nord della Francia, nella regione che proprio da loro prese il nome di Normandia. Da allora, a contatto con la cultura franca si raffinarono e cristianizzarono, cessando di essere quindi gli uomini del Nord per diventare i francesi della Normandia. Da lì, partirono alla conquista dell’Inghilterra, dove la battaglia di Hastings decise la vittoria del duca di Normandia Guglielmo detto il Conquistatore sulle genti anglosassoni, e dell’Italia meridionale. Qui, due discendenti della famiglia Altavilla, i fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero I, diedero inizio a quel Regno delle Due Sicilie che con Ruggero II e Federico II raggiunse l’apice del suo fulgore, non solo politico-militare ma anche culturale e artistico. Esso durò per ben 7 secoli, fino a quando nel 1860, all’alba dell’Unità d’Italia, venne annesso al Regno di Sardegna. Ma il suo lascito dura tuttora nella cultura italiana, in particolar modo in quella letteraria: nasce sotto Federico II la scuola poetica siciliana, attiva fra il 1230 e il 1240, modello per il giovane Dante e il suo Dolce Stil Novo.

Scorrendo l’elegante volume di Di Mauro si trovano interessanti e incentivanti le finestre di approfondimento che, insieme alle belle illustrazioni, arricchiscono il testo illustrando di volta in volta aspetti linguistici, eventi militari, abitudini di vita e costumi normanni. Durante la presentazione, l’attrice Laura Baldassari ha brillantemente dato voce e vita ad alcuni aspetti di vita quotidiana, di cui ad esempio si legge: “Sul comportamento e sul modo di pensare vichingo viene in aiuto il poema Hávamál, (“Le sentenze del Sublime [Odino]”), una sorta di breviario sul comportamento pratico. Questa testimonianza letteraria raccoglie detti, proverbi, consigli e aforismi, espressi con ironia e con saggezza, che gettano una luce vivida sull’esistenza quotidiana dei Vichinghi e il loro rapporto con la realtà. Alcuni esempi: «Chi apre una porta, stia ben attento a che dietro non si celi una mano ostile»; «Un uomo deve essere riservato, prudente, coraggioso, allegro e pieno di iniziative. Questo fino alla sua morte»; «Chi viene a fare una visita, sappia sempre cogliere il momento in cui fa bene a togliere il disturbo; anche un amico diventa poco simpatico se si trattiene a lungo in casa d’altri»”.

Un approccio, quello di Di Mauro, «originale, elegante e prudente, e con più di un occhio di attenzione al lettore», afferma con efficacia il Professor Sergi, relatore della sua tesi di laurea nel 1991. L’autore infatti, pur possedendo una formazione storica solidissima, non rinuncia al carattere divulgativo dell’esperienza professionale giornalistica. Anche per questo intento di diffusione generalizzata, il libro è disponibile al prezzo di circa 5 euro; parte del ricavato delle vendite andrà inoltre devoluto al progetto Missionario di padre Nicholas Muthoka delle Missioni della Consolata, rivolto a 30 giovani orfani del Kenya. Un invito a una lettura coinvolgente e piacevole, che ci ricorda una volta di più che la storia non vive solo nell’interesse filologico, ma anche e soprattutto nel valore attuale e sempre vivo del passato.

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FOTOGALLERY di Carlo Cretella

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